2025-05-05
Dalle infrastrutture a sanità e energia. Così l’Italia punta a ricostruire la Siria
Kamel Ghribi tra i fratelli Marco (a sinistra) e Paolo Rotelli (a destra)
Il capo di Gksd, Ghribi, visita Damasco dove investirà il gruppo San Donato. Tra i precedenti l’intesa con Edi Rama in Albania.La ricostruzione della nuova Siria passa anche per l’imprenditoria italiana. Venerdì scorso, infatti, il presidente di Gksd, Kamel Ghribi, ha incontrato a Damasco il presidente Ahmed al Sharaa, il ministro degli Esteri, Asaad al-Shaibani, e il ministro della Salute, Mussaab Nizar Alali. Gksd, per intenderci, è la joint venture tra Gk Investment Holding e il gruppo San Donato (Gsd), gigante della sanità italiana fondato e guidato dalla famiglia Rotelli. Una partnership che negli anni ha permesso a Gsd, grazie al capitale e alle competenze complementari portate dalla società di Kamel Ghribi, di consolidare la propria presenza nei mercati esteri, in particolare in Medio Oriente e Nord Africa (la cosiddetta area «Mena») e in Europa.Durante i vertici bilaterali di Damasco, ha reso noto l’azienda nel comunicato stampa, sono stati approfonditi i possibili temi di cooperazione in questa fase di ricostruzione. Tra i settori interessati vi è, naturalmente, la sanità, ma anche l’energia, le infrastrutture e i servizi avanzati. Tutti ambiti in cui il gruppo Gsd-Gksd ha maturato comprovata esperienza e spicca come eccellenza europea. Italia e Unione europea, d’altra parte, sono stati tra i primi ad allacciare relazioni diplomatiche con il nuovo regime di Damasco, ponendosi come potenziali partner del martoriato Stato mediorientale. L’individuazione di reciproci interessi economici, infatti, è un ottimo strumento per instaurare legami tra Paesi, e in questo senso le imprese private, sostenute da una buona politica estera, possono svolgere un ruolo importante.«Sono veramente entusiasta delle ore trascorse a Damasco», ha affermato Ghribi commentando l’incontro. «La Siria ha una storia millenaria e il suo è un popolo colto e laborioso, che ha saputo produrre eccellenze in un Paese di bellezza straordinaria. I suoi talenti godono di riconoscimento unanime e mondiale». «Noi», ha continuato, «siamo qui per sostenere il processo di ricostruzione perché Gksd sempre più rappresenta un player globale che supporta i processi di institutional e capacity building dei Paesi che vengono fuori da fasi complesse. Siamo pronti a dare il nostro contributo nel quadro della partnership italiana ed europea». Nell’area mediorientale, il gruppo San Donato ha già sviluppato importanti collaborazioni con l’Iraq, dove gestisce un ospedale da 500 posti letto nella città di Najaf e, in partnership pubblico-privato, il Sayyab Teaching Hospital, un grande polo ospedaliero costruito a Bassora, la seconda città irachena per popolazione. L’intesa sul centro di Bassora è di maggio dell’anno scorso, ma solo tre mesi prima era arrivato l’accordo per la gestione dell’ospedale di Najaf, segno del rapido evolversi delle relazioni commerciali una volta instaurate.Solido il legame anche con l’Arabia Saudita, al cui governo ha fornito una consulenza per la riforma del sistema sanitario. Nel Nord Africa, invece, è ormai di lunga data la presenza in Egitto, dove Gsd gestisce il centro pubblico Sheikh Zayed Hospital nella capitale Il Cairo e sta portando avanti altri progetti. Stessa cosa in Libia, dove è in corso un accordo per la gestione dei pazienti libici negli ospedali Gsd, una consulenza strategica per migliorare il sistema sanitario e, inoltre, il gruppo gestisce un ospedale a Tripoli. Importante è anche il rapporto con la Tunisia, Paese d’origine del vice presidente del gruppo San Donato, Kamel Ghribi. Secondo le ultime informazioni disponibili, vi è in essere un accordo con il ministero della Salute tunisino per inserire circa 100 infermieri all’anno negli ospedali del gruppo San Donato. Un altro accordo con la cassa nazionale Cnam prevede, inoltre, la presa in carico di pazienti tunisini presso gli ospedali Gsd.In Europa, il gruppo San Donato vede una forte presenza in Polonia, dove ha comprato l’American Hearth of Poland e poi Scanmed, diventando la più importante realtà polacca nell’ambito della cardiologia. Altri deal e accordi programmatici sono stati firmati con la Romania e, più recentemente, con l’Albania di Edi Rama, all’interno della stretta collaborazione tra Roma e Tirana stabilita da Giorgia Meloni.L’intuizione avuta all’inizio della pandemia dai fratelli Rotelli, Paolo e Marco, ossia che si fosse aperto uno spazio significativo per esportare la competenza medico-scientifica italiana oltre i confini nazionali, si è dunque rivelata corretta. L’uomo chiave di questa svolta è stato proprio Kamel Ghribi, uomo d’affari di origine tunisina e passaporto svizzero, molto vicino alla famiglia Rotelli. Il sodalizio tra Ghribi e la nuova generazione della famiglia italiana - i due figli di Giuseppe (e nipoti del fondatore Luigi) -, suggellato dalla Gksd Investment Holding, ha dato origine a questa espansione straordinaria. Le solide relazioni internazionali del tunisino e le competenze portate da Gk Investment hanno consentito al gruppo di offrire un pacchetto complessivo intorno al core business della sanità, sviluppando una vera e propria diplomazia sanitaria che, negli ultimi anni, ha agito virtuosamente di concerto con il governo italiano.