2023-03-09
Fiumi di soldi dalla Turchia. Ecco i conti segreti della banda del Qatargate
Antonio Panzeri, Hakan Camuz e Francesco Giorgi (Ansa-Getty Images)
Un’informativa della Gdf innescata da un articolo de «La Verità»: Alla Equality di Antonio Panzeri & C. bonifici per 315.000 euro dall’estero.L’informativa della Guardia di finanza inviata il 2 marzo 2023 alla Procura di Milano e che ha messo nel mirino delle indagini il consulente legale turco Hakan Camuz, uomo legato al presidente Recep Tayyip Erdoğan, è stata innescata da un articolo della Verità pubblicato la vigilia di Natale. Nelle 22 pagine dell’annotazione sono riportati lunghi stralci dell’articolo e c’è la nostra prima pagina intitolata «Giorgi cedette una finta Ong al barista sloveno “compagno della Panzeri”». La nostra inchiesta ha fatto partire le indagini e da quel momento è iniziata la slavina. I personaggi principali della storia sono Pier Antonio Panzeri, ex europarlamentare europeo, il suo vecchio assistente Francesco Giorgi e la ragioniera Monica Rossana Bellini, la quale, secondo gli investigatori, «si sarebbe prestata alla costituzione di un apposito “veicolo" societario, denominato Equality, al fine di riciclare flussi finanziari garantiti a Pier Antonio Panzeri a titolo di corruzione». Quando questo giornale l’ha scoperta, l’Equality era un mistero persino per chi indaga, ma adesso la Guardia di finanza ha stilato la sua prima informativa, finita sul tavolo del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, e qualche punto fermo sembra essere stato messo. Per esempio sono finiti sul registro degli indagati gli ultimi due soci della ditta, Manfred Forte, compagno dell’avvocato Silvia Panzeri (la figlia di Pier Antonio), e l’istruttore di nuoto Dario Vittorio Scola, considerati entrambi prestanome. I veri attori per ora restano indagati in Belgio, in futuro vedremo.A carte scoperteMa intanto è possibile leggere nei dettagli i conti della Equality, così come li hanno ricostruiti i finanzieri. Tra il 6 dicembre 2018 e il 4 maggio 2021, quando la ditta è stata chiusa definitivamente (era stata messa in liquidazione nel novembre 2020), la Equality consultancy srl ha emesso fatture per complessivi 318.180 euro. Giorgi ai magistrati belgi ha raccontato come in Turchia sia stato messo in contatto dall’assistente del ministro del lavoro del Qatar con una persona «di origine palestinese» che avrebbe dovuto fargli avere le mazzette e che gli avrebbe consigliato di rivolgersi ad Hakan Camuz e alla sua società inglese. In effetti i primi a inviare bonifici sono i turchi della Team organizasyon basin yayin ticaret limited şirketi che le Fiamme gialle non sono riuscite a identificare compiutamente. Non è quindi possibile sostenere al momento che dietro a questa società ci fosse proprio Camuz. Quello che possiamo sostenere è che già il 28 dicembre, sedici giorni dopo l’iscrizione della Equality alla Camera di commercio, la società di Opera (Milano) emette una fattura da ben 145.000 euro verso quella di Istanbul. Il 27 febbraio ne produce una seconda da 55.000 euro. In sostanza la piccola società di consulenza internazionale che svolge compiti simili a quelle delle Ong riceve ben 200.000 euro dalla Turchia nel giro di due mesi. A questo punto entrano in gioco le società inglesi direttamente riconducibili ad Hakan Camuz e alla giovane Cemre Eren Camuz (classe 1994).L’uomo misteriosoHakan Camuz è un personaggio davvero misterioso: secondo il suo passaporto sarebbe nato il 23 ottobre 1971 nel Regno Unito, in un’intervista del 2013 sosteneva, però, di essere originario di Ankara, da dove sarebbe scappato dopo aver litigato con il padre. Ma torniamo alle società a lui riferibili. La Equality emette undici fatture verso la Stoke white, che ha tra gli amministratori la giovane Cemre Eren: tre da 10.000 da ottobre a dicembre 2019 (una per mese) e sette (tre da 10.000, tre da 5.000 e una da 2.000) da gennaio a luglio 2020. In tutto fa 77.000 euro, a cui bisogna sottrarre una nota