2021-02-06
Renzi è un furbo, mica un padre della patria
Il direttore Maurizio Belpietro risponde a un lettore che rivendica la riabilitazione dell'ex Rottamatore per la cacciata dei giallorossi: «Matteo è intelligente e scaltro, ma la sua strategia è tutt'altro che un capolavoro. Ha affossato Conte per calcoli personali»Direttore, confesso che mi sono avvicinato al suo giornale per le difficili ed esclusive battaglie che ha fin qui condotto in solitudine. Grazie a lei e ai suoi bravi giornalisti. Sono passato dall'acquisto all'edicola all'abbonamento, prima settimanale poi quello mensile. Come vede, sono un lettore attento e non mi faccio trascinare dal «vento» del momento. Vengo al dunque: trovo in lei, e si nota in ogni singola apparizione in tv o scritto, un livore eccessivo nei confronti di Matteo Renzi. Mi permetta di dire, da liberale a liberale, che tale atteggiamento non è giustificato. Non sto a prendere le difese di Renzi, ci mancherebbe altro, ma non vedere in questa ultima «operazione» le ragioni di Renzi, non riconoscergli che grazie alla sua operazione ha mandato a casa un'accozzaglia di incompetenti, mi è incomprensibile. Le sembra poco? Sputtanarli, dividerli, ridicolizzarli! Lei mi dirà: troppo tardi, è stato lui a «fondarla». Tutto vero. Ma una operazione così ben fatta, da ridicolizzare i 5 stelle assieme al Pd, in un sol colpo, se non lo assolve, sicuramente lo riabilita. Non le pare? lo, lo definirei il «capolavoro» di Renzi.Il pensiero di un suo abbonato. Con stima,Evaristo Maltempi<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/renzi-e-un-furbo-mica-un-padre-della-patria-2650337197.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-risposta-del-direttore" data-post-id="2650337197" data-published-at="1612568954" data-use-pagination="False"> La risposta del direttore Caro Evaristo, non so se quello fatto da Renzi sia da considerare un capolavoro, di certo l'uomo ha vinto la sua sfida con Conte e gli va dato atto di aver avuto coraggio e perfino di averci fatto un favore, liberandoci - sempre che non rientrino dalla finestra - di alcuni imbarazzanti ministri che facevano parte del governo giallorosso. Detto ciò, la voglio rassicurare: nei confronti del fondatore di Italia viva non ho alcun livore, più semplicemente lo considero un giocatore d'azzardo, anzi un baro, per l'abitudine a dire una cosa e farne un'altra. Vede, io do per scontato che qualsiasi politico abbia una certa attitudine a mentire. Se facessimo una raccolta dei discorsi dei leader dalla prima Repubblica a oggi, ne troveremo delle belle. Per restare ai protagonisti degli ultimi trent'anni, da Berlusconi a Fini, da D'Alema a Conte non so quante volte abbiano cambiato idea. Tuttavia, la quota di menzogne deve essere accettabile, cioè deve rientrare tra le cose che impone la politica, altrimenti è altro. Ecco, io ritengo che Renzi superi abbondantemente la quota di sopportazione. Un tipo che giura di non andare a Palazzo Chigi senza passare dagli elettori; che dice al presidente del Consiglio «stai sereno» e due settimane dopo gli soffia la sedia; che promette agli italiani di ritirarsi dalla politica se il suo referendum sarà bocciato; che mostra il suo conto in banca, dichiarandosi povero in canna, salvo poi acquistare di lì a poco una casa da oltre un milione, come lo vogliamo considerare? E qui naturalmente ho contato solo le balle più grosse, ma volendo se ne potrebbero aggiungere altre. Per me, caro Evaristo, la dose di spregiudicatezza è eccessiva: capisco che se vuoi far politica devi essere pronto a cambiare strategia e che la tattica impone continui ripensamenti, ma se va bene tutto e anche il suo contrario, io mi domando chi ho davanti e soprattutto se mi debba fidare di un simile personaggio. Non nego che Renzi sia intelligente e che abbia talento: l'uomo sta sopra diverse spanne a tutti i suoi detrattori e anche ai suoi sostenitori. Se dovessi attribuirgli delle qualità, direi che è furbo, scaltro, privo di remore e dunque perfetto per un certo gioco che permetta di sorprendere l'avversario. In questo concordo perfettamente con il giudizio di Rino Formica, indimenticato ministro delle Finanze ai tempi di Craxi, l'uomo a cui si devono lapidarie definizioni come quella sull'assemblea socialista, composta da «nani e ballerine», ma anche sulla politica, fatta di «sangue e merda». Secondo Formica, Renzi resta un guastatore: «A scopone è l'uomo dello spariglio, ma non potrebbe mai dare le carte, perché la sua passione per la demolizione prevale». È vero, ha fatto cadere Conte e di questo gliene rendo merito, ma non credo che lo abbia fatti per motivi ideali, bensì per calcolo. Mi dicono che il giorno della trattativa, quello che costrinse Roberto Fico a gettare la spugna e ad aprire la porta a Draghi, il fondatore di Italia viva avesse ottenuto di avere tre ministri e un paio di sottosegretari, ma poi l'uomo ha piantato in asso tutti perché i grillini non volevano al governo Maria Elena Boschi. Non so se sia vero, ma Renzi è Renzi: un tipo spregiudicato, che persegue con determinazione i propri interessi e i propri obiettivi. È bravo, anzi bravissimo, ma inaffidabile per chi anteponga altre logiche e il viaggio a Riad ne è la prova evidente. Non puoi parlare in Parlamento di vulnus alla democrazia, rimproverare Conte per aver intrattenuto rapporti con Trump e poi dire che un Paese non ancora uscito dal Medioevo, dove si fanno a pezzi - letteralmente - i dissidenti e si mozza la testa agli avversari, sia il luogo di un nuovo Rinascimento. D'accordo, il cinismo è parte integrante della politica, ma credo ci siano dei limiti.Infine, caro Evaristo, mi permetta di dire un'ultima cosa. Lei scrive: Renzi ha mandato a casa un'accozzaglia di incompetenti, sputtanandoli, dividendoli e ridicolizzandoli. Sì, mi auguro che sia proprio così e spero che dopo averli cacciati non rifaccia con loro un altro governo, consentendogli di rientrare a Palazzo Chigi, per di più non con Conte ma con Draghi, cioè giocando l'ultima carta per salvarci di cui disponiamo. Mi spiego: io i giudizi sono abituato a darli alla fine, quando le bocce sono ferme, e in queste ore di fermo non c'è nulla, neppure la certezza che i 5 stelle siano definitivamente fuori dai giochi, il loro reddito di cittadinanza cancellato, le follie anti-industriali accantonate. Per ora, di sicuro c'è solo una cosa, e cioè che se abbiamo avuto il governo Conte bis, con Nunzia Catalfo, Lucia Azzolina, Vincenzo Spadafora e compagnia ignorante (nel senso che ignora) lo dobbiamo a Renzi, all'uomo che nell'agosto del 2019 fece la mossa del cavallo. Insomma, tanto per capirci: lei mi sta chiedendo di applaudire uno che, dopo aver appiccato l'incendio e aver mandato mezza casa in fumo, si dà da fare per spegnere le fiamme?
(Arma dei Carabinieri)
Nella serata del 25 novembre i Carabinieri della Compagnia di Milano Duomo hanno arrestato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti due bergamaschi, un palermitano e un soggetto di nazionalità spagnola, rispettivamente di 28, 32, 29 e 54 anni.
I militari dell'Arma, nel corso di un più ampio servizio di prevenzione generale organizzato per le vie di Milano, insospettiti da un autoarticolato con targa spagnola di dubbia provenienza, dopo una prima fase di monitoraggio fino alla provincia di Bergamo, hanno sorpreso i soggetti mentre scaricavano 10 borsoni dal mezzo, all’interno di un capannone.
Alla perquisizione, sono stati trovati 258 chilogrammi di hashish, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati.
L’autoarticolato, sottoposto a sequestro, è risultato dotato di un doppio fondo utilizzato per nascone la droga.
Nel corso dei successivi accertamenti sviluppati nelle abitazioni degli indagati, sono stati rinvenuti in casa del 28enne altri 86 chili di hashish, termosigillati e nascosti all’interno di un congelatore oltre a materiale per il confezionamento, due pistole cariche con matricola abrasa, munizioni e materiale riconducibile ad altri reati tra cui t-shirt riportanti la scritta «Polizia», un paio di manette, una maschera per travestimento, il tutto ancora ancora al vaglio degli inquirenti. Per il 28enne è scattato l’arresto anche per detenzione abusiva di arma clandestina. Nell’abitazione del 29enne sono stati invece trovati altri 4 chilogrammi di droga, anche questi custoditi in un congelatore, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati. Complessivamente, sono stati sequestrati circa 348 chilogrammi di hashish.
Su disposizione del Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Bergamo, i quattro sono stati portati nel carcere di San Vittore di Milano in attesa dell’udienza di convalida.
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Brian Hughes (Getty Images)