2021-10-18
Settimana clou per il fisco. Più quota 100 e Rdc vuol dire più tasse
Iniziano i lavori sui temi più caldi per il contribuente: i nodi sono tempi e risorse.Inizia oggi una settimana importante per le tasche degli italiani. Già oggi, infatti, dovrebbe esserci un primo giro di tavolo tra i ministri per l'illustrazione della bozza della legge di bilancio, che poi il Cdm dovrebbe licenziare in settimana, inviando il testo alle Camere. Tre le partite aperte. La prima è quella del reddito di cittadinanza (già rifinanziato in estate con 1 miliardo aggiuntivo e venerdì scorso con altri 200 milioni). In manovra dovrebbe trovare posto un altro cospicuo rifinanziamento (se Iv, Fi e Lega, le tre forze contrarie, non riusciranno a opporsi), accompagnato da una conferma più revisione della misura. Ovviamente i grillini - nella comunicazione - valorizzeranno la notizia della «salvezza» della loro bandiera. Mentre Palazzo Chigi e Mef cercheranno di porre l'accento sulle tre novità in cantiere: un inasprimento dei controlli (dopo il quotidiano stillicidio di percettori abusivi del sussidio); un calo nel tempo dell'entità del sussidio (per scoraggiare un'attitudine passiva da parte di chi lo riceve); e anche una possibile modifica dei criteri di assegnazione. Certo, però, anche grazie al consueto paravento europeo, i grillini potranno rivendicare il fatto che il loro provvedimento resterà in piedi, essendo stato a suo tempo concepito per essere permanente, non temporaneo, non soggetto a scadenza. Non altrettanto si può dire per la seconda partita, quella relativa a quota 100, che nacque esplicitamente come un esperimento triennale. Ora il triennio è finito, e quindi la manovra certificherà inevitabilmente la fine della misura. Non è chiaro cosa possa sostituire quel regime (ci sono simulazioni intorno a quota 102, con alcune possibili varianti). Ma il centrodestra si è dato un obiettivo per lo meno comprensibile rispetto all'opinione pubblica: e cioè che le nuove risorse stanziate in manovra per la previdenza non siano inferiori nemmeno di un centesimo rispetto al costoso (e discutibile) rifinanziamento del reddito di cittadinanza. La terza partita riguarda le tasse. Intanto, un dettaglio tecnico: mentre le misure di cui abbiamo parlato finora avranno una definizione relativa al triennio 2022-2024, la manovra investirà il triennio 2023-2025. Quanto ai contenuti, al di là delle pesanti incognite che riguardano un altro veicolo (e cioè la delega fiscale), resta da capire cosa sarà invece oggetto di intervento immediato in legge di bilancio. La differenza non è di poco conto: la delega richiede mesi di esame parlamentare e poi il varo dei decreti delegati, mentre la legge di bilancio è un treno che deve tassativamente arrivare in stazione entro il 31 dicembre. Probabile che sul binario più lento della delega restino l'Iva, il riordino delle tax expenditures, oltre alla bomba a orologeria del catasto. Anche se resta da capire chi avrà il coraggio di arrivare alla campagna elettorale per le politiche sulla scia di tre eventuali interventi sgraditi e sgradevoli per i contribuenti. Mentre un primo intervento fiscale (specie sull'Irpef, e stavolta nel senso dell'alleggerimento) potrebbe essere già anticipato in questa manovra. Ma con quali risorse? Le indiscrezioni sono ancora vaghe, varie e comunque magre, con un ventaglio di risorse oscillante dai 3-4 miliardi fino al massimo di una somma comunque inferiore ai 10. E in ogni caso, anche nell'ipotesi più generosa, stiamo parlando di omeopatia, di dosaggi bassissimi, cioè di interventi difficilmente percettibili dal contribuente per la loro esiguità. La ripresa non passa da qui: passerebbe invece da tagli fiscali robusti, al momento purtroppo spariti perfino dai radar del dibattito pubblico.