2019-10-20
Ragazzini schedati dal Comune rosso. Profili abbandonati in un armadio
Consigliere leghista trova centinaia di diagnosi psicologiche lasciate incustodite. Nei documenti, giudizi sferzanti sui bimbi.Il bambino «non ha carattere (imitazione dei “peggiori" per imporsi) e temo che abbia un vissuto di rifiuto (cerca nel cestino)». Ovvio, se un bimbo delle elementari o delle medie va a rovistare in un cestino non può che avere un «vissuto di rifiuto». Lo psicologo però prosegue, spiegando che il piccolo mostra «cinismo e atteggiamento infantile». Incredibile: un bimbo che mostra un atteggiamento infantile non si era mai visto... Un altro ragazzino, invece, viene descritto come «tutta forma e poca sostanza» e il fatto che abbia i capelli lunghi viene interpretato come «problema di immagine e non di identità di genere». È una fortuna, perché chissà che gli avrebbero detto se avessero annusato la presenza di un disturbo dell'identità sessuale. Una bimba, invece, è «molto amica» con una compagna di classe, e lo psicologo le definisce entrambe «sciocchine». Solo una delle due invece è «comandina e prepotente». Va decisamente peggio a un altro piccolo soggetto. La sua nota risale al giugno del 2013. Il professionista che lo osserva sostiene che «appare ripetitivo, nega problematiche, minimizza sofferenza». E annota: «Invio alla neuropsichiatra infantile». Di schede come queste ne hanno trovate a centinaia. Ci sono nomi, cognomi e date di nascita di bambini delle scuole materne, elementari e medie. Per ciascuno di loro c'è un breve profilo tracciato da una psicologo. Talvolta sono osservazioni lapidarie, al limite della ferocia. In altri casi annotazioni che appaiono assurde o comunque basate più sul senso comune che sulla indagine scientifica. In altre schede sono contenute anche valutazioni sulle famiglie. I documenti li ha trovati Luca Vecchiettini, consigliere comunale ed ex candidato sindaco leghista di Pianoro, Comune di 17.545 abitanti nella Città metropolitana di Bologna. Una piccola cittadina, dove i consiglieri comunali sono soltanto 16. Qualche tempo fa gli eletti in consiglio hanno ottenuto di poter occupare una sala pubblica per le loro attività. Si trova a Rastignano, frazioncina di Pianoro. Quando Vecchiettini è entrato ha aperto per caso un armadio che non era chiuso a chiave, e all'interno ha trovato i faldoni. Schede di centinaia di bimbi che contengono dati personali altamente sensibili. Stando alle date presenti sui fogli, sono stati compilati dal 2004 al 2016. «Tra le varie schede ho trovato anche la mia, quella di mia sorella e altre che riguardavano i miei amici», dice il consigliere leghista. Comprensibile che sia rimasto di sasso. Perché mai gli alunni delle elementari e delle medie e i piccini delle materie dovrebbero essere monitorati in un modo del genere? Vecchiettini ha chiamato la polizia municipale, poi sono intervenuti i carabinieri che ora hanno in custodia tutto il materiale. Poi, il consigliere ha fatto quel che ci si aspettava: si è rivolto all'amministrazione comunale (che indossa in colori del Pd) per chiedere informazioni. Ha presentato una interpellanza e gli hanno spiegato che le schede trovate nell'armadio incustodite erano relative a un progetto chiamato Patchwork, attivo a Pianoro da una ventina d'anni. In effetti, sul sito del Comune si trova una descrizione abbastanza approfondita: «È un progetto comunale presente da molti anni sul territorio», si legge, «con i seguenti obiettivi: 1. porre attenzione alla vita scolastica dei bambini dalla scuola dell'infanzia fino alla conclusione della secondaria di primo grado; 2. svolgere attività di prevenzione del disagio psicosociale in età evolutiva; 3. fornire consulenza psicologica a genitori ed insegnanti; 4. realizzare incontri tematici con genitori ed insegnanti su problematiche segnalate». Il Comune mette a disposizione uno sportello d'ascolto per le famiglie e poi ci sono due psicologi, Mattia Minghetti e Chiara Girotti, a disposizione delle scuole. «Ogni classe, qualora lo desideri, può avvalersi della consulenza dello psicologo: si accoglie e si valuta la richiesta dei docenti per definire l'intervento più appropriato, come ad esempio un laboratorio in classe su una tematica specifica, una osservazione sulle dinamiche di classe, oppure una supervisione o formazione per i docenti». Solo che da nessuna parte viene menzionata la schedatura dei bambini. Né, ovviamente, il fatto che i dati sensibili dei piccoli vengano conservati in un armadio accessibile a chiunque. L'assessore comunale Flavia Calzà, in una nota ufficiale, spiega che «i costi per l'anno scolastico 2018/ 2019 sono stati di 13.958 euro. Per l'anno scolastico 2019/ 2020 si prevede un aumento di 5.000 euro per offrire laboratori di inclusione e la formazione docenti». E precisa: «Il destinatario dell'intervento è sempre il gruppo classe e mai il singolo alunno/a». Peccato che non sia vero. Sui documenti trovati da Vecchiettini ci sono nomi e cognomi dei singoli bimbi. Il che è vagamente inquietante. Nella migliore delle ipotesi, questa storia bolognese fa pensare a una strana forma di controllo sociale, in cui i bimbi sono sottoposti a valutazioni psicologiche e poi, eventualmente, segnalati ad altri specialisti. È solo una strana sensazione, ma viene da pensare che l'ideologia sia sempre quella vista in altri Comuni emiliani: la macchina istituzionale che vigila sulle esistenze delle famiglie, pronta a cogliere ogni accenno di devianza. Lucia Borgonzoni, candidata leghista alla guida della regione, ha deciso di portare la vicenda persino in Parlamento, e da giorni sollecita il Comune di Pianoro affinché spieghi che diamine ci faceva con quelle schede. Le risposte sono state evasive, irritate e talvolta false. In compenso, il Pd è sceso sul sentiero di guerra. Rivoltando la frittata, ha accusato Vecchiettini di aver diffuso materiale sensibile, e ha fatto partire azioni legali contro di lui. Ieri mattina gli esponenti del Pd sono scesi per le vie del paese diffondendo volantini in cui sostengono che «la Lega ha violato la privacy dei cittadini», e in cui si calca la mano su Vecchiettini, un ragazzo di appena 21 anni che ha fatto semplicemente il suo lavoro. Il Comune, ha partire dal sindaco di sinistra Franca Filippini, è pronto a dare battaglia. Ma forse l'amministrazione di Pianoro dovrebbe far sapere perché schedava dei bambini piccoli. E, soprattutto, se dopo la schedatura avvenivano anche segnalazioni ai servizi sociali.
La Global Sumud Flotilla. Nel riquadro, la giornalista Francesca Del Vecchio (Ansa)
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