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2022-07-11
Quarantotto ore in Calabria
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Castello e porto di Scilla (iStock)
È la punta della nostra penisola, e uno dei luoghi più variegati del Paese. Mare, montagna, vallate, colline, in Calabria c'è tutto. Tradizione e turismo marittimo si fondono perfettamente in una miscela di divertimento e relax alla portata di tutti. Le sagre sono uno dei motori della regione che ne vanta per ogni stagione. E poi c'è la storia, quella che fa riflettere e quella che lascia a bocca aperta, ii colori del sole che si immerge e sorge dal mare. Posta tra Tirreno e Jonio, la Calabria è una terra ricca di destinazioni di valore.
Tra le città più importanti, Reggio Calabria è alle pendici dell'Aspromonte e di fronte allo Stretto di Messina. La sua posizione privilegiata le ha permesso di intrecciare intensi rapporti commerciali con la Sicilia. Ha origini greche, ma un aspetto moderno modellato dai rovinosi terremoti che l'hanno colpita. La città custodisce nel Museo Archeologico di Reggio Calabria i celeberrimi Bronzi di Riace. Crotone è una delle province più recenti. Affacciata sulla costa ionica, è stata un fondamentale centro culturale e di commercio ai tempi della Magna Grecia. A oggi resta il centro più industrializzato della regione. Qui si trova Capo Colonna, uno dei siti archeologici calabresi più famosi. È ricca di fascino anche Cosenza, città nel centro di una delle valli più fertili della zona che l’ha resa un’importante area agricola. Nata come capitale dell'antica popolazione dei Bruzi, conserva ancora oggi, nella parte più antica in collina, un aspetto medievale. Il Duomo di Cosenza è una tappa interessante: in pieno stile romanico, troneggia nel centro storico della città. Di grande importanza per la regione c’è anche Catanzaro, posta su una cresta collinare. Fondata dai Bizantini in posizione elevata per ragioni difensive, nel corso della storia è stata a lungo isolata, ma nel Novecento si è sviluppata allargandosi verso il mare. Gli amanti della natura si lasceranno ammaliare dal Parco della Biodiversità di Catanzaro dedicato alla flora e fauna dell'area mediterranea.
Oltre alle sue città più importanti, la Calabria offre numerosi punti di interesse come Capo Vaticano, tra Pizzo Calabro e Nicotera, 7 chilometri di acque limpidissime, con panorami da cartolina tra lisce scogliere di tufo, rupi a picco sul mare e calette dai fondali sabbiosi e cristallini. L’Isola di Capo Rizzuto si trova su un promontorio nel cuore dell'area marina di Capo Rizzuto, per l’appunto, la zona protetta più estesa d’Europa e racchiude interessanti siti archeologici e spiagge incontaminate. Gli amanti del mare non possono fare a meno di prendere il sole sulle spiagge di Tropea, un angolo di paradiso dalla sabbia bianca e dal mare cristallino. Tra le più belle della regione spicca anche la Spiaggia dell’Arcomagno, meta caratteristica che si trova a San Nicola Arcella: è una piccola laguna composta da piccoli ciottoli e ghiaia e deve il suo nome al grande arco di roccia che la protegge dal mare.
E se nella bella Riviera dei Cedri, gioiello nel panorama calabrese, spicca l’Isola di Dino, teatro di numerose battaglie storiche e utilizzata per avvistare le navi dei pirati, un luogo davvero imperdibile ma anche insolito da visitare è anche Pentedattilo, un misterioso borgo antico delle “cinque dita”, così chiamato perché prende il nome dalla forma della rupe del Monte Calvario, a forma di una gigantesca mano. A lungo abbandonato, è diventato uno dei luoghi fantasma tra i più suggestivi d'Italia.
E poi la Calabria è cibo. La cucina calabrese è ricchissima: tra i prodotti della tradizione culinaria locale da provare assolutamente, spiccano la nduja di Spilinga, un salame spalmabile morbido e piccante ideale sul pane, sulla pizza e nei sughi, la soppressata calabrese, un insaccato preparato con carne magra e grasso di maiale, al quale spesso viene aggiunto il peperoncino e del finocchietto selvatico, il caciocavallo silano e la cipolla rossa di Tropea IGP, più dolce grazie alle particolari condizioni climatiche e geografiche in cui cresce.
Ischia, l'isola del dio Sole
Di origine vulcanica, l'isola è famosa per i suoi paesini incastonati nella roccia che creano un bizzarro panorama che al tramonto si accende dei colori del sole riflesso nel mare.
Ischia è da sempre meta irrinunciabile per le vacanze italiane. Fin da marzo, grazie al suo clima mediterraneo, avvicina i turisti con i suoi colori e i suoi profumi. Tra relax e cultura, Ischia offre ogni tipo di vacanza. Per chi ama la storia, immancabile è una visita al magnifico Castello aragonese - la fortificazione voluta verso la metà del 1400 da Alfonso d’Aragona - e alla Torre Michelangelo posta di fronte al castello. Da visitare anche il santuario della Madonna di Montevergine e il Museo-Giardino di Lady Walton, a Forio, conosciuto come La Mortella, creato dalla moglie del compositore William Walton e ricco di collezioni di specie vegetali provenienti da svariati Paesi.
