2019-04-08
Laura Castelli: «Rimborsiamo subito il 90 per cento dei cittadini sbancati»
Il viceministro dell'Economia: «Con Tria lavoro benissimo. Dissapori tra M5s e Lega? Siamo semplicemente trasparenti: al Paese fa bene».Laura Castelli, spirito militante M5s, è viceministro dell'Economia. Ha accettato una chiacchierata a tutto campo. Come si trova tra lotta e governo? Le fa effetto entrare ogni mattina nel palazzone del Mef?«Un po' sì, anche perché ho solo 30 anni... Sono esperienze che ti onorano e ti ricordano la responsabilità che hai. C'è anche la curiosità di una nuova generazione che entra con metodi nuovi e si confronta con strutture tecniche di altissimo livello».Che diciamo agli sbancati? L'altra settimana gli avete di nuovo dato una fregatura, sotto forma di rinvio… Che succede?«Succede che ancora non c'è il decreto attuativo, e che in questi mesi è emerso che va modificata la norma di legge inserita nella legge di bilancio che destina 1,5 miliardi ai truffati».Ma è vero che ci sono due impostazioni, una più restrittiva di Giovanni Tria, concordata con la commissaria Ue Margrethe Vestager e una più basata sul risarcimento automatico, predisposta dal suo collega grillino Alessio Villarosa? «È stato fatto un dialogo intelligente con Bruxelles, da cui sono arrivati degli input, ma nulla sarà toccato rispetto alla norma originaria prima di confrontarci con le associazioni dei risparmiatori».Di che input si tratta? Che cosa vuole (o soprattutto: che cosa non vuole) Bruxelles?«La loro impostazione sarebbe: sotto una certa soglia di reddito, rimborsare i risparmiatori immediatamente. Ma oltre quella soglia, esaminare ogni pratica caso per caso. Noi abbiamo sempre criticato l'analisi caso per caso, per questo si pensava alla tipizzazione. E in più vorremmo ampliare il ristoro anche agli azionisti, non solo agli obbligazionisti».Ma la recente decisione della Corte di giustizia Ue sul caso Tercas, che ha sancito il comportamento indebito della Commissione contro di noi, non dovrebbe essere un buon motivo per l'Italia per giocare all'attacco sui risarcimenti? E allora perché state in difesa? «Verissimo. Ma penso che le strutture tecniche abbiano il dovere di fornire gli strumenti con massima prudenza. Poi le decisioni toccano alla politica».Ma domani decidete o c'è da temere un altro rinvio?«Per noi un punto fondamentale è l'ulteriore confronto con le associazioni dei danneggiati: le scelte dopo il loro coinvolgimento».Facciamo chiarezza: chi e quanto sarà risarcito? «Le do una notizia: il 90% della platea dei danneggiati rientrerà nella fascia che sarà rimborsata immediatamente». Def. Che crescita si aspetta? «Più che cosa mi aspetto, che cosa stiamo scrivendo. Domani approviamo il Def. Sarà un lavoro molto incisivo anche grazie ai decreti Crescita e Sbloccacantieri che abbiamo varato. Ogni misura è stata quotata nel suo impatto all'economia: in più sono provvedimenti che sono anche il frutto del nostro ascolto di associazioni di categoria e corpi intermedi».Non pensa che sarebbe stato meglio usare le risorse stanziate nell'ultima manovra per un mega taglio di tasse? «Abbiamo già iniziato a ridurre le tasse dei professionisti. E poi abbiamo deciso di puntare su quota 100 e reddito di cittadinanza».Nella prossima legge di stabilità, il primo scoglio è disinnescare 23 miliardi di clausole di salvaguardia. Che farete?«È già in corso un lavoro serio sulle tax expenditures. C'è da tagliare: ad esempio, i sussidi ambientali dannosi o si eliminano o si convertono. E poi ci sono molte sacche da efficientare. Pensi anche al Poligrafico dello Stato, questa settimana alle cronache per truffa: stiamo lavorando a una riforma affinché sia più efficiente e meno oneroso. Anche sul piano della lotta all'evasione fiscale, abbiamo già fornito alla Guardia di finanza strumenti più incisivi per gli interventi sui grandi accertamenti, questo genererà più entrate dal contrasto all'evasione».Eh, ma da qui ad arrivare a 23 miliardi ce ne vuole…«Le misure di spending review sono state bloccate in passato dalla mancata volontà politica. Noi quel problema non ce l'abbiamo, glielo garantisco».È ipotizzabile un negoziato con l'Ue, in un modo o nell'altro, per rinviare le clausole di un anno?«Confido che non servirà».Ma non è che farete scattare l'aumento Iva, anche solo parziale?«Assolutamente escluso».Non vi state rassegnando pure voi a un tran tran da zero virgola? Non servirebbe una scossa forte? «Le due nuove misure, decreto Crescita e Sbloccacantieri, non sono affatto da zero virgola. Naturalmente ne vedremo gli effetti dal terzo trimestre in avanti. Gliene cito alcune: norme che consentiranno agli enti locali l'abolizione del turn over. È un meccanismo che porterà a 30-40.000 assunzioni in più nei Comuni e molte altre nelle Regioni. Lo stesso nella sanità. E poi norme sulle casse di previdenza e sugli investimenti privati».Voi grillini siete percepiti come «quelli del no». Non pensa ci sia anche questo alla base del vostro arretramento elettorale?