2019-10-22
Quando non è in Europa, Macron diventa un duro anti immigrazione
Il presidente va in visita nelle isole Mayotte, territorio francese nel canale del Mozambico, e promette un piano feroce contro l'ingresso dei clandestini. Ma i residenti non si fidano e preparano la contestazione.Un piano per combattere l'immigrazione clandestina ed espellere almeno 25.000 persone entro la fine del 2019. Non è il programma elettorale di Matteo Salvini, Donald Trump o Viktor Orban, ma il contenuto dell'operazione Shikandra, oggetto della visita ufficiale che Emmanuel Macron inizierà oggi nei dipartimenti francesi d'oltremare delle isole Mayotte e Riunione, poste nel canale del Mozambico e nell'oceano Indiano. Nel primo di questi territori francesi, la situazione è particolarmente esplosiva. Questo perché sui 374 chilometri quadrati che misura Mayotte vivono 400.000 persone (anche se i dati ufficiali parlano di circa 256.000 residenti, ndr). Giusto per fare un paragone, l'Isola d'Elba, misura circa 224 chilometri quadrati ed è abitata da circa 32.000 residenti. Gli abitanti non censiti a Mayotte, sono dei clandestini che arrivano dalle altre isole dell'arcipelago delle Comore, del quale fa parte geograficamente anche l'isola francese. A loro, come scrive France Presse, si sono aggiunti migranti provenienti «dall'Africa dei Grandi Laghi (Repubblica Democratica del Congo, Burundi, Ruanda)» e «più recentemente degli srilankesi». Una tale densità umana rende molto difficile l'erogazione di servizi pubblici essenziali ai residenti che hanno la cittadinanza francese. Già perché, dopo essere stata colonia e territorio d'oltremare di Parigi, nel 2011 Mayotte è diventata un dipartimento-regione francese d'oltremare. In pratica un pezzo di Francia (e di Unione europea) posto nel canale del Mozambico, sul quale vige lo ius soli transalpino. In sostanza se un individuo nasce a Mayotte e risiede in territorio francese per almeno 5 anni, oppure ha almeno un genitore nato in Francia (metropolitana o d'oltremare) può diventare un cittadino della République. Inoltre in questa isoletta africana, su cui sventola il tricolore di Parigi, valgono anche le regole dello stato sociale transalpino: una vera manna. È facile immaginare che per gli abitanti dei paesi vicini a Mayotte questi siano motivi più che sufficienti per rischiare la vita attraversando il braccio di mare che li separa da questo pezzo di Francia su imbarcazioni di fortuna. I mahoré, come si chiamano gli abitanti di Mayotte, si dichiarano a parole fratelli e cugini dei comoriani (dai quali si sono separati dopo il referendum per l'indipendenza tenutosi nell'arcipelago nel 1974, ndr), ma nei fatti sono esasperati per la presenza di un numero così importante di clandestini. Tra questi si contano anche tantissimi minori che - come già scriveva la Verità nell'edizione del 22 gennaio scorso - sono «abbandonati a se stessi tra stenti e violenza». Questo anche perché il Cra (Centre de détention administrative dell'isola) scoppia. Basti pensare che a fronte di 148 posti disponibili, tra il 2016 e il 2017 sono state registrate dalle 7.000 alle 9.000 presenze. Impossibile dire se il piano di cui parlerà il presidente francese riuscirà a risolvere questo enorme problema. Ma, se le parole hanno un senso, il nome Shikandra, scelto per l'operazione, non lascia ben sperare. In effetti nella lingua locale, questo termine identifica un pesce che attacca quando sente minacciato la propria tana.Gli abitanti di Mayotte, vogliono sentire Macron pronunciare delle parole forti quando arriverà sull'isola. Anche perché, persino in questo sperduto fazzoletto di Francia, Monsieur le Président rischia di non essere il benvenuto. D'altra parte alle presidenziali del 2017, sull'isola, quasi un elettore su due aveva votato per Marine Le Pen. Non sorprende dunque se, in molti gireranno le spalle al loro capo di Stato. I primi a farlo saranno i pompieri dell'aeroporto di Mayotte che, in un comunicato diffuso dal sindacato di categoria Snspp-Pat, hanno annunciato che non garantiranno la sicurezza antincendio del volo presidenziale. Questo per mostrare la loro solidarietà ai colleghi pompieri scesi in piazza a Parigi il 15 ottobre scorso, che hanno ricevuto «lacrimogeni e proiettili di gomma». L'accoglienza riservata a Macron sarà misurabile anche in un altro modo. Basterà contare le persone vestite di bianco. Questo perché il Collettivo dei Cittadini di Mayotte - ribadendo che i mahoré non intendono più «portare da soli il peso dell'immigrazione clandestina» - ha invitato ad indossare degli abiti bianchi, in segno di protesta, durante la visita del presidente. Nel frattempo è interessante notare che, mentre in Europa la Francia macronista cerca di farsi passare come paladina dei diritti dei migranti, in Africa è pronta a chiudere tutte le porte. Lo confermano le dichiarazioni rilasciate alla stampa dai deputati di Mayotte. Per Mansour Karmardine, eletto tra le file del partito di destra de Les Républicains, gli abitanti dell'isola «si aspettano un rafforzamento rapido e importante delle risorse umane e materiali di lotta contro l'insicurezza e il controllo delle frontiere». Il deputato ha anche presentato una proposta di legge all'Assemblea Nazionale per aumentare da 18 a 36 mesi di soggiorno regolare, il termine minimo perché uno straniero residente a Mayotte possa chiedere il ricongiungimento familiare. Nemmeno la deputata locale eletta tra i «progressisti» di En Marche ha dubbi sulla necessità di bloccare le vie d'accesso a questo dipartimento francese d'oltremare. Intervenendo nel dibattito sull'immigrazione, in corso nel parlamento francese, Ramlati Ali ha detto che «è necessario restringere i criteri d'accesso e di soggiorno» per «restituire a Mayotte ai mahoré».