Per chi non vuole rinunciare alle terme, anche in estate, Ischia è il luogo ideale, considerando le innumerevoli sorgenti, fumarole e fanghi che sono ampiamente sfruttate dai centri termali e wellness per rendere piacevole oltreché salutare la permanenza dei turisti. Nel Comune di Ischia si trovano i bacini di Fornello (con sorgenti a 45°) e la sorgente del Pontano, con acque più fredde e saline. Nel Comune di Casamicciola ci sono invece le sorgenti di Gurgitello, Sinigaglia e Cotto, con temperatura fino ai 65°. Sempre a Casamicciola sgorgano dal fondo di un cratere inattivo le acque delle sorgenti di La Rita, mentre nel parco termale del Castiglione le sorgenti nella mitologia erano dedicate al Dio Apollo. Nella zona di Lacco Ameno ci sono le sorgenti di Santa Restituta, della Regina Isabella, di San Montano. Nel Comune di Forio, quelle di Citara ed Agnone, la prima protetta dalla dea Venere. Sempre qui poi d’obbligo qualche ora presso le terme di Poseidon. Presso i Maronti, la spiaggia più lunga di Ischia, circa due km, si trovano le sorgenti che per prime furono utilizzate a scopo curativo, quelle di Olmitello, che in greco significa ‘eliminazione dei calcoli’, quelle di Nitrodi, che nella mitologia erano protette dalle Ninfe Nitrodi, e quelle di Cava Scura dove la temperatura dell’acqua arriva a 72°. Vi sono, inoltre, le sorgenti di Cava Chiara, della Gondola, dell’albergo Vittorio e di Afrodite, intensamente sfruttate dagli stabilimenti termali.
Rafting tra le gole del Raganello
Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, la riserva naturale protetta Gole del Raganello, compresa tra i comuni di San Lorenzo Bellizzi, Civita e Cerchiara (CS) è la terra del rafting. Qui, in un’area di 1.600 ettari si snoda un canyon lungo 17 chilometri in una adrenalinica discesa lunga 13 chilometri.
Il canyon del Raganello, che gli appassionati distinguono in Gole alte e Gole basse, offre un’esperienza che teme pochi confronti, tra acque tumultuose e cascate. Il percorso, a tratti insidioso, richiede a chi decide di scenderne le acque spirito di avventura, nervi saldi e una certa esperienza. Formato da maestosi costoni di roccia levigata e forgiata dalle acque del fiume Raganello, gode tutt’intorno di una lussureggiante vegetazione punteggiata da pini loricati, tipici di questo territorio. Vista la conformazione e le difficoltà del territorio, con una discesa in mezzo alle rocce che si sviluppa per ben 13 chilometri e pareti che in alcuni tratti raggiungono l’altezza di 800 metri, le Gole del Raganello sono raccomandate prevalentemente a sportivi esperti. Per praticare rafting qui è d’obbligo affidarsi a uno dei tanti centri specializzati presenti nella zona. Forniscono assistenza, formazione e attrezzatura adeguata alle discese, dal casco alla muta alla giacca antiacqua, in modo da garantire un’esperienza in completa sicurezza.
Se volete comunque immergervi nella natura, questo è il posto che fa per voi: oltre al rafting, il Canyon delle Gole del Raganello è l’ambiente perfetto per praticare altri sport estremi, dall’alpinismo al freeclimbing, oppure attività ben più placide che consentono di godere della bellezza del contesto naturale: passeggiate, trekking o birdwatching, per esempio.
Centocinquantamila ettari di ricchezze naturali uniche nel loro genere: è l'altopiano della Sila che si estende in Calabria tra le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro. Un patrimonio naturale dove la diversità dei paesaggi, la varietà di specie animali e vegetali e la bellezza dei luoghi hanno reso opportuna la costituzione del Parco Nazionale della Sila che ne tutela i tesori. Si tratta del più vecchio parco nazionale della Calabria, tra i primi 5 nati in Italia. Un'area che, pur conservando il suo affascinante aspetto di zona selvaggia e incontaminata, colpisce il visitatore grazie ai tanti caratteristici paesini che ospita, alla squisita accoglienza e all'opportunità di praticare numerosi sport outdoor. Ogni momento dell'anno è giusto per ammirare e godere lo splendido territorio di questa terra dalle mille risorse.
Il re della tavola: il peperoncino
In questa regione l’oro rosso è il peperoncino, assoluto principe della tavola. E Diamante ne è la capitale, tanto da aver dedicato al piparedduzzu (così si dice in dialetto) un’Accademia che ogni anno organizza a settembre (quest'anno dal 7 all'11) un Festival che ha raggiunto ormai fama internazionale: cinema, arte, cultura, incontri, dibattiti, satira, musica, sfilate di moda, spettacoli di strada e tanta gastronomia in cui l’oro rosso non manca mai.