«Dietro quello che lei può chiamare no c'è sempre un sì».Mettiamola così. Tra i vostri elettori storici ci sono tanti no Tav, no Tap, eccetera. Ma poi si sono aggiunti elettori incazzati con i vecchi partiti, e che però vorrebbero da voi decisioni più che freni o veti. Non è che qualcuno è rimasto deluso?«Nel governo di tutti i giorni, non metti veti, prendi decisioni. Anche sul Tav, non abbiamo messo veti, ma abbiamo aperto un dialogo, cosa che prima non si era mai fatta».Regge il governo? «Regge: è forte perché c'è tanta voglia di portare a termine lavori e attività che mancavano da molto tempo. Quando lavoriamo sui fatti, siamo forti. Le dico di più: essere in due partiti così diversi ci impone un confronto più intenso che ci consente di fare meglio».Come mai questa escalation di tensioni tra voi e la Lega? Ogni giorno una battuta, un battibecco, una polemica. Così ci si logora… «No, siamo trasparenti. Il Paese può discutere conoscendo anche le differenze che ci sono tra noi. Vedo solo cose positive in questo».Eh, ma è positivo leggere di dossieraggi? Il sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti dice che avete un dossier su tutti, anche su di loro. È vero?«La politica è fatta del fare reale ma anche di comunicazioni provocatorie. Queste dichiarazioni non cambiano il mio operato».Chiedo scusa, insisto. Ma Giorgetti ha ragione o no sul punto?«Guardi, non trovo nulla di strano nel fatto che, mentre lavoriamo, alcuni esprimano le loro opinioni personali».Però il sottosegretario grillino Stefano Buffagni dice invece che è Tria che trama contro di voi…«Stesso discorso, non voglio rilanciare polemiche».A proposito di polemiche. Come finisce la vicenda della consigliera Claudia Bugno?«Spero nel migliore dei modi. Si deve mettere la parola fine a un atteggiamento - che purtroppo si è verificato - che è fuori da come una compagine governativa deve lavorare. Una consigliera è una consigliera, non ha alcun titolo istituzionale per decidere».Che succede se il 27 maggio mattina vi svegliate con Matteo Salvini 10-12 punti sopra di voi? «Già vedo articoli che ci dichiarano morti. Ci sarà la solita narrazione giornalistica... Ma il legame tra noi e la Lega si basa su un contratto di governo, e anche, me lo lasci dire, sul rapporto tra Luigi Di Maio e Salvini, con un ottimo presidente del Consiglio».Non è una rappresentazione un po' idilliaca? Va proprio tutto bene così?«Questo è il governo che c'è, con le due forze più votate dagli italiani. Se qualcuno, anche internamente, pensasse di nuocere a questo rapporto, si sbaglierebbe».Sono esclusi vostri avvicinamenti al Pd? «È un pensiero che non abbiamo mai pensato…».Come si trova con Tria? «È una persona preparata, con una significativa storia accademica e istituzionale. Ma soprattutto è una persona buona e non malpensante. A volte sono i ruoli a far sì che le persone appaiano diverse da come in realtà sono».Me lo descrive meglio di uno zio buono…«Sono contenta di questo rapporto. Io e Massimo Garavaglia lavoriamo bene tra noi e con lui».E con i «pezzi di m…» del Mef, come li chiamò Rocco Casalino in un celebre messaggio vocale? «Ci sono anche stati dei cambiamenti in questi mesi nella struttura. Penso però che le cose che reciprocamente non si conoscano possano creare diffidenza. Dopo la conoscenza diretta, posso solo elogiare le competenze che ho trovato in questo ministero».È divenuto virale il suo «questo lo dice lei». Al di là della circostanza specifica, avete azzeccato tutto nella vostra comunicazione al governo in questi mesi? C'è qualcosa che non rifarebbe? «Quella vicenda mi ha ferito. Quell'attacco venne fuori due giorni dopo la trasmissione: qualcuno aveva la volontà di descriverci come incapaci, incompetenti. La cosa fu usata mediaticamente per screditare un'analisi tecnica che peraltro non veniva da me... Per fortuna le persone intelligenti sanno giudicare la realtà delle cose».Ha sentito la battuta agrodolce (più agra che dolce) di Beppe Grillo in un suo spettacolo? «Forse eravamo impreparati, forse non eravamo all'altezza…». Siete arrivati pronti alla prova del governo? «In nessuna tappa della vita si è del tutto pronti. L'unica cosa da fare è avere l'umiltà di affrontare una situazione nuova. E poi ricordare che siamo qui per servire l'interesse nazionale e non personale. Io tra l'altro sono al secondo mandato, quindi sono totalmente libera. Non faccio nulla per me stessa».
Julio Velasco e Alessia Orro (Ansa)
Rod Dreher (Getty Images)