2020-12-08
Raffica di arresti fra coop e istituzioni: «Maltrattati i minori in difficoltà»
Entrate decuplicate ammassando ragazzi in condizioni inadatte. Coinvolto un ex giudice. «Collaudato sistema di appalti e favori». Avrebbero fatto affari alle spalle di donne in difficoltà e con figli minori a carico, costringendo i piccoli a dormire in giacigli di fortuna e minacciandoli fisicamente. I dirigenti della cooperativa Serinper a Villafranca in Lunigiana, nella provincia di Massa Carrara, sono accusati di aver assunto parenti e amici di funzionari pubblici, ottenendo in cambio vantaggi e accumulando profitti ingenti. In pochi anni, i redditi della Serinper sarebbero passati dai 200.000 euro del 2011 a più di 2,7 milioni di euro nel 2017. Un sistema corruttivo che vedeva coinvolti anche sindaci e perfino un giudice onorario, secondo quando emerge dall'indagine «Accoglienza», svolta dai carabinieri del nucleo investigativo di Massa, coordinati dal pm Alessia Iacopini. Ieri il gip, Marta Baldasseroni, ha disposto gli arresti domiciliari per otto persone, accusate di corruzione e di traffico di influenze illecite. Si tratta di Alessio Zoppi, Tamara Pucciarelli e Enrico Benassi, dirigenti della Serinper; Paola Giusti, responsabile del Centro affidi dei servizi sociali per il Comune di Massa; Rosanna Vallelonga, responsabile della commissione multidisciplinare Asl della Lunigiana; Filippo Abramo Bellesi, sindaco di Villafranca in Lunigiana; Mauro Marcelli, all'epoca dei fatti responsabile dell'Ufficio Suap; Rosa Russo, ex giudice onorario presso il Tribunale per i minori di Firenze. Indagati, nell'ambito della stessa inchiesta, anche Gianni Lorenzetti e Marino Petracci, rispettivamente sindaco e consigliere comunale di Montignoso, e Stefano Benedetti, presidente del consiglio comunale di Massa. Una scandalosa storia di favori e corruzione, stando alle accuse, con amministratori e pubblici funzionari che avrebbero permesso la straordinaria crescita della Serinper, chiudendo pure un occhio su numerose irregolarità. Partiamo dalla cooperativa sociale, nata nel 2010 e diventata in pochi anni punto di riferimento per enti pubblici e tribunali. Sul sito dichiara di offrire «accoglienza per gestanti, madri con figli, donne in difficoltà e minori». Donne italiane e straniere che nella casa troverebbero «una sistemazione abitativa adeguata», a detta dei sei soci, mentre dalle indagini è emerso che nelle numerose strutture protette, gestite dalla cooperativa, avvenivano «gravissime violazioni degli standard minimi richiesti, consistenti, ad esempio, nel somministrare agli utenti cibo di scarsa qualità e in quantità insufficienti, nel non garantire condizioni igienico sanitarie adeguate e assistenza di personale qualificato, nel far dormire i minori in giacigli di fortuna, nonché nel vessarli con continue minacce e sottoporli a manovre di costrizione fisica denominate “contenimento"», come hanno spiegato i carabinieri. Una condotta vergognosa, ai danni di persone fragili che non potevano ribellarsi perché minacciate di ritorsioni. Intanto crescevano gli introiti della cooperativa. Ma è sul «collaudato sistema» di appalti e favori, che le indagini avrebbero rivelato gli intrecci più sorprendenti. I dirigenti della Serinper sono accusati di aver assunto parenti e amici di funzionari pubblici come Paola Giusti, che avrebbe fatto assegnare minori disagiati nelle case di accoglienza della cooperativa, in cambio di un posto per i familiari. O come Rosanna Vallelonga, che avrebbe ottenuto assunzioni di persone da lei segnalate dopo aver consegnato documenti d'ufficio riservati, tra i quali verbali utili alla Serinper per conoscere le situazioni economiche e giuridiche di un immobile, che poi riuscì ad acquistare e gestire. Avrebbe pure omesso di chiudere una comunità, pure conoscendone le gravi carenze strutturali. O come Mauro Marcelli, che avrebbe scambiato assunzioni di più persone con le segnalazioni dell'arrivo di ispettori e non avrebbe fatto pagare sanzioni alla cooperativa. Il giudice onorario, Rosa Russo, in cambio di favori e assunzioni per i familiari avrebbe omesso di segnalare al Tribunale per i Minori di Firenze gravi irregolarità riguardanti la cooperativa, cui riferiva se c'erano indagini in corso. Il sindaco di centrodestra di Villafranca in Lunigiana, Filippo Abramo Bellesi, è accusato di avere concesso, in cambio di assunzioni di persone da lui indicate, autorizzazioni per la Casa di Bastian gestita dalla Serinper e di non averle poi revocate, pur sapendo che mancavano requisiti anche di igiene. Indagati anche sindaco e consigliere comunale di Montignoso, entrambi di sinistra: Gianni Lorenzetti per i reati di omessa denuncia, favoreggiamento, abuso in atti d'ufficio e omissione di questi. Marino Petracci avrebbe agito in favore della Serinper dopo aver ottenuto l'assunzione della moglie nella struttura. Il forzista Stefano Benedetti è indagato per aver concesso appoggio politico sempre in cambio di assunzioni. La cooperativa «sempre in espansione perché purtroppo le situazioni di degrado e disagio nel nostro Paese aumentano», sul territorio Toscano avrebbe così trovato formidabili alleanze per crescere ai danni dei più deboli.