L’itinerario parte proprio da Diamante, il “Giardino dei cedri”, otto chilometri di spiaggia, mare cristallino e vicoli allegramente colorati da murales. In questa graziosa cittadina è d’obbligo assaggiare le tante salse e la famosissima n’duja: un insaccato aromatizzato al peperoncino, ottimo come antipasto o per insaporire i primi piatti. Infine una visita a Maierà, 8 km da Diamante, dove, presso il palazzo ducale è ospitato il Museo del peperoncino. Seguendo la costa verso nord, si incontrano spiagge frequentatissime: Scalea, con il suo borgo antico disposto a gradinate e Praia a Mare, immersa tra i cedri, con la suggestiva Isola di Dino e il Santuario della Madonna della Grotta da cui si può godere di uno straordinario panorama sulla costa. Il nostro itinerario si conclude, ritornando sulla costa tirrenica, a Paola, dove dall’1 al 4 maggio si celebra il patrono della Calabria, San Francesco di Paola. Per la festa numerosi fedeli giungono da tutta Italia, trascorrendo le notti all’aperto, cantando e suonando. L’evento culmina con la processione con la statua del santo che, attraverso un viale con numerose edicole in maiolica in cui sono rappresentati i miracoli di San Francesco, prima giunge al convento dove, nella chiesa gotica, si conservano le reliquie del santo e nel pomeriggio approda sulla spiaggia per la benedizione delle barche. A mezzanotte, i fuochi d’artificio chiudono la festa.
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Con le temperature in aumento e le giornate sempre più lunghe, cresce la voglia di scappare dalle città nel fine settimana per esplorare il nostro Bel Paese. Mare, montagna, lago, collina non conta: l’importante è evadere dalla routine.Vivere la Calabria. Tra mare, sapori decisi, storia e natura.Ischia, l'isola del dio Sole. Da scoprire tra sentieri e panorami mozzafiato. Il lato selvaggio, tra cascate e canyon dove il rafting la fa da padrone. E poi il Parco Nazionale della Sila, polmone verde della regione.Il re della regione, il peperoncino. A lui, Diamante ha dedicato un'accademia e un festival.Lo speciale comprende quattro articoli e gallery fotografiche.È la punta della nostra penisola, e uno dei luoghi più variegati del Paese. Mare, montagna, vallate, colline, in Calabria c'è tutto. Tradizione e turismo marittimo si fondono perfettamente in una miscela di divertimento e relax alla portata di tutti. Le sagre sono uno dei motori della regione che ne vanta per ogni stagione. E poi c'è la storia, quella che fa riflettere e quella che lascia a bocca aperta, ii colori del sole che si immerge e sorge dal mare. Posta tra Tirreno e Jonio, la Calabria è una terra ricca di destinazioni di valore.Tra le città più importanti, Reggio Calabria è alle pendici dell'Aspromonte e di fronte allo Stretto di Messina. La sua posizione privilegiata le ha permesso di intrecciare intensi rapporti commerciali con la Sicilia. Ha origini greche, ma un aspetto moderno modellato dai rovinosi terremoti che l'hanno colpita. La città custodisce nel Museo Archeologico di Reggio Calabria i celeberrimi Bronzi di Riace. Crotone è una delle province più recenti. Affacciata sulla costa ionica, è stata un fondamentale centro culturale e di commercio ai tempi della Magna Grecia. A oggi resta il centro più industrializzato della regione. Qui si trova Capo Colonna, uno dei siti archeologici calabresi più famosi. È ricca di fascino anche Cosenza, città nel centro di una delle valli più fertili della zona che l’ha resa un’importante area agricola. Nata come capitale dell'antica popolazione dei Bruzi, conserva ancora oggi, nella parte più antica in collina, un aspetto medievale. Il Duomo di Cosenza è una tappa interessante: in pieno stile romanico, troneggia nel centro storico della città. Di grande importanza per la regione c’è anche Catanzaro, posta su una cresta collinare. Fondata dai Bizantini in posizione elevata per ragioni difensive, nel corso della storia è stata a lungo isolata, ma nel Novecento si è sviluppata allargandosi verso il mare. Gli amanti della natura si lasceranno ammaliare dal Parco della Biodiversità di Catanzaro dedicato alla flora e fauna dell'area mediterranea.Oltre alle sue città più importanti, la Calabria offre numerosi punti di interesse come Capo Vaticano, tra Pizzo Calabro e Nicotera, 7 chilometri di acque limpidissime, con panorami da cartolina tra lisce scogliere di tufo, rupi a picco sul mare e calette dai fondali sabbiosi e cristallini. L’Isola di Capo Rizzuto si trova su un promontorio nel cuore dell'area marina di Capo Rizzuto, per l’appunto, la zona protetta più estesa d’Europa e racchiude interessanti siti archeologici e spiagge incontaminate. Gli amanti del mare non possono