
Il blitz diretto contro i terroristi Rafa’a Salemeh e Mohammed Deif (che stando all’Idf sarebbe stato eliminato).Almeno 71 morti e 289 feriti. È questo il bilancio, ancora provvisorio, del raid condotto dalle forze israeliane ieri nel campo profughi Al Mawasi, una tendopoli distante pochi chilometri da Khan Yunis, la città a Sud della Striscia di Gaza che, stando a quanto riportato da Al Jazeera, l’Idf aveva dichiarato «zona sicura» da eventuali attacchi dopo lo sfollamento dei civili palestinesi da Rafah.Così, però, non è stato, perché Israele ha individuato nelle ultime ore la possibilità di colpire Mohammed Deif e Rafa’a Salameh, rispettivamente il comandante della brigata al Qassam, l’ala militare di Hamas, e il capo della brigata Khan Yunis. A confermare che l’obiettivo dell’attacco aereo fossero i due comandanti è stato lo stesso esercito israeliano, il quale ha precisato però che i bersagli si trovavano all’interno di un edificio basso all’interno di una zona civile e non in una tendopoli di rifugiati palestinesi e che il raid ha preso di mira solo il sito di Hamas. Alti funzionari israeliani citati dal sito di informazione Ynet e da Channel 12, hanno raccontato che «l’opportunità operativa di colpire Deif e Salameh ha preso forma nelle ultime ore» e che per l’Idf «era un’occasione da non poter lasciar correre», a costo di interrompere i negoziati per il rilascio degli ostaggi, «poiché l’eventuale danno tattico era superato dal vantaggio strategico».Secondo la tv saudita Al-Hadath, Salameh è stato ucciso, mentre Deif, che nella scala gerarchica è il vice del leader di Hamas Yahya Sinwar, sarebbe rimasto gravemente ferito (mentre per L’Idf è stato ucciso). Una notizia non ancora confermata dall’intelligence dello Stato ebraico e, al contrario, smentita dai miliziani: «Le affermazioni israeliane sulla morte di Deif sono insensate e mirano a giustificare l’orribile massacro. Tutti i martiri sono civili e quello che è successo è stata una grave escalation della guerra di genocidio, sostenuta dagli americane e dal silenzio della comunità internazionale» ha detto Sami Abu Zuhri, alto funzionario dell’organizzazione terroristica.A Khan Yunis, intanto, la situazione dell’ospedale Nasser peggiora di ora in ora: il personale sanitario ha lanciato l’allarme poiché la struttura non è più in grado di funzionare ed è vicina al collasso a causa dei troppi feriti arrivati dopo l’attacco israeliano. Oltre a Khan Yunis, la giornata di ieri ha registrato un altro raid isrealiano, a Ovest di Gaza, dove l’agenzia di stampa palestinese Wafa ha denunciato 17 morti, tra cui donne e bambini, e decine di ferite in seguito all’irruzione dell’Idf in una sala preghiere situata all’interno del campo profughi di al Shati.A Gerusalemme intanto Benjamin Netanyahu, che farà visita a Joe Biden a fine luglio, ha tenuto il punto della situazione con i vertici dell’esercito e, incassata la condanna da Egitto e Giordania per il raid a Khan Yunis, ha spiegato, attraverso una nota pubblicata dall’ufficio del capo del governo, che «dall’inizio della guerra ha emesso una direttiva permanente per eliminare gli alti funzionari di Hamas».
Lars Klingbeil (Ansa)
Il cancelliere ha annunciato un autunno di riforme «lacrime e sangue». In bilico il «Reddito di cittadinanza» per i disoccupati. Ma la Corte dei conti federale boccia la manovra perché non riesce a contenere il debito.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Dopo 17 anni alla guida di Mediobanca arrivano le dimissioni dell’amministratore delegato. L’uscita segue l’opas di Mps. Nella lettera ai dipendenti cita Orazio e rivendica i risultati raggiunti. Poco prima delle dimissioni ha venduto azioni per oltre 21 milioni.
La casa distrutta a Lublino (Ansa)
La casa distrutta nell’area di Lublino è stata colpita dal missile sparato da un F-16, non dai velivoli di Vladimir Putin. Salta la pista russa pure per l’omicidio di Andriy Parubiy: l’ha ucciso un ucraino furioso per la morte del figlio al fronte.
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
Il premier dalla campagna elettorale di Acquaroli ad Ancona: «Elly Schlein mi chiede di fare nomi e cognomi di chi mi odia? Ci stiamo una giornata».
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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