I giornalisti dovrebbero disertare le conferenze stampa di Giuseppe Conte. Perché non sono conferenze stampa, dove un cronista pone una domanda, anche polemica, e per conto dell'opinione pubblica pretende una risposta chiara e non evasiva. Quelle del presidente del Consiglio sono passerelle senza contraddittorio. Monologhi dove il premier fa mostra del proprio linguaggio involuto, pieno di iperboli e di citazioni, in giuridichese e politichese. Per il capo del governo la conferenza non è un'occasione per informare, ma per celebrare il proprio ego, per dispensare promesse e cercare consenso. Ogni volta gli aggettivi si sprecano e i superlativi anche. L'iniezione di liquidità a favore delle aziende è poderosa, ma nessuno si azzardi a dire che in realtà è minima (...)
Emmanuel Macron durante il «discorso sull'Europa» alla Sorbona (Ansa)
L’inquilino dell’Eliseo si veste ancora da capo militare: «Più difesa comune e deterrenza nucleare, che noi abbiamo». Scholz si accoda. Brutta notizia per Zelensky: se l’Europa rinnova il suo scudo anti missili, non potrà dargli più contraeree.
Matteo Salvini e, sullo sfondo, Roberto Vannacci (Ansa)
Dopo mesi di indiscrezioni, annunciata la presenza del militare nelle liste della Lega alle Europee. L’autore de «Il mondo al contrario»: «Manterrò la mia identità». Ma nel partito c’è chi rumoreggia.
(Ansa)
Le Carte fondamentali non sono mai concepite in opposizione a qualcuno, si tratta di patti sul presente e sul futuro. Persino in Germania nessuno pensa che le leggi siano definibili «antinaziste».
L' ad della Rai Roberto Sergio (Ansa)
L’Unirai: «No alla mobilitazione politica». Intanto Edi Rama sfida «Report» in diretta.