fare a meno di prendere il sole sulle spiagge di Tropea, un angolo di paradiso dalla sabbia bianca e dal mare cristallino. Tra le più belle della regione spicca anche la Spiaggia dell’Arcomagno, meta caratteristica che si trova a San Nicola Arcella: è una piccola laguna composta da piccoli ciottoli e ghiaia e deve il suo nome al grande arco di roccia che la protegge dal mare. E se nella bella Riviera dei Cedri, gioiello nel panorama calabrese, spicca l’Isola di Dino, teatro di numerose battaglie storiche e utilizzata per avvistare le navi dei pirati, un luogo davvero imperdibile ma anche insolito da visitare è anche Pentedattilo, un misterioso borgo antico delle “cinque dita”, così chiamato perché prende il nome dalla forma della rupe del Monte Calvario, a forma di una gigantesca mano. A lungo abbandonato, è diventato uno dei luoghi fantasma tra i più suggestivi d'Italia.E poi la Calabria è cibo. La cucina calabrese è ricchissima: tra i prodotti della tradizione culinaria locale da provare assolutamente, spiccano la nduja di Spilinga, un salame spalmabile morbido e piccante ideale sul pane, sulla pizza e nei sughi, la soppressata calabrese, un insaccato preparato con carne magra e grasso di maiale, al quale spesso viene aggiunto il peperoncino e del finocchietto selvatico, il caciocavallo silano e la cipolla rossa di Tropea IGP, più dolce grazie alle particolari condizioni climatiche e geografiche in cui cresce.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/quarantotto-ore-in-calabria-2657646843.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="ischia-l-isola-del-dio-sole" data-post-id="2657646843" data-published-at="1657547565" data-use-pagination="False"> Ischia, l'isola del dio Sole Di origine vulcanica, l'isola è famosa per i suoi paesini incastonati nella roccia che creano un bizzarro panorama che al tramonto si accende dei colori del sole riflesso nel mare. Ischia è da sempre meta irrinunciabile per le vacanze italiane. Fin da marzo, grazie al suo clima mediterraneo, avvicina i turisti con i suoi colori e i suoi profumi. Tra relax e cultura, Ischia offre ogni tipo di vacanza. Per chi ama la storia, immancabile è una visita al magnifico Castello aragonese - la fortificazione voluta verso la metà del 1400 da Alfonso d’Aragona - e alla Torre Michelangelo posta di fronte al castello. Da visitare anche il santuario della Madonna di Montevergine e il Museo-Giardino di Lady Walton, a Forio, conosciuto come La Mortella, creato dalla moglie del compositore William Walton e ricco di collezioni di specie vegetali provenienti da svariati Paesi.Per chi non vuole rinunciare alle terme, anche in estate, Ischia è il luogo ideale, considerando le innumerevoli sorgenti, fumarole e fanghi che sono ampiamente sfruttate dai centri termali e wellness per rendere piacevole oltreché salutare la permanenza dei turisti. Nel Comune di Ischia si trovano i bacini di Fornello (con sorgenti a 45°) e la sorgente del Pontano, con acque più fredde e saline. Nel Comune di Casamicciola ci sono invece le sorgenti di Gurgitello, Sinigaglia e Cotto, con temperatura fino ai 65°. Sempre a Casamicciola sgorgano dal fondo di un cratere inattivo le acque delle sorgenti di La Rita, mentre nel parco termale del Castiglione le sorgenti nella mitologia erano dedicate al Dio Apollo. Nella zona di Lacco Ameno ci sono le sorgenti di Santa Restituta, della Regina Isabella, di San Montano. Nel Comune di Forio, quelle di Citara ed Agnone, la prima protetta dalla dea Venere. Sempre qui poi d’obbligo qualche ora presso le terme di Poseidon. Presso i Maronti, la spiaggia più lunga di Ischia, circa due km, si trovano le sorgenti che per prime furono utilizzate a scopo curativo, quelle di Olmitello, che in greco significa ‘eliminazione dei calcoli’, quelle di Nitrodi, che nella mitologia erano protette dalle Ninfe Nitrodi, e quelle di Cava Scura dove la temperatura dell’acqua arriva a 72°. Vi sono, inoltre, le sorgenti di Cava Chiara, della Gondola, dell’albergo Vittorio e di Afrodite, intensamente sfruttate dagli stabilimenti termali. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/quarantotto-ore-in-calabria-2657646843.