2024-02-23
I grillini vogliono dare il reddito anche ai patiti della Playstation
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All'esame delle commissioni Cultura e Lavoro la risoluzione firmata M5s sulla disciplina contrattuale dei «gamer», che li introdurrebbe nel mondo del lavoro e del salario minimo come «professionisti» al pari dei veri atleti. Reddito anche per i «cosplayer».Mentre a Bruxelles stava per passare la direttiva sui lavoratori delle piattaforme digitali, che avrebbe determinato l'assunzione coatta di 30 milioni di persone, il M5s, per non essere da meno dei socialisti europei, ha tirato fuori a Montecitorio un autentico colpo di genio. Mercoledì scorso, infatti, le commissioni riunite Cultura e Lavoro hanno iniziato l'esame di una risoluzione firmata dal gruppo pentastellato, che nelle intenzioni dei promotori dovrebbe essere l'avanguardia del diritto del lavoro nell'era digitale, ma che a una lettura attenta ha già suscitato l'ironia di più di un addetto ai lavori. Di cosa si tratta? Il titolo recita «disciplina degli e-sports», termine anglofono che negli ultimi anni ha soppiantato il più arcaico e autoctono «videogiochi». Non si può negare che ormai il fenomeno dei videogiochi sportivi, a livello globale, è diventato diffusissimo e, complice lo scoppio della pandemia, ha raggiunti livelli di organizzazione e di competitività molto alti. I tornei di videogiocatori sono sempre esistiti, ma i social hanno contribuito a creare una sorta di star-system dei giocatori virtuali.Tanto che in zone del pianeta come l'Asia (soprattutto Giappone e Corea) moltissimi giovani stanno abbandonando la pratica degli sport veri e propri a favore dei videogiochi, sollevando anche un certo allarme per uno stile di vita che in alcuni casi sta scivolando verso la dipendenza e talvolta nella sindromi alla quale, nel paese del Sol Levante, hanno dato il nome di «Hikikomori», ovvero dell'autoisolamento e del rifiuto della socialità reale. Detto questo, i parlamentari grillini, verosimilmente sotto l'impulso di qualche organizzazione di categoria o di qualche gruppo di patiti della Playstation (magari strizzando l'occhio ai gamer da milioni di follower), hanno buttato giù un testo che, se da risoluzione per assurdo diventasse legge, introdurrebbe per la figura del videogiocatore delle regole da fare invidia ai dipendenti della pubblica amministrazione. Tra i punti del dispositivo della risoluzione, le vette sono rappresentate dalle richieste di «individuare piani di fine carriera per i player professionisti e per il loro conseguente inserimento nel mercato del lavoro», oppure «garantire un corretto inquadramento contrattuale sul piano lavorativo e definire salari minimi per i player e chi opera nel settore». Il salario minimo, insomma, per M5s va riconosciuto anche ai virtuosi del videogioco, per i quali andrebbe introdotto anche il professionismo, al pari degli atleti in carne e ossa. Ma nella risoluzione non c'è solo il «reddito di videogiocanza», si va oltre: con un volo pindarico di parla anche del «riconoscimento ufficiale professione di cosplayer nel mondo dell'arte e dello spettacolo, al fine di garantire condizioni di lavoro adeguate e le relative tutele, nonché un'equa compensazione». Orbene, cos'è un cosplayer, per chi ancora non lo sapesse? Anche in questo caso la pratica arriva da Giappone e Corea del Sud, e anche in questo caso è stata associata spesso a fenomeni di isolamento e di fuga dalla realtà degli adolescenti: i cosplayer sono coloro che amano andare in giro vestiti come dei personaggi di un fumetto, di un film o di una serie tv, e anche dalle nostre parti il fenomeno ha preso piede non solo in occasione di fiere o eventi settoriali, ma anche nella vita quotidiana. Un carnevale permanente, nei casi più sani, un altro modo per fuggire dalla realtà ed evitare l'interazione sociale, nei casi più allarmanti. Ma per i deputati grillini, anche il cosplayer merita un inquadramento, perché quello di attore, mimo o performer suona ormai come obsoleto. Quasi come il reddito di cittadinanza.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.