2021-04-19
Reddito agli extracomunitari. In migliaia sotto inchiesta
Nella città di Beppe Grillo un filone sul sostegno alla cittadinanza voluto dal M5s. Già iscritti circa 500 stranieri, molte più posizioni al vaglio: si indaga su assegni illeciti ottenuti tramite i Caf. I soldi? Quasi tutti all'estero. Genova rischia di diventare la Waterloo del reddito di cittadinanza, la città dove si estrinsecherà definitivamente il peccato di hybris commesso dal Movimento 5 stelle, quando annunciò, per voce di Luigi Di Maio, la sconfitta della povertà. E non deve essere un caso che il fallimento di quel sogno si stia concretizzando nella città soprannominata La Superba, la stessa che ha dato i natali al Napoleone pentastellato, Beppe Grillo da Sant'Ilario.La Procura del capoluogo ligure, guidata da Francesco Cozzi, ha infatti iscritto sul registro degli indagati i nomi di centinaia di cittadini extracomunitari che hanno chiesto e ottenuto il reddito senza averne i requisiti. I giornali locali il mese scorso parlarono di 250 persone sotto inchiesta, ma adesso queste sono almeno raddoppiate. Di certo le posizioni al vaglio dei pm e della Guardia di finanza sono diverse migliaia e molte di queste si trasformeranno in denunce e conseguenti iscrizioni. L'Inps a partire dal 2019 avrebbe erogato diversi milioni di euro non dovuti a cittadini stranieri. Gli inquirenti, coordinati dall'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati, hanno davanti un'impresa titanica che sta coinvolgendo un intero pool di magistrati. Infatti ogni giorno la lista di chi ha incassato il reddito illecitamente si allunga. A trasformare il danno anche in una beffa è il fatto che molti dei percettori sono passati dall'Italia per un breve periodo e altri inviano quanto ricevuto all'estero. Insomma gran parte dei soldi erogati non viene nemmeno spesa in Italia. Il sospetto di magistrati e investigatori è che dietro possa esserci una precisa regia. Nel mirino sono finiti in particolare alcuni patronati o centri di assistenza fiscale del centro storico di Genova a cui si sarebbe rivolta la gran parte degli indagati per presentare la richiesta con le false autocertificazioni sui requisiti necessari. Ad attirare l'attenzione degli investigatori è stata la mole di richieste partita da un esiguo gruppo di Caf, domande che, ai controlli, hanno mostrato di avere quasi tutte lo stesso tipo di irregolarità. Gli indagati, provenienti da Paesi extra Ue, esclusi dall'obbligo di tracciamento patrimoniale e quasi tutti nella fascia di età tra i 30 e 50 anni, hanno dichiarato in autocertificazione di essere stati residenti in Italia per almeno 10 anni, di cui gli ultimi due continuativi, come previsto dalla legge. Ma dagli accertamenti svolti dagli investigatori è emerso che il primo ingresso degli indagati registrato nel nostro Paese risultava essere avvenuto in epoca più recente. Adesso gli inquirenti, che hanno già svolto diversi interrogatori, vogliono verificare se dietro a questa concentrazione di domande irregolari transitate nella città vecchia cantata da Fabrizio De André si nasconda un sistema in cui ai richiedenti privi di requisiti venga fornito un supporto per aggirare le norme, magari in cambio di una percentuale sul reddito, o se, al contrario, i Caf che hanno fatto da collettori delle richieste non fossero al corrente delle autocertificazioni farlocche. L'ipotesi di reato al momento contestata è quella di violazione dell'articolo 7 della legge 26 del 2019 (quella che ha istituito il reddito di cittadinanza), in base alla quale chiunque «al fine di ottenere indebitamente il beneficio [...] rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni». Il reddito di cittadinanza viene erogato dall'Inps ai cittadini italiani, agli stranieri comunitari iscritti all'anagrafe del Comune di residenza e ai cittadini extracomunitari (rifugiati, titolari di protezione sussidiaria con permesso di soggiorno di lungo periodo), in possesso di specifici requisiti di reddito e patrimonio familiare nonché di residenza. Il richiedente non deve essere sottoposto a misura cautelare personale o essere stato condannato in via definitiva, nei dieci anni precedenti la richiesta, per delitti particolarmente gravi individuati dalla legge 26. Da alcuni accertamenti, come detto, è risultato che, per ottenere il sussidio, gli indagati avevano «autocertificato» il possesso dei requisiti minimi richiesti dalla legge, manipolando, nella maggior parte dei casi, la data d'ingresso sul nostro territorio. Alcuni denunciati hanno anche rilasciato false dichiarazioni sulla residenza. Un piccolo spaccato sul fenomeno si è registrato in un filone d'indagine dei carabinieri, i quali hanno denunciato 37 cittadini extracomunitari (23 nigeriani, quattro senegalesi, un tunisino, un ghanese, un afghano, tre gambiani, due ivoriani, due marocchini) molti dei quali residenti presso strutture di accoglienza genovesi, altri al momento irreperibili, e 5 romeni, entrati come «turisti», tutti ritenuti responsabili a vario titolo dell'indebita percezione del reddito di cittadinanza. Tra i furbetti c'era anche uno straniero che, forse con quei soldi, aveva acquistato hashish destinato allo spaccio. Il denaro percepito potrebbe essere molto difficile da recuperare, ragion per cui la Procura avrebbe anche chiesto al gip il sequestro delle somme già percepite dagli attuali indagati e si prepara a coinvolgere l'Inps nel tentativo di contenere il rischio. Nel 2019 in Liguria i nuclei familiari che percepivano il reddito di cittadinanza erano 23.580, ma nel 2020, complice anche la pandemia, sono saliti a 34.315. A gennaio 2021 altre 2.574 famiglie avevano presentato la richiesta per il contributo, che l'anno scorso era in media di 492,66 euro.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)