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="rafting-tra-le-gole-del-raganello" data-post-id="2657646843" data-published-at="1657547565" data-use-pagination="False"> Rafting tra le gole del Raganello Nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, la riserva naturale protetta Gole del Raganello, compresa tra i comuni di San Lorenzo Bellizzi, Civita e Cerchiara (CS) è la terra del rafting. Qui, in un’area di 1.600 ettari si snoda un canyon lungo 17 chilometri in una adrenalinica discesa lunga 13 chilometri. Il canyon del Raganello, che gli appassionati distinguono in Gole alte e Gole basse, offre un’esperienza che teme pochi confronti, tra acque tumultuose e cascate. Il percorso, a tratti insidioso, richiede a chi decide di scenderne le acque spirito di avventura, nervi saldi e una certa esperienza. Formato da maestosi costoni di roccia levigata e forgiata dalle acque del fiume Raganello, gode tutt’intorno di una lussureggiante vegetazione punteggiata da pini loricati, tipici di questo territorio. Vista la conformazione e le difficoltà del territorio, con una discesa in mezzo alle rocce che si sviluppa per ben 13 chilometri e pareti che in alcuni tratti raggiungono l’altezza di 800 metri, le Gole del Raganello sono raccomandate prevalentemente a sportivi esperti. Per praticare rafting qui è d’obbligo affidarsi a uno dei tanti centri specializzati presenti nella zona. Forniscono assistenza, formazione e attrezzatura adeguata alle discese, dal casco alla muta alla giacca antiacqua, in modo da garantire un’esperienza in completa sicurezza.Se volete comunque immergervi nella natura, questo è il posto che fa per voi: oltre al rafting, il Canyon delle Gole del Raganello è l’ambiente perfetto per praticare altri sport estremi, dall’alpinismo al freeclimbing, oppure attività ben più placide che consentono di godere della bellezza del contesto naturale: passeggiate, trekking o birdwatching, per esempio. Centocinquantamila ettari di ricchezze naturali uniche nel loro genere: è l'altopiano della Sila che si estende in Calabria tra le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro. Un patrimonio naturale dove la diversità dei paesaggi, la varietà di specie animali e vegetali e la bellezza dei luoghi hanno reso opportuna la costituzione del Parco Nazionale della Sila che ne tutela i tesori. Si tratta del più vecchio parco nazionale della Calabria, tra i primi 5 nati in Italia. Un'area che, pur conservando il suo affascinante aspetto di zona selvaggia e incontaminata, colpisce il visitatore grazie ai tanti caratteristici paesini che ospita, alla squisita accoglienza e all'opportunità di praticare numerosi sport outdoor. Ogni momento dell'anno è giusto per ammirare e godere lo splendido territorio di questa terra dalle mille risorse. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/quarantotto-ore-in-calabria-2657646843.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="il-re-della-tavola-il-peperoncino" data-post-id="2657646843" data-published-at="1657547565" data-use-pagination="False"> Il re della tavola: il peperoncino In questa regione l’oro rosso è il peperoncino, assoluto principe della tavola. E Diamante ne è la capitale, tanto da aver dedicato al piparedduzzu (così si dice in dialetto) un’Accademia che ogni anno organizza a settembre (quest'anno dal 7 all'11) un Festival che ha raggiunto ormai fama internazionale: cinema, arte, cultura, incontri, dibattiti, satira, musica, sfilate di moda, spettacoli di strada e tanta gastronomia in cui l’oro rosso non manca mai. L’itinerario parte proprio da Diamante, il “Giardino dei cedri”, otto chilometri di spiaggia, mare cristallino e vicoli allegramente colorati da murales. In questa graziosa cittadina è d’obbligo assaggiare le tante salse e la famosissima n’duja: un insaccato aromatizzato al peperoncino, ottimo come antipasto o per insaporire i primi piatti. Infine una visita a Maierà, 8 km da Diamante, dove, presso il palazzo ducale è ospitato il Museo del peperoncino. Seguendo la costa verso nord, si incontrano spiagge frequentatissime: Scalea, con il suo borgo antico disposto a gradinate e Praia a Mare, immersa tra i cedri, con la suggestiva Isola di Dino e il Santuario della Madonna della Grotta da cui si può godere di uno straordinario panorama sulla costa. Il nostro itinerario si conclude, ritornando sulla costa tirrenica, a Paola, dove dall’1 al 4 maggio si celebra il patrono della Calabria, San Francesco di Paola. Per la festa numerosi fedeli giungono da tutta Italia, trascorrendo le notti all’aperto, cantando e suonando. L’evento culmina con la processione con la statua del santo che, attraverso un viale con numerose edicole in maiolica in cui sono rappresentati i miracoli di San Francesco, prima giunge al convento dove, nella chiesa gotica, si conservano le reliquie del santo e nel pomeriggio approda sulla spiaggia per la benedizione delle barche. A mezzanotte, i fuochi d’artificio chiudono la festa.
Volodymyr Zelensky e Giorgia Meloni (Ansa)
Il tour europeo di Volodymyr Zelensky è passato anche dall’Italia. Ieri, il presidente ucraino era infatti a Roma, dove, nel pomeriggio, è stato ricevuto per un’ora e mezza a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni.
