2023-12-19
Riecco il tamponificio negli ospedali: test coatto anche per un raffreddore
Il ministero reintroduce l’obbligo di screening per l’ingresso nelle strutture sanitarie, per chiunque abbia sintomi respiratori, malgrado la crescita dei ricoveri stia rallentando. Così le corsie si intaseranno di nuovo.Secondo stime al ribasso, i Paesi europei hanno sprecato 215 milioni di dosi, quasi una per cittadino. Ma i contratti firmati da Bruxelles prevedono acquisti fino al 2027.Lo speciale contiene due articoli.Riaprono i tamponifici. «Si ritiene indispensabile che le strutture sanitarie attivino e potenzino percorsi sempre più ampi di sorveglianza epidemiologica con la ricerca di tutti i microorganismi», stabilisce la nuova circolare del ministero della Salute. Vanno fatti test diagnostici ai pazienti con sintomi respiratori, che devono entrare nelle strutture sanitarie per una visita o un ricovero. Tradotto in operatività, significa mandare gli ospedali in tilt. Il Covid non sta creando problemi nei reparti che sono «senza particolari criticità», come ha dichiarato ieri Giovanni Migliore, presidente della Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso), però si tornano ad imporre tamponi. Presentarsi al pronto soccorso con il naso chiuso, o farsi sorprendere da un colpo di tosse perché dopo aver parcheggiato a chilometri di distanza si passa da freddo gelido al caldo fastidioso degli ambulatori, renderà tutti potenziali positivi? Scatteranno i blocchi? Ritorneranno anche i percorsi Covid-19? Meno male che le Regioni dovevano essere libere di decidere in autonomia sull’intensificare o meno i controlli. A fine novembre, Francesco Vaia, direttore della prevenzione sanitaria presso il ministero della Salute, prometteva: «Con gli indicatori nuovi non faremo tamponi inutili», il monitoraggio del Covid sarebbe stato affidato alle segnalazioni dei medici di famiglia. Venti giorni dopo, ha firmato la circolare che impone il test per Sars-CoV-2, virus influenzali, virus respiratorio sinciziale (Vrs), Rhinovirus, virus parainfluenzali, Adenovirus, Metapneumovirus, Bocavirus e altri coronavirus umani. Medici e infermieri non sapranno più dove sbattere la testa, con l’aggravio enorme di lavoro che richiede l’osservanza delle nuove disposizioni. Quanto alle mascherine, ha detto che «è facoltà dei direttori delle aziende sanitarie reintrodurre l’obbligo di indossarle in base alla situazione di rischio che dovessero intravvedere, legata a una più intensa circolazione virale». È scontato che gli ospedali torneranno a imporle per «non correre rischi» nei reparti ma anche negli ambulatori, come già molti stanno facendo da mesi.Il predecessore di Vaia, l’epidemiologo Gianni Rezza, fa sapere che il tampone se lo deve fare «chi non sta bene, magari ha il raffreddore», e capirai cosa sarà mai. Però sul Messaggero spiega che i test «in particolare i fai da te possono sbagliare». Quindi, quelli acquistati in farmacia o al supermercato sarebbero soldi buttati via, in ogni caso Rezza raccomanda di «sottoporsi al test all’ultimo momento, il più a ridotto possibile del raduno familiare». Da qui all’Epifania, le autorità sanitarie vogliono che torniamo a pensare più a mascherine, tamponi e richiamo vaccinale, che a santificare il Natale. Invece di dare serenità ai nostri vecchi, dovremmo lasciarli soli se avvertiamo qualche malanno di stagione, con il quale generazioni sono sempre convissute e non solo durante le festività.C’è bisogno di ricreare un simile allarme? Secondo la Fiaso, il 77% dei pazienti è ricoverato con Covid, quindi sono in ospedale per altre cause e senza sintomi rilevanti da riferire all’infezione da Sars-CoV2. L’età media è 76 anni, la crescita di pazienti Covid nell’ultima settimana è rallentata (+15,4%), nelle terapie intensive è ferma al 4% delle ospedalizzazioni. Eppure, i toni sono esagerati. I casi «stanno dilagando, io ho invitato 100 volte il ministro della Salute, che ritiene di non dover partecipare a questo programma, ed è un peccato perché avremmo bisogno di avere delle indicazioni», piagnucola Fabio Fazio, affidando timori neopandemici e frustrazioni a un messaggio su X. Non gli basta avere Roberto Burioni ospite fisso a Che tempo che fa per parlare sempre di Covid, vuole che sia Orazio Schillaci ad alzare l’asticella delle preoccupazioni sotto le feste. «È sbagliato banalizzare il contagio, che può essere rischioso in particolare per gli anziani e i fragili», mette in guardia il professore di Igiene Fabrizio Pregliasco. Non