2022-10-23
Quattro cose da fare subito
Aiuti a famiglie e imprese per le bollette, ripartire con le trivellazioni in mare, cancellare il reddito di cittadinanza come è concepito adesso. E via gli assurdi e dannosi obblighi vaccinali per medici e infermieri: devono tornare al più presto a lavorare negli ospedali.Nel giorno del suo primo Consiglio dei ministri, auguro a Giorgia Meloni ogni successo, non perché sia un sostenitore sfegatato della leader di Fratelli d’Italia, ma in quanto ritengo che se il nuovo governo centrerà gli obiettivi che si è prefisso, sarà un bene per tutti noi e per il nostro Paese. A differenza di tanti miei colleghi, che fanno il tifo perché l’esecutivo fallisca, io sto con gli italiani e dunque se Giorgia Meloni farà bene, penso che sarà una buona cosa per tutti noi. Chi si augura un insuccesso mi pare somigli a quei mariti che per far dispetto alla moglie si tagliano gli attributi.Detto ciò, mi permetto di segnalare alcuni punti che il nuovo governo dovrebbe affrontare subito, per risolvere una serie di guai che affliggono gli italiani. Comincio dalle bollette, cioè dai rincari che stanno piegando famiglie e imprese. Mario Draghi ha provato a metterci una pezza, stanziando fondi per venire incontro a chi non è in grado di far fronte agli aumenti di luce e gas, ma non è stato sufficiente. Forse gli aiuti non potranno essere distribuiti a pioggia, ma per evitare che molti italiani appartenenti al ceto medio siano ridotti sul lastrico, è necessario che il governo stanzi interventi urgenti per sostenere le famiglie in difficoltà. So perfettamente che le risorse non sono infinite, ma quelle di cui si dispone vanno spese al più presto, per evitare un inverno al buio e al gelo di una parte del Paese.Tuttavia, non ci sono solo le bollette, ovvero un problema di bilancio di famiglie e imprese. Tra le misure urgenti è richiesto anche un provvedimento immediato, ovvero la cancellazione della sospensione dal lavoro di medici e infermieri che non hanno accettato di vaccinarsi. Come in molti ricorderanno, durante il periodo della pandemia i sanitari che non accettarono di sottoporsi all’iniezione anti Covid furono accusati di diffondere il virus. Oggi si è scoperto che anche coloro che si erano sottoposti alla puntura possono trasformarsi in untori e dunque non c’è più alcuna ragione di privare del lavoro coloro che non hanno accettato di offrire il braccio alla patria. A Giorgia Meloni corre quindi l’obbligo di ristabilire una situazione di normalità, anche perché gli ospedali sono sottoposti a enormi pressioni anche per la carenza di personale. Lasciare a casa medici e infermieri che potrebbero essere efficacemente impiegati in corsia sulla base di un pregiudizio che si è dimostrato infondato è una misura che oggi non ha più alcuna ragione di essere. Perciò urge porvi rimedio.Altrettanto necessaria è una decisione che ripristini le estrazioni di gas sul territorio nazionale. La crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina ha evidenziato la fragilità del nostro sistema di approvvigionamento. Perciò, visto che l’Italia non può essere condannata ai blackout, occorre disporre di fonti che ci consentano di non essere vittime del dittatore di turno. Che cosa può accadere affidandosi a Putin lo abbiamo scoperto e non è il caso di provare il bis con qualche autocrate africano. Quindi, nei panni di Giorgia Meloni farei qualsiasi cosa pur di assicurare la fornitura energetica indispensabile allo sviluppo del Paese, ripristinando al più presto le attività di estrazione in Adriatico anche se ai Verdi e a qualche sindaco non piace. Tra i suggerimenti pratici per il nuovo presidente del Consiglio, ho lasciato per ultimo il tema del lavoro. Qualche giorno fa avevo notato che tra i tanti nomi circolati per ricoprire le caselle dei ministri del nuovo governo mancava quello del responsabile del Lavoro. Per questo, in un articolo mi ero permesso di suggerire a Giorgia Meloni la nomina di una persona che, a differenza di esponenti politici che in passato sono stati nominati a capo del dicastero, avesse conoscenza del settore. Non so se il nuovo premier abbia ascoltato il mio consiglio, sta di fatto che per il ministero di via Veneto ha scelto una consulente del lavoro, ovvero una signora che mastica le norme per assunzioni e ricollocamento ogni mattina. Pur non conoscendo il nuovo ministro, credo che un po’ di competenza la possa vantare, per lo meno un po’ di più dei predecessori, che un lavoro non lo hanno mai avuto. Tra gli auguri che mi faccio e faccio agli italiani, c’è la cancellazione del reddito di cittadinanza, non perché io voglia togliere il sussidio a chi ne ha bisogno, ma perché spero che, tenendo fede alle promesse elettorali, Giorgia Meloni lo tolga ai furbi, mandando a lavorare chi è in grado di farlo.Come avrete capito, a Giorgia Meloni auguro di riuscire là dove altri hanno fallito, ma soprattutto spero che affronti subito gli argomenti più spinosi. Come ricorderà, la luna di miele dura 100 giorni, ma quella di fiele che aspetta i politici anche meno. Quindi è necessario fare in fretta. Perché le bollette corrono, e insieme a esse corre l’inflazione, con il rischio di bruciare ogni sogno di gloria. Anzi, di Giorgia. E quindi anche il nostro.