«Nel corso dell’incontro, i due leader hanno analizzato lo stato di avanzamento del processo negoziale e condiviso i prossimi passi da compiere per il raggiungimento di una pace giusta e duratura per l’Ucraina», recita una nota di Palazzo Chigi. «I due leader hanno inoltre ricordato l’importanza dell’unità di vedute tra partner europei e americani e del contributo europeo a soluzioni che avranno ripercussioni sulla sicurezza del continente», prosegue il comunicato, secondo cui i due leader hanno anche discusso delle garanzie di sicurezza per Kiev. «Ho incontrato la presidente del Consiglio dei ministri italiana Giorgia Meloni a Roma. Abbiamo avuto un ottimo colloquio, molto approfondito su tutti gli aspetti della situazione diplomatica. Apprezziamo il fatto che l’Italia sia attiva nella ricerca di idee efficaci e nella definizione di misure per avvicinare la pace», ha dichiarato il presidente ucraino al termine del bilaterale. «Ho informato il presidente del lavoro del nostro team negoziale e del coordinamento diplomatico», ha proseguito Zelensky, per poi aggiungere: «Contiamo molto sul sostegno italiano anche in futuro: è importante per l’Ucraina. Vorrei ringraziare in modo particolare per il pacchetto di sostegno energetico e le attrezzature necessarie».
Sempre ieri, in mattinata, il presidente ucraino è stato ricevuto a Castel Gandolfo da Leone XIV, in quello che è stato il secondo incontro tra i due. «Durante il cordiale colloquio, il quale ha avuto al centro la guerra in Ucraina, il Santo Padre ha ribadito la necessità di continuare il dialogo e rinnovato il pressante auspicio che le iniziative diplomatiche in corso possano portare ad una pace giusta e duratura», recita una nota della Santa Sede. «Inoltre, non è mancato il riferimento alla questione dei prigionieri di guerra e alla necessità di assicurare il ritorno dei bambini ucraini alle loro famiglie», si legge ancora. «L’Ucraina apprezza profondamente tutto il sostegno di Sua Santità Leone XIV e della Santa Sede», ha affermato, dal canto suo, Zelensky. «Durante l’udienza di oggi con Sua Santità, l’ho ringraziato per le sue costanti preghiere a favore dell’Ucraina e del popolo ucraino, nonché per i suoi appelli a favore di una pace giusta. Ho informato il papa degli sforzi diplomatici con gli Stati Uniti per raggiungere la pace. Abbiamo discusso di ulteriori azioni e della mediazione del Vaticano volta a restituire i nostri figli rapiti dalla Russia», ha aggiunto. «Ho invitato il papa a visitare l’Ucraina. Questo sarebbe un forte segnale di sostegno al nostro popolo», ha concluso il presidente ucraino.
Ricordiamo che, lunedì, Zelensky aveva incontrato a Londra Keir Starmer, Emmanuel Macron e Friedrich Merz. Sempre lunedì, il presidente ucraino si era inoltre visto a Bruxelles con il segretario generale della Nato, Mark Rutte, in un meeting a cui avevano partecipato anche il capo della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa.
Il tour europeo del presidente ucraino è avvenuto in un momento particolarmente delicato per lui. Innanzitutto, il diretto interessato è indebolito dallo scandalo che ha recentemente investito Andrii Yermak: proprio ieri, secondo il Kyiv Independent, Zelensky avrebbe individuato la rosa di nomi da cui sceglierà il suo successore come capo dell’Ufficio presidenziale di Kiev (dal direttore dell’intelligence militare, Kyrylo Budanov, al ministro della Difesa, Denys Shmyhal). La caduta di Yermak ha fiaccato il potere negoziale del leader ucraino, mentre da Washington continuano ad arrivare pressioni affinché si tengano presto delle elezioni presidenziali in Ucraina. «Sono sempre pronto alle elezioni», ha detto ieri Zelensky, rispondendo indirettamente a Donald Trump che, parlando con Politico, era tornato a chiedere una nuova consultazione elettorale.
E qui arriviamo al secondo nodo. I rapporti tra Zelensky e la Casa Bianca sono tornati a farsi tesi. Nei giorni scorsi, il presidente americano si è infatti detto «deluso» dall’omologo ucraino. «Devo dire che sono un po’ deluso dal fatto che il presidente Zelensky non abbia ancora letto la proposta di pace, era solo poche ore fa», aveva detto Trump. A questo si aggiunga che, sempre negli ultimi giorni, l’inquilino della Casa Bianca ha criticato notevolmente l’Europa. «L’Europa non sta facendo un buon lavoro sotto molti aspetti», ha per esempio affermato nella sua recente intervista a Politico. Se da una parte cerca la sponda europea come copertura politica davanti alle tensioni tra Kiev e Washington, Zelensky non può però al contempo ignorare le fibrillazioni che si registrano tra gli Stati Uniti e il Vecchio Continente. È quindi probabilmente anche in questo senso che va letta la visita romana del presidente ucraino. In altre parole, non si può escludere che Zelensky punti a far leva sui solidi rapporti che intercorrono tra Trump e la Meloni per cercare di riportare (almeno in parte) il sereno nelle sue relazioni con la Casa Bianca. In tal senso, non va trascurato l’impegno profuso dall’inquilina di Palazzo Chigi volto a preservare la stabilità dei legami transatlantici: un impegno che la Meloni ha sempre portato avanti in netto contrasto con la linea di Macron.
