2022-11-29
Restrizioni e diktat possibili solo grazie a media complici
Obblighi e discriminazioni si sono retti su bugie e svilimento del dissenso: deriva a segno con la complicità dell’informazione.Pubblichiamo di seguito un estratto del libro Il regime in redazione. Manuale di autodifesa dall'informazione ideologica, scritto dal condirettore della Verità, Massimo de' Manzoni, con la prefazione di Mario Giordano, in edicola da domani con il quotidiano e con Panorama a 7,90 euro più il prezzo di copertina. Il volume evidenzia il ruolo fondamentale del sistema mediatico nel processo di distorsione della realtà, a tutela della narrazione dominante. Tendenza da sempre presente in Italia, ma che ha avuto una svolta estremamente negativa con la pandemia di Covicare.In Italia c’è un problema enorme e sottovalutato: la qualità e l’attendibilità dell’informazione. Molto poco di quello che di brutto, e spesso orribile, ci è capitato negli ultimi anni sarebbe stato possibile senza un sistema mediatico complice e corrivo come quello che purtroppo ci è dato in sorte. Anzi, ci è dato e basta, perché la sorte c’entra davvero poco con i meccanismi che ci hanno portato dove siamo e che si sono formati e consolidati nel tempo, stratificandosi fino a costituire quella che Marcello Veneziani chiama con felice espressione La Cappa. Quell’opprimente ragnatela di relazioni, connivenze e complicità che soffoca il dibattito pubblico. Per dirla tutta, per esempio, il Partito democratico non avrebbe mai potuto infilarsi nei gangli del sottopotere e governare per dieci anni senza mai vincere un’elezione. E figure come Oscar Luigi Scalfaro, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella non avrebbero potuto tessere le loro trame ai confini della democrazia parlamentare, venendo peraltro posti su un piedistallo e considerati quasi come divinità alle quali è bestemmia rivolgere critiche. Per non parlare (poi lo faremo diffusamente) della scandalosa e tirannica gestione della pandemia. Tutto si tiene, tutto è funzionale. E gli organi di stampa provvedono affinché si crei il clima giusto, i «reprobi» vengano messi a cuccia, gli errori e le forzature scivolino via senza intaccare né la narrazione né i protagonisti designati della stessa. Scrive acutamente una lettrice della Verità, Michela Micheletto: «La nostra percezione della realtà si basa sull’informazione che riceviamo e se l’informazione è distorta, noi viviamo in una realtà che non esiste». Ecco, è a quelli come Michela che si rivolge questo libro. Che tratta di informazione e manipolazione. Comunicazione e mistificazione. Dell’importanza crescente dell’informazione nel determinare i destini del mondo e di come molto spesso i professionisti del giornalismo falliscano, per insipienza o per dolo, nel dare una rappresentazione dei fatti il più possibile veritiera. Non che sia facile, in un mondo complesso in cui il potere, di qualunque colore e natura esso sia, ha ben presente quanto sia decisivo possedere le chiavi delle notizie per orientare a suo piacimento l’opinione pubblica. Però è un fatto che comprendere tali dinamiche sia sempre più importante per essere cittadini consapevoli di quanto stia avvenendo intorno a noi e di come le nostre vite possano essere modificate anche sulla base di percezioni cognitive sbagliate. Lo scopo del libro che tenete fra le mani è questo. […]Sui nostri media realtà e menzogna si mescolano continuamente. […] E a questo proposito ciò che è accaduto con la pandemia da Covid è qualcosa di enorme, che segna una svolta estremamente negativa anche rispetto al non esaltante standard giornalistico nazionale. Non si sa davvero da dove cominciare a denunciare le storture e i tradimenti di cui si è macchiata la categoria, dalla difesa a spada tratta di tutti i provvedimenti più illogici e illiberali (lockdown, green pass, obblighi vaccinali, mascherine all’aperto, didattica a distanza) alla negazione del metodo scientifico nel momento stesso in cui si millantava di esserne invece i più strenui paladini in contrapposizione con chi osava dubitare e porre domande circa l’efficacia delle misure o le proprietà salvifiche del dio vaccino. A mo’ di parte per il tutto, ci si può soffermare sullo scandalo delle cure negate. L’assunto di base, mutuato dal demenziale approccio cinese, è che di fronte a una malattia sconosciuta non ci fossero altre misure che il distanziamento (esasperato fino alla vera e propria reclusione) e la messianica attesa del preparato che Big Pharma stava perfezionando e avrebbe presto messo a disposizione dell’umanità in cambio di liberatorie senza precedenti e, ça va sans dire, vagonate di miliardi. La natura stessa della medicina è stata stravolta. Su disposizione del ministero retto dall’incapace (e speriamo che solo di incapacità si tratti) Roberto Speranza, non si sono fatte autopsie per capire come agisse il virus, elemento essenziale per combattere qualsiasi morbo non affrontato in precedenza; si sono intubate persone che di tutto avevano bisogno meno che di ossigeno che bruciasse i loro polmoni infiammati; soprattutto si è proclamato che nessuno dei farmaci esistenti poteva essere di qualche utilità per soccorrere i malati. […] Gli organi di informazione italiani, salvo eccezioni che si possono contare sulle dita di una mano, hanno avallato senza battere ciglio questa fallimentare linea di condotta. Anzi, hanno fatto di più e di peggio: vi hanno aderito con entusiasmo, direi con frenesia, attaccando con violenza inaudita chiunque non si uniformasse ai diktat e creando la figura del Virologo, l’Infallibile rimasto tale agli occhi dei giornalisti anche dopo aver fallito clamorosamente una, due, tre, dieci volte. Ora, oltre due anni e decine di migliaia di evitabili morti dopo, un imponente studio stabilisce che sì, in effetti l’utilizzo precoce di anti infiammatori non steroidei riduce del 90 per cento (NOVANTA PER CENTO!) le ospedalizzazioni dei malati di Covid. Ora, io sono tra quelli che si augurano che venga istituita una commissione d’inchiesta e che i responsabili politici vengano chiamati a rispondere di quello che si configura più come un crimine che come un errore. So già però che sull’eventuale banco degli imputati non salirà neppure uno dei giornalisti fiancheggiatori, i quali anzi saranno pronti a spiegare come e qualmente l’approccio alla pandemia sia stato sbagliato. Facendo intendere tra le righe che loro l’avevano sempre sospettato e, sottovoce, persino detto.
Jose Mourinho (Getty Images)