2018-12-22
Rimane online la pagina Facebook che indottrina gli jihadisti in Italia
«Risveglio islamico» inneggia a guerra santa e martirio. Fra i fan anche il somalo che voleva attaccare San Pietro.Per raggiungere uno dei covi di estremisti islamici più attenzionati d'Italia bisogna seguire il corso del fiume Arbia, quello che secondo Dante Alighieri si colorò «in rosso» dopo la sanguinosa battaglia di Montaperti. Quindi occorre imboccare la Cassia e spingersi sino al cimitero di Monteroni d'Arbia. Le luci tremule dei lumini schiariscono appena la strada nera che conduce al circolo culturale Restelica (nome della città di provenienza di molti di questi estremisti) che, ironia della sorte, sorge sopra una vineria, in un piccolo distretto di officine e magazzini. Qui le lunghe barbe degli integralisti non passano inosservate. Per due di loro ieri è stata ordinata l'espulsione, mentre il loro imam, già fuggito all'estero, non potrà più mettere piede in Italia.I carabinieri del Ros hanno studiato per anni l'impermeabile comunità dei kosovari wahabiti di Monteroni. Qui faceva l'imam Seat Bajraktar che ha lasciato l'Italia temendo di venire arrestato. Suo cognato, Idriz Idrizovic, 40 anni, considerato un soggetto pericoloso per la sicurezza nazionale, è stato espulso un anno fa. Anche Idrizovic era un predicatore d'odio ed era domiciliato a Olgiate Molgora, in provincia di Lecco, dove viveva con la moglie e le cinque figlie. Ieri il foglio di via è toccato proprio a Bajraktar, seguace di Bilal Bosnic e Idriz Bilibani, kosovaro di Prizren, considerati tra i più importanti reclutatori di foreign fighters. Bosnic, ex imam itinerante bosniaco, è stato arrestato nel 2014 insieme con altri 15 compagni con l'accusa di finanziamento, reclutamento e organizzazione di gruppi terroristici.La sua presenza era stata segnalata soprattutto nel nord del nostro Paese, ma anche in Toscana, dove, nel marzo 2012, è stato ospite per una settimana del centro di Monteroni d'Arbia. I sermoni recitati da Bosnic presso il Restelica sono stati tradotti parola per parola e pubblicati su Youtube.Ora il ministero dell'Interno ha deciso di vietare il ritorno in Italia del suo allievo Bajraktar e di allontanare dai nostri confini due suoi connazionali attivi nel circolo di Monteroni. Ieri i carabinieri gli stavano dando la caccia per eseguire l'ordine di espulsione. Le indagini sulla comunità kosovara trapiantata in Toscana sono state coordinate dalla Procura di Firenze e alla fine hanno portato ai provvedimenti di allontanamento. Oggi si avranno i dettagli dell'operazione. In passato alcuni giornali raccontarono che, secondo i servizi segreti dell'Aisi, Bajraktar tornava spesso in Kosovo «per rilanciare il proprio impegno ideologico militante e partecipare ad attività addestrative di tipo militare». Nel 2012 Bajraktar venne fermato sulle montagne intorno a Dragash (cittadina del Kosovo) insieme con altri kosovari della moschea senese. La polizia locale parlò di un «campeggio islamico», ma non furono trovate armi. Bajraktar avrebbe influenzato la radicalizzazione di molti giovani kosovari come Eldin Hodza, recentemente condannato in via definitiva dalla Cassazione per terrorismo con altri frequentatori della moschea di Merano (Bolzano).Gli islamici radicali kosovari sono facilmente identificabili dal loro aspetto esteriore: folte barbe e abbigliamento caratterizzato da pantaloni che lasciano scoperte le caviglie. Quasi un modo per segnalarsi al mondo. Ma a parte questo, i loro sodalizi sono difficilmente penetrabili. Ha lo stesso orientamento la moschea di Grosseto da cui sono partiti per combattere