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Giancarlo Giorgetti e Christine Lagarde (Ansa)
La Banca centrale europea riconosce «alcune novità (nel testo riformulato) che vanno incontro alle osservazioni precedenti», in particolare «il rispetto degli articoli del Trattato sulla gestione delle riserve auree dei Paesi, ma restano i dubbi sulla finalità della norma». Secondo indiscrezioni, Giorgetti intenderebbe segnalare al presidente dell’istituto centrale europeo, Christine Lagarde, che l’emendamento non è volto a spianare la strada al trasferimento dell’oro o di altre riserve in valuta fuori dal bilancio di Bankitalia escludendo una massa che aggirerebbe il divieto per le banche centrali di finanziare il settore pubblico.
Il senatore della Lega, Claudio Borghi, uno dei relatori della manovra, intanto incalza: «Vediamo chi si stufa prima. Basterebbe domandarsi a che titolo la Bce si mette a sindacare su cose che non sono conferite alla Banca centrale». Poi ribadisce che «non esiste la possibilità e nessuno ha mai detto che vuole utilizzare le riserve auree, anzi io avrei comprato altro oro».
Questo intoppo rischia di complicare l’iter della manovra, proprio mentre i lavori in Senato si apprestano a entrare nel vivo, con il pacchetto di emendamenti del governo atteso per domani. «Saranno pochissimi, verranno prediletti quelli parlamentari», ha spiegato il senatore di Fdi, Guido Liris, uno dei relatori della legge di bilancio, e ha previsto che la votazione in commissione Bilancio del Senato potrebbe essere fissata per il prossimo fine settimana con l’auspicio di far approvare il testo in Aula da martedì 16 dicembre.
La formulazione definitiva delle modifiche è strettamente legata all’esito del lavoro sulle coperture. Il primo dossier sul tavolo del Mef è quello delle banche e assicurazioni: va messo nero su bianco l’accordo raggiunto nei giorni scorsi per un contributo di 600 milioni in due anni, che dovrebbe tradursi in un’ulteriore riduzione della deducibilità delle perdite pregresse. A impattare sulle assicurazioni c’è anche l’incremento - previsto da un emendamento di Fdi - dell’aliquota sulla polizza Rc auto per infortunio del conducente. Altre risorse sono attese dall’aumento graduale della Tobin tax, dalla tassa sui pacchi e dalla rivalutazione dei terreni. Ancora incerto il destino della tassazione agevolata dell’oro da investimento. Sono attese correzioni alla misura sulla cedolare secca per gli affitti brevi a uso turistico. C’è un accordo ampio sul ritorno all’aliquota del 21% per il primo immobile locato e la riduzione da 5 a 3 del numero di immobili da cui scatta l’attività di impresa che prevede un diverso trattamento fiscale.
Si lavora anche sulla norma sui dividendi (la stretta verrebbe limitata alle partecipazioni sotto il 5%), sull’esclusione delle holding industriali dall’aumento dell’Irap, sullo stop al divieto di portare in compensazione i crediti e sull’allargamento dell’esenzione Isee sulla prima casa.
Si stanno valutando le detrazioni per i libri e la stabilizzazione triennale dell’iperammortamento. «Sulle banche mi pare si sia arrivati a un accordo. L’orientamento è quello di arrivare finalmente a un punto di incontro. Il governo decide ovviamente, ma stavolta c’è anche il consenso delle banche», ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
In arrivo la conferma delle risorse aggiuntive per le forze dell’ordine stanziate negli anni scorsi. È quanto emerso nel corso dell’incontro tra il governo e le organizzazioni sindacali delle forze armate e del comparto sicurezza e soccorso pubblico. È stato ribadito anche che «nuovi spazi potranno liberarsi se si chiuderà positivamente la procedura europea sugli squilibri di bilancio».
Inoltre, per quanto riguarda il rinnovo dei contratti per il triennio 2025-2027, il governo ha ribadito l’impegno a una convocazione immediata dei sindacati. Durante l’incontro sono stati affrontati i temi della valorizzazione delle carriere, dell’età pensionabile e delle misure di previdenza dedicata, dei tempi di liquidazione del trattamento di fine servizio, del turn over e degli interventi volti a rafforzare ulteriormente la tutela e la sicurezza del personale.
Per fare il punto sui tempi e sull’iter della manovra, non è escluso un nuovo giro di riunioni con il governo. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, ha ribadito che «le risorse sono quelle che abbiamo stanziato, la manovra deve chiudersi a 18,7 miliardi».
Continua a far discutere il raddoppio del tetto al contante, attualmente a 5.000 euro, con l’introduzione di una imposta di bollo di 500 euro ogni pagamento cash per importi tra 5.001 e 10.000 euro.
