2020-03-29
«Repubblica» caccia l’ex militare appena ingaggiato contro l’epidemia
Genséric Cantournet (YouTube)
Gedi ha risolto il contratto con la società di Genséric Cantournet per la sua intervista alla «Verità». L'editore parla di «scelta unanime»: il francese sarebbe stato scaricato pure dal direttore, considerato suo sponsor.La Repubblica, La Stampa e L'Espresso) e in particolare non addestrerà più gli inviati a destreggiarsi contro il Covid-19 e altre insidie. Forse aveva ragione Genséric a sostenere che Il Fatto quotidiano porti sfiga. Almeno a lui. Giovedì scorso l'ex gendarme, parlando con noi, aveva attaccato il giornale diretto da Marco Travaglio per alcuni articoli del 2016 che lo avevano preso di mira per un clamoroso conflitto d'interessi: «Non posso spiegarglielo scientificamente, ma Il Fatto porta sfiga. Glielo dico alla luce dei miei 32 anni di carriera» affermò.Venerdì Il Fatto ha risposto, sfottendolo: «Auguri a Genséric Cantournet, l'ex militare francese che torna in Italia al gruppo Gedi per addestrare i giornalisti contro il Covid-19, dopo aver salvato dal terrorismo il servizio pubblico Rai ai tempi di Antonio Campo dall'Orto. Siamo ansiosi di sapere quando andrà a raccattare marziani nello spazio con le sue tecniche innovative». Chissà se al Fatto sapevano già che i loro auguri sarebbero diventati un coccodrillo. Infatti nelle stesse ore i vertici della casa editrice guidata, dopo il cambio di proprietà, dal presidente Marco De Benedetti, dai vice Monica Mondardini e John Elkann e dall'ad Laura Cioli, non hanno gradito l'intervista che Genséric ha rilasciato al nostro giornale e «hanno risolto il contratto» con la Kelony di cui Cantournet è presidente. I dirigenti del gruppo non hanno proprio mandato giù «l'atteggiamento» del consulente francese. Un professionista che deve avere una certa considerazione della sua persona, se ha organizzato a Padova la prima edizione del World protection forum, sua amatissima creatura, negli stessi giorni in cui in Svizzera si teneva il World economic forum di Davos. Una decisione non casuale. Per Genséric il suo evento era uno «spartiacque»: gli imprenditori dovevano scegliere o lui o Davos, «se occuparsi di economia o di protezione». Chissà se in Svizzera si sono accorti della sfida che gli era stata lanciata dal Rambo transalpino. Questi, dopo aver studiato nella migliore accademia militare di Francia, essersi arruolato nella Gendarmeria, aver combattuto in Kosovo, essere stato pluridecorato, aver iniziato la carriera diplomatica, nel 2007 era entrato in Telecom Italia come responsabile della gestione della sicurezza dei sistemi e dei processi. Nel 2015 viene scelto come capo della security della Rai, ma deve dimettersi dopo che l'Anticorruzione contesta la sua assunzione: a selezionarlo per il super impiego in Viale Mazzini era stata la società di suo padre Bernard. Ma Cantournet, che oggi guida un'azienda che vale alcuni milioni di euro, con noi non aveva tradito rammarico per quell'addio, visto che Rai si era dovuto «dimezzare lo stipendio». E alla tv di Stato prendeva un salario non trascurabile: 180.000 euro di parte fissa, più una variabile.Giovedì scorso la comunicazione di rescissione del contratto da parte di Gedi è arrivata al destinatario «secondo le procedure che si adottano in questi casi». Per la casa editrice erano venute meno le condizioni della collaborazione (probabilmente anche quelle di riservatezza) e la decisione è stata presa «con una scelta unanime a tutti i livelli e su tutti i piani». Quindi Genséric non sarebbe stato difeso neanche dal direttore di Repubblica Carlo Verdelli che era considerato un suo sponsor («So che mi stima», aveva ammesso l'ex gendarme). Pare che De Benedetti&C. abbiano poco gradito alcuni passaggi dell'intervista che Cantournet ha rilasciato nei giorni scorsi a questo giornale. In essa l'ex militare aveva lanciato accuse sul sistema di tutela dei lavoratori del gruppo e si era detto sorpreso che qualche giornalista non gradisse il suo arrivo per la vicenda dell'allontanamento dalla Rai e per il suo passato da militare di una potenza straniera: «Sono sconvolto: è la prima volta che mi sento mordere da chi tento di salvare, non mi era mai capitato» si era lamentato. Quindi aveva aggiunto: «Ho scoperto (nelle sedi di Gedi, ndr) cose fatte alle spalle dei giornalisti che non avevo mai visto in vita mia. Se denunciassi pubblicamente ciò che ho trovato lì penso che qualcuno che si occupava della sicurezza dei dipendenti finirebbe in galera». Ci aveva, inoltre, rivelato di essere «stato chiamato per l'emergenza coronavirus» e di aver procurato in pochi giorni scorte di amuchina (che prima non c'era) e di mascherine. Infine, gli avevamo domandato se in Gedi fossero attrezzati per la protezione dei dati e contro le intrusioni informatiche, e avevamo ricevuto questa risposta: «Se un'azienda non ha nemmeno l'amuchina, qual è la sua deduzione?». Forse è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.Con chi scrive Cantournet si era vantato di avere un atteggiamento molto «sportivo» nei confronti delle critiche, ma per sua sfortuna chi lo aveva messo sotto contratto ha dimostrato di non esserlo altrettanto. Ieri abbiamo provato a chiedere un commento sulla vicenda allo stesso ex consulente, il quale, all'inizio, ha provato a confermarsi imperturbabile e persino affabile. Ma dopo pochi secondi si è un po' adombrato: «Non ho ancora letto l'intervista (pubblicata due giorni prima, ndr). Sono a tavola, se mi consente di pranzare. Grazie». Clic. Le mascherine gliele chiederemo un'altra volta.
Kim Jong-un (Getty Images)
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)