in Siria Maria Giulia Sergio, alias Fatima Az Zahra, e il marito albanese Aldo Kobuzi. Sembra che siano entrambi morti in Medio Oriente. È stata espulsa come reclutatrice anche la zia di Kobuzi, Arta Kacabuni.Nonostante queste eccezioni, le moschee in Italia non sono più il cuore del radicalismo. L'indottrinamento avviene sempre più su Internet. I ragazzi si preparano alla guerra santa nelle loro stanze, il rapporto è di uno a uno. Da una parte il predicatore, dall'altra parte dello schermo l'aspirante jihadista.Mohsin Ibrahim Omar, il terrorista somalo arrestato a Bari qualche giorno fa, è stato identificato grazie alle tracce che, come Pollicino, aveva lasciato proprio sui social network. In particolare, su Risveglio Islamico e Islamic Knowledge, «pagine Facebook», hanno scritto gli inquirenti nel decreto di fermo, «notoriamente seguite da fondamentalisti». Su Risveglio Islamico - indirizzata ai convertiti italiani - «sono state riscontrate pubblicazioni ostili nei confronti dei kuffar», ovvero gli «infedeli occidentali». Scorrere i post della pagina significa spalancare una finestra sul Medioevo, o giù di lì. L'ultima nota è una condanna del Natale, festività tra «paganesimo e satanismo». «Non entrate dai mushrikin (infedeli, ndr) nelle loro chiese il giorno delle loro feste, per la collera divina che sta scendendo su di loro», è l'avvertimento. E questo perché «è un peccato peggiore che congratularsi bevendo alcol, uccidere» oppure fare «fornicazione o adulterio».Sono pillole quotidiane di comportamento, consigli per diventare un autentico musulmano offerti ai lettori. Oltre che rappresentazione di un modo di vedere il mondo fermo a qualche secolo prima di Copernico. I terremoti, spiegano i curatori della pagina, non sono dovuti alla tettonica ma all'ira divina. Quando una donna commette adulterio, o usa il «profumo per compiacere», oppure quando le «persone iniziano a consumare alcol» e «utilizzare strumenti musicali», allora «Allah s'arrabbia sopra ai cieli e ordina alla Terra di scuoterli».L'amore è bandito, in quasi tutte le sue forme. Viene visto con sospetto, se non disprezzo. Non solo quello fisico, prima del matrimonio, ma anche quello simbolico. Non si può baciare in pubblico la donna ma nemmeno festeggiare San Valentino («Le sue origini sono in realtà crude e sanguinose»). Il regolamento di vita della pagina Risveglio Islamico impone che il vero musulmano non possa ascoltare la musica o calzare le scarpette chiodate per una partitella a pallone. È haram, vietato. Perché distrae dalla preghiera ed è ormai più un business finanziario che un gioco, oltre a creare tensioni tra le tifoserie avversarie.Quello che più preoccupa gli investigatori sono però i riferimenti alla guerra santa. Un post, intitolato «I privilegi del martirio», elenca ciò che attende un terrorista benedetto da Allah. «È perdonato dal momento che il suo sangue è versato» e non dovrà temere nulla perché «sarà risparmiato dal tormento della tomba». I like dei visitatori rimandano a profili di giovani donne e di barbuti dallo sguardo truce.Il messaggio della pagina è uno: tutta la vita di un musulmano dovrà essere attraversata dalla tensione verso l'Altissimo. Non ci sarà tempo nemmeno di celebrare il proprio compleanno. Anzi, bisognerà combattere queste degenerazioni da miscredenti. «È obbligatorio per la gente dell'islam contestarne (la legittimità sharaitica, ndr) a colui che lo festeggia» e «impedirne la diffusione, o la propaganda che alla radio, nei giornali e nelle televisioni incoraggia a far ciò e illude circa la sua liceità». Parola di Maometto.
Jose Mourinho (Getty Images)