2024-03-25
Caro Brunetta, reagisca: vogliono darle uno stipendio a tradimento
Renato Brunetta (Imagoeconomica)
Caro Renato Brunetta, le scrivo questa cartolina per avvertirla che le stanno per fare un brutto scherzo: le vogliono dare un ricco stipendio, in aggiunta alla sua già notevole pensione.Per la verità non si potrebbe perché la legge lo vieta: lei infatti è presidente di un ente pubblico, il Cnel, dove i pensionati possono lavorare solo gratis, come ha fatto per cinque anni il suo predecessore Tiziano Treu. Ma ora, sicuramente a sua insaputa, è stata infilata un norma ad hoc, due righe dentro il decreto Pnrr (ovviamente urgente) con cui quel divieto viene eliminato ad personam. Cioè solo per lei. Un privilegio, insomma, in perfetto stile «io sono io e voi non siete un cazzo», che, ne sono sicuro, lei non potrà accettare: chi è nato socialista non può morire Marchese del Grillo…Perciò le scrivo, sfidando le sue proverbiali ire: voglio avvertirla di quello che sta succedendo. Ma insomma: come si permettono di farle fare una così brutta figura? Lei ha da poco firmato uno studio con cui ha liquidato in tutta fretta il salario minimo (9 euro) dicendo che non serve a nulla. E adesso qualcuno vuole convincerla che servirebbero invece 240.000 euro l’anno per lei, che per altro già prende una bella pensione? Nove euro per un disgraziato che non ha altra entrata sono troppi e 240.000 euro per un pensionato di lusso sono pochi? Suvvia, chiami subito e dica: not in my name, non nel mio nome. Si dissoci da questa stupidaggine.La sua lunga carriera non merita tutto ciò. Anche perché, diciamolo, in fatto di figuracce lei non ha mica bisogno degli aiuti dall’esterno. Sa far benissimo da solo. Come quel giorno del giugno di due anni fa che inveì contro un lavoratore: «Sei un dipendente? Perché cazzo parli?», disse. E poi: «Non ti lascio parlare perché il microfono ce l’ho io, quindi comando io. Continua a fare il tappezziere, dipendente». Più o meno un anno prima aveva festeggiato l’introduzione del green pass («misura geniale»), esaltandosi, da vero liberale, all’idea che ci volesse finalmente un permesso «per andare in banca, alle poste, all’Inps». «A chi non si vaccina dovremmo impedire la socialità», aggiunse poi qualche mese più tardi. E per fortuna la pandemia è finita prima che lei prendesse in considerazione, umano com’è, la reintroduzione della tortura.Del resto lei se l’è sempre presa un po’ con tutti. I lavoratori precari? «La parte peggiore dell’Italia». Le donne? «Volubili e amanti del potere». I poliziotti? «Panzoni». Gli impiegati pubblici? «Fannulloni». A un giornalista di La7 telefonò in diretta: «Lei è un cretino». Se la prese anche con il Cnel: «Un’etichetta sotto cui non c’è niente di importante», disse nel 2016. E siccome sotto non c’è niente di importante lei ne è diventato presidente. Ora qualcuno vuole darle pure uno stipendio, ma, la prego, almeno questo se lo risparmi. Se pensa che il divieto di cumulo fra pensioni e stipendi pubblici sia da abolire, lo dica, ci metta la faccia e proponga una legge, magari proprio a nome del Cnel, che così almeno dimostra di servire a qualcosa oltre che a negare il salario minimo ai disperati. Ma una legge che vale per tutti. La leggina ad personam, messa lì, di nascosto, dentro un provvedimento che non c’entra nulla, solo per pagare lei, è una cosa inaccettabile. Una cosa che dovrebbe farla arrabbiare tantissimo. Perfin più di questa cartolina.
Jose Mourinho (Getty Images)