2024-01-19
Quanti sprechi nell’Ue dell’austerity. E spunta pure un ufficio a Panama
Una mostra multimediale sull’Europarlamento ci costa addirittura 100 milioni all’anno.A cosa potrebbe servire un ufficio del Parlamento europeo a Panama? Gli europei lo scopriranno presto, perché nelle scorse settimane il comitato di presidenza dell’Europarlamento, in una seduta a porte chiuse, ha deciso di dare il via libera all’apertura di un cosiddetto «antenna office» anche nel piccolo Paese dell’America centrale. Nulla a che fare con il film Il sarto di Panama, dove l’agente del servizio segreto inglese (interpretato da Pierce Brosnan) viene mandato sul canale per punizione. Qui, a quanto pare, sarà inviato un burocrate europeo, che però potrà anche godersi le acque cristalline del piccolo Stato latinoamericano. A scoprirlo è stato Politico, che ha riportato anche le impressioni di alcuni europarlamentari che, a microfoni spenti, hanno fatto intendere come sia già scattata la gara tra i partiti a piazzare propri funzionari di fiducia. Secondo il documento approvato, dal momento che nello stato al di là dell’atlantico esiste il Parlatino, una sorta di Parlamento latinoamericano, allora era il caso di distaccare anche un ufficio lì vicino in modo da «fornire sostegno agli organi politici del Parlamento in visita nella regione». E pensare che dopo il caso di Ema - l’agenzia del farmaco che si ritrova a dover ancora pagare quasi 450 milioni di euro fino al 2039 per una sede vuota a Londra dopo la Brexit - a Bruxelles si era iniziato a parlare di risparmiare sulle sedi europee. Ma sul finale di legislatura gli europarlamentari sembra si siano lasciati andare.Del resto, basta guardare il bilancio di quello che viene chiamato il budget esterno dell’Unione europea per scoprire che tra il 2021 e il 2023 i costi per le sedi distaccate sono aumentati di quasi il 20%. Si parla di una spesa totale nell’anno scorso pari a 54 milioni e 650.000 euro. L’anno prima erano stati 47,9 milioni, nel 2021 appena 45,5 milioni. Gli edifici, oltre a costare per pulizia e manutenzione (qui le cifre oscillano tra i 6 e gli 8 milioni), richiedono anche spese di sicurezza e sorveglianza che nel solo 2023 hanno quasi raggiunto la cifra di 10 milioni di euro. D’altra parte, il Parlamento europeo e l’Unione hanno deciso di aprire sedi e uffici in quasi tutte le parti del mondo. Ne abbiamo una a Giacarta in Indonesia, a New York, ma anche ad Addis Abeba, alle Barbados, Gibouti e in Costa Rica. Lo scorso anno ne ha aperto uno nuovo in Ucraina, dopo l’invasione russa. Ce n’è uno persino a eSwatini, minuscolo stato tra Sud Africa e Mozambico di appena 11.000 abitanti. Sempre a Politico, Roberts Zile, vicepresidente del Parlamento, ha spiegato che la decisione a favore dell’apertura dell’ufficio a Panama è stata unanime. In questi uffici di solito c’è solo «una persona» del Parlamento, quindi il costo non dovrebbe essere significativo rispetto al budget annuale di 2 miliardi di euro del Parlamento europeo. Zile, invece, sostiene che, se l’Europa dovesse decidere di risparmiare, dovrebbe farlo bloccando il progetto Europa Experience, che punta a costruire un centro visitatori che racconta il Parlamento europeo in tutte le capitali dell’Unione. Al momento si contano strutture a Berlino, Helsinki, Copenaghen, Roma, Varsavia e Vienna. Il progetto, come si legge sul sito, «consente di esplorare come gli europei lavorano insieme per affrontare le sfide più importanti». Ma chi partecipa può anche utilizzare «strumenti multimediali all’avanguardia per scoprire come funziona l’Unione europea». C’è persino un gioco di ruolo, dove si può far finta di diventare un europarlamentare. Dura dalle due alle tre ore ed è disponibile in 24 lingue. Anche qui i costi sono faraonici. Solo in Estonia, Paese tra i più piccoli, il progetto costa 3 milioni di euro all’anno. Insomma, in totale il progetto arriva a costare annualmente almeno 100 milioni di euro. È il caso che la prossima legislatura si occupi anche di questi sprechi.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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