2020-09-01
Regioni in pressing sul Mit. «Mezzi pieni fino all’80% o non daremo l’ok a Roma»
Gli amministratori: «300 milioni per i trasporti». Roberto Speranza pontifica con l'Oms, però le sue rassicurazioni vengono smentite: a Verbania un liceo chiude per un solo contagio.Lasciate ogni Speranza o voi che entrate (a scuola). Il ministro della Salute, Roberto Speranza, pochi giorni fa, a chi gli domandava cosa sarebbe accaduto nel caso di un contagiato da coronavirus in una scuola, rispondeva lapidario: «Si interverrà sulla classe e sui professori, ma l'idea di chiudere tutto l'istituto è semplicemente assurda». Ora due sono le cose: o Speranza parla senza sapere di cosa, e allora gli italiani hanno motivo di essere molto preoccupati, oppure mentiva sapendo di mentire, che forse è pure peggio. La prova? Ieri a Verbania, in Piemonte, nel più importante istituto superiore della città, il Cobianchi, si è registrato un caso di Covid, ed è stata chiusa tutta la scuola. Proprio così: è successo esattamente il contrario di quanto aveva previsto il ministro della Salute, peraltro in ottima compagnia: la chiusura di una intera scuola in caso di un contagiato, infatti, era stata esclusa pure dall'Istituto superiore di sanità. Nel documento ufficiale dell'Iss, intitolato Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell'infanzia, al capitolo 2, «Risposta a eventuali casi e focolai da Covid-19», si legge testualmente: «Se un alunno o un operatore scolastico risulta Covid-19 positivo, il Dipartimento della prevenzione della Asl valuterà di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori scolastici esposti che si configurino come contatti stretti. La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata dal Ddp in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all'interno della comunità. Un singolo caso confermato in una scuola», recita il documento dell'Iss, «non dovrebbe determinarne la chiusura soprattutto se la trasmissione nella comunità non è elevata». Manco a dirlo, ieri a Verbania, a causa di un caso di positività, è stata chiusa tutta la scuola, un istituto frequentato da circa 1.700 studenti, con un'offerta formativa tecnica (Chimica, Meccanica ed elettrotecnica, Informatica, Elettronica) e licei Biologico, Scienze umane e sociali, Linguistico moderno e scientifico tecnologico, nella quale si stavano svolgendo, dallo scorso 26 agosto, i corsi di recupero. «Si comunica», scrive sul sito della scuola il dirigente scolastico, Vincenza Maselli, «che l'Istituto Cobianchi sospende le attività didattiche a partire da lunedì 31 agosto 2020 per consentire lo svolgimento di un intervento di sanificazione dei locali, così come previsto dalle attuali normative per il contenimento della pandemia da Covid-19. L'intervento si è reso necessario poiché un utente, entrato recentemente in istituto, è risultato positivo al virus Covid-19. La sicurezza degli alunni e di tutto il personale scolastico è, per l'Istituto Cobianchi, prioritaria rispetto a qualsiasi altro interesse. La riapertura della scuola» precisa la Maselli, «avverrà quando saranno terminati i lavori di sanificazione e si potrà così garantire l'accesso in totale sicurezza. Tale data verrà comunicata il prima possibile». «Dovrebbero arrivare a sanificare», spiega la Maselli a La Presse, «siamo in attesa. La scuola è molto grande. Sarà sanificata la zona frequentata per quattro giorni dalla persona risultata positiva. Avevamo riaperto le attività il 24 per procedere con gli esami, anche per i privatisti, e i corsi di recupero. Non appena ricevuto l'esito del tampone, abbiamo chiuso l'istituto e bloccato le attività di recupero in loco dei ragazzi che dovevano ripartire in presenza domani. Prima di ogni cosa tengo alla salute dei ragazzi e dei docenti. Riapriremo la scuola solo dopo aver sanificato. L'avvio del nuovo anno scolastico sarà in classe», conclude, «il 14 torneremo tutti a scuola».La decisione della preside è comprensibile: di fronte a un caso di positività (a quanto pare si tratta di un insegnante) ha chiuso tutto, come probabilmente avrebbe fatto al suo posto ciascuno di noi. Il problema è che questa decisione è sintomatica della situazione di incertezza nella quale il governo, a partire dal premier Giuseppe Conte e dal ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, ha abbandonato studenti, famiglie, dirigenti scolastici, docenti e personale: non a caso, la preside ha chiuso tutto mentre l'Iss e Speranza avevano escluso questa eventualità. Lo stesso Speranza, ieri, al termine di un meeting internazionale sull'emergenza pandemia, ha rilasciato una dichiarazione congiunta con il direttore regionale per l'Europa dell'Oms, Hans Kluge: «Abbiamo convenuto», spiegano Kluge e Speranza, «che esiste un'ampia gamma di misure che possono essere prese in considerazione per la riduzione del rischio negli ambienti scolastici. L'igiene delle mani, il distanziamento fisico, l'uso di mascherine dove appropriato, la permanenza a casa in caso di malattia -sono le pietre angolari di un'istruzione scolastica sicura».Intanto, ieri, si è svolto il confronto tra governo e Regioni sui trasporti pubblici. Le Regioni, minacciando di non dare il via libera all'esecutivo, hanno chiesto al ministro dei Trasporti, Paola De Micheli, di concedere la possibilità di occupare fino all'80% dei posti disponibili, seduti e in piedi, su tutti i mezzi (autobus, treni, funicolari come da libretto di immatricolazione; 300 milioni in più per l'acquisto di servizi aggiuntivi per coprire il 20% mancante; regole certe e rapide su eventuali subaffidamenti necessari a coprire il 20% rimanente del servizio, facendo anche ricorso a deroghe su divieti di subappalto, previsti nei contratti di servizio.