è solo l’appello a mettersi mascherine ovunque e il tampone nel naso, l’obiettivo rimane sempre quello: spingere a porgere il braccio per l’anti Covid e l’anti influenzale. Poco interessa, a chi alimenta la campagna, informare i cittadini che Pfizer ammette di non avere compiuti studi sulla somministrazione concomitante di vaccini.Agli open day bisognerebbe andare fiduciosi che serva il richiamo e non faccia male, fingendo di ignorare quanto documentano sempre più studi scientifici. «Se uno non si vaccina, poi il terminale finale di questi problemi diventa il pronto soccorso, dove tutti si recano e, nella maggior parte dei casi, non si sono vaccinati», ha dichiarato ieri l’assessore regionale al Welfare della Lombardia, Guido Bertolaso. Sembra che lo stato di emergenza non sia mai finito.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/riecco-tamponificio-negli-ospedali-2666647118.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="in-ue-buttati-vaccini-per-4-miliardi" data-post-id="2666647118" data-published-at="1702964296" data-use-pagination="False"> In Ue buttati vaccini per 4 miliardi Almeno 215 milioni di dosi di vaccini contro il Covid-19 sono finiti in discarica, per un valore pari a circa 4 miliardi di euro dei contribuenti dell’Unione europea, ma la cifra è quasi certamente sottostimata, secondo l’analisi di Politico.eu. Per arrivare a questi numeri, la testata online ha considerato la quantità complessiva di dosi acquistate dalla fine del 2020 dall’Ue: complessivamente 1,5 miliardi (più di tre per ogni persona in Europa). Il numero dello spreco tende a corrispondere alle dimensioni dei Paesi, con la Germania che conta 83 milioni di dosi scartate e, il Lussemburgo, poco meno di mezzo milione. Al secondo posto c’è l’Italia, con 49,1 milioni di vaccini in discarica; seguono Olanda (16,28 milioni), Spagna (13,87 milioni), Romania (9,77 milioni). I dati sono stati raccolti tra giugno e dicembre. Il quadro cambia quando si misurano le dosi gettate per persona che, mediamente, in Ue vale 0,7. Se in questo caso a guidare la classifica è l’Estonia, con più di una dose per abitante sprecata, la Germania, con 0,98 dosi, segue a ruota. L’Italia (0,83) si posiziona al quinto posto. Non è facile scoprire quanti vaccini sono stati buttati. I governi, tra cui la Francia, il secondo Paese più popoloso dell’Ue, sono riluttanti a rivelare l’entità degli sprechi. In ogni caso, anche solo proiettando nel resto dell’Ue il dato medio di 0,7 dosi sprecate si arriverebbe a 312 milioni di vaccini distrutti. I calcoli del report si basano sui numeri provenienti da 19 Paesi europei: 15, tra cui l’Italia, hanno fornito i dati diretti, gli altri quattro non l’hanno fatto. Alcuni dati risalgono a questo mese; i più vecchi al dicembre 2022. Data la complessità del quadro, la testata ha eseguito un calcolo prudenziale sulla base dei prezzi dei vaccini riportati dalle testate giornalistiche, visto che, nonostante le numerose richieste e inchieste in corso, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, non ha mai reso noto l’importo pagato per il loro acquisto. Così, anche in questo i caso, Politico.eu ha utilizzato un prezzo medio ponderato di 19,39 euro a dose. Si arriva così ai 4 miliardi di euro, che è la spesa sanitaria annuale della Croazia. Molti dei vaccini in questione sono stati acquistati al culmine della pandemia, nel 2021. Durante quel periodo frenetico l’Ue ha stipulato il suo più grande contratto per l’acquisto di 1,1 miliardi di dosi da Pfizer e BioNTech. Ma sia la portata che la tempistica dell’accordo si sono rivelate problematiche, non solo dal punto di vista economico-giudiziario. I Paesi sono stati costretti ad acquistare dosi anche quando la pandemia si è attenuata. Inoltre, i vaccini continueranno ad arrivare: il contratto rivisto con Pfizer obbliga all’acquisto fino ad almeno al 2027. Per capire quanto i dati riportati da Politico.eu siano sottostimati basta guardare all’Italia. Nel 2021 sono tate gettate 60 milioni di dosi, 42 milioni nel 2022, tra scadute e non somministrate. In tutto fanno 102 milioni. L’Europa, grazie alla trattativa portata avanti dalla Von der Leyen, si è impegnata ad acquistare altri 450 milioni di fiale quest’anno, di cui 61 milioni per il nostro Paese. Dei 20 milioni di italiani in cui la vaccinazione anti Covid è raccomandata, si è attualmente immunizzato circa il 4%. In tre anni, lo spreco potrebbe valere ben più di 3 miliardi.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.