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Xi Jinping ed Emmanuel Macron (Ansa)
Il rinvio della discussione si è reso necessario per l’ostilità di un gruppo di Paesi. Nove Stati membri (Svezia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Irlanda, Malta, Portogallo e Slovacchia, capitanati dalla Repubblica Ceca) si sono, infatti, opposti alla deliberazione, esortando Bruxelles a procedere con la «massima cautela possibile», avvertendo che norme fuori misura rischierebbero di «soffocare l’innovazione» e di «violare accordi commerciali». Un documento ceco condiviso dai nove ministri dell’Industria ha avvertito che una tale politica dovrebbe essere considerata solo «l’ultima risorsa». Il costo di questa politica per le aziende Ue è stato stimato, nel non paper, in oltre 10 miliardi di euro all’anno a causa dell’obbligo di acquistare componenti europei più costosi. La norma non considererebbe «fatto in Europa» un prodotto solo assemblato nella regione ed è questo il problema soprattutto per Slovacchia e Cechia (ma sospettiamo anche per l’Ungheria). Da notare che il tentativo di frenare e indebolire la proposta non è venuto solo da alcuni Stati, ma anche dall’interno della Commissione, dove le direzioni generali Commercio ed Economia hanno espresso timori per l’impatto di queste misure sulla competitività e sull’utilizzo di fondi pubblici per acquisti interni.
La Germania, fino a poco tempo fa contrarissima all’iniziativa, nelle ultime settimane è apparsa più morbida, tanto che non figura tra i Paesi scettici. Ma una regia di Berlino, in casi come questo, è praticamente una certezza. Non sempre la Germania ha necessità di comparire esplicitamente. Il blocco temporaneo al «Made in Europe» è un vero e proprio sgambetto ai danni della Francia, che cerca di proteggere la propria manifattura dall’assalto delle merci cinesi. Proprio qui si innesta l’enorme spaccatura tra Francia e Germania, un contrasto stridente che nessuna conferenza stampa con i sorrisi tirati può dissimulare. Lo stallo unionale è frutto del divario tra la retorica allarmata della Francia e il contorto approccio della Germania alla questione cinese.
Il presidente francese Emmanuel Macron, appena sbarcato dall’aereo dopo tre giorni di visita a Xi Jinping in Cina, ha usato toni estremamente preoccupati per descrivere il ruolo marginale dell’Europa nel panorama globale, dove è «intrappolata tra Stati Uniti e Cina». Egli ha definito lo stato attuale come «lo scenario peggiore», in cui l’Europa è diventata il «mercato dell’aggiustamento» per la produzione cinese, in buona parte deviata dai dazi americani. Considerazione ovvia e assai tardiva. Dall’entourage di Xi Jinping, però, è filtrata una certa sorpresa dato che, durante i tre giorni di visita, i toni di Macron erano stati tutt’altro che bellicosi. Tornato all’Eliseo, Macron ha avvertito Pechino che, se non interverrà per correggere lo squilibrio commerciale giudicato «insostenibile», l’Ue potrebbe adottare «misure forti», inclusa l’imposizione di dazi. Per Parigi, la protezione dell’industria è una «questione di vita o di morte per l’industria europea».
Dall’altra parte, però, la Germania dà prova di profonde ambiguità. Nonostante si stia confrontando con una drammatica crisi industriale (con 23.900 fallimenti aziendali, il picco degli ultimi undici anni, e la perdita acquisita quest’anno di oltre 165.000 posti di lavoro nel solo settore manifatturiero), Berlino continua a privilegiare i rapporti bilaterali con Pechino. Mentre l’Unione è bloccata, il ministro degli Esteri, Johann Wadephul, e quello alle Finanze, Lars Klingbeil, si recano in Cina a poche settimane l’uno dall’altro per chiedere condizioni di favore, in particolare per le terre rare, essenziali per l’industria.
Probabilmente a Pechino non credono ai loro occhi, con questo via vai di ministri e presidenti europei che arrivano a chiedere questo e quello. Ma l’orientamento dei tedeschi è mantenere ed espandere le relazioni commerciali con la Cina, il loro «partner commerciale più importante», come ha detto Wadepuhl. Questa condotta confligge con gli obiettivi di riduzione del rischio di cui si parlava fino a qualche tempo fa a Bruxelles e di cui, come è facile notare, non si parla praticamente più. L’impegno, ora, è tutto rivolto a mostrare indignazione per la nuova strategia di Donald Trump verso l’Europa, a quanto sembra.
Certamente la spinta tedesca contrasta con le idee della Francia sull’atteggiamento da tenere nei confronti dell’enorme surplus cinese, che nei primi undici mesi dell’anno ha superato i mille miliardi di dollari. Il ripiegamento delle merci cinesi dagli Stati Uniti verso l’Europa era un effetto atteso, dopo l’aumento dei dazi americani verso Pechino. In otto mesi, l’Unione non ha fatto nulla per proteggersi e ora Parigi grida «Al fuoco!», mentre Berlino, ispiratrice dell’immobilismo di Commissione e Consiglio, punta ancora a ritagliare per sé uno status privilegiato.
Di fronte all’aggressiva politica commerciale cinese, l’Unione europea si ritrova in pezzi, congelata da Berlino che, intanto, fa affari e cerca accordi con Pechino.
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