2024-11-20
Razzi di Hezbollah sui nostri soldati. E Tajani «corregge» Crosetto
Il titolare della Difesa in un primo momento aveva accusato l’esercito israeliano.Ieri pomeriggio otto razzi da 107 millimetri hanno colpito il quartiere generale del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil a Shama, nel sud del Libano. Colpite anche alcune aree all’aperto e il magazzino ricambi della base, dove fortunatamente non era presente alcun soldato. Non si registrano feriti ma mentre scriviamo cinque militari italiani sono sotto osservazione nell’infermeria della base. Le loro condizioni non destano particolari preoccupazioni. Chi è stato? Inizialmente il ministro della Difesa Guido Crosetto si era detto convinto che i responsabili fossero i militari israeliani: «Oggi c’è stato un nuovo attacco su una base di Unifil. Sono caduti tre razzi sulla base di Shama. È intollerabile. Ho cercato e non l’ho trovato, lo cercherò adesso appena uscirò da questo edificio (si trovava al Consiglio Ue Esteri Difesa a Bruxelles, ndr), il mio nuovo collega israeliano per ribadire quello che avevo già ribadito a Gallant. Ovvero che le basi di Unifil sono basi che intanto rappresentano la missione Onu internazionale ma poi sono di Paesi che sono amici di Israele». Poi Crosetto ha proseguito dichiarando: «È intollerabile che ci siano attacchi e non possiamo più tollerare che questi errori si ripetano con questa frequenza. Per cui vanno date delle disposizioni chiare e inequivocabili alle forze che operano sul campo e mi auguro che sia stato fatto da questo nuovo ministro come era stato fatto dal vecchio ministro». Qualche minuto prima delle parole del ministro della Difesa l’esercito israeliano su X aveva chiarito: «I razzi che hanno colpito una postazione dell’Unifil nel Libano meridionale nei pressi del villaggio di Ramyeh sono stati lanciati da Hezbollah». In precedenza, fonti della Difesa di Gerusalemme avevano spiegato nel dettaglio che «otto razzi da 107 millimetri hanno colpito il quartiere generale del contingente italiano e del settore Ovest di Unifil a Shama, nel sud del Libano, senza causare feriti tra i soldati italiani. Secondo le Forze di difesa israeliane i razzi sarebbero stati lanciati da Hezbollah dalla zona di Deir Aames in uno dei suoi bombardamenti verso Israele». Poi a mettere fine a possibili speculazioni ci ha pensato il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «A giudicare dal tipo di razzi, possiamo confermare che sia stato Hezbollah a colpire la base Unifil. Hezbollah non ha alcun diritto di toccare le truppe italiane, che hanno garantito la sicurezza anche di Hezbollah ed è quindi inammissibile e inaccettabile che si spari contro il contingente italiano», ha aggiunto il ministro. «Se è stato un errore, imparino ad utilizzare meglio le armi». Più tardi dallo stesso ministero della Difesa si è fatto sapere che le verifiche degli artificieri avevano effettivamente verificato la responsabilità di Hezbollah nel lancio dei proiettili prima attribuito erroneamente a Israele. La missione Onu ha poi reso noto che i Caschi Blu e le strutture di Unifil sono stati presi di mira «in tre diversi incidenti nel sud del Libano, con quattro peacekeeper ghanesi feriti in uno di questi episodi in cui un razzo, lanciato probabilmente da attori non statali ha colpito la loro base Unp 5-42 vicino al villaggio di Ramyah». Tutto è avvenuto mentre l’inviato statunitense Amos Hochstein era impegnato a Beirut in una serie di colloqui che dovrebbero - il condizionale è d’obbligo - portare a un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. «Dal mio ultimo viaggio a Beirut qualche settimana fa abbiamo avuto colloqui molto costruttivi col presidente Nabih Berri». Hochstein ha incontrato anche il premier Nagib Mikati in presenza dell’ambasciatrice degli Usa in Libano, Lisa Johnson, e del ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib. Oggi l’inviato statunitense arriva in Israele dove conta di affinare l’accordo mentre Hezbollah continua a lanciare missili contro lo Stato ebraico che risponde bombardando il sud del Libano e uccidendo chiunque abbia un ruolo nell’organizzazione jihadista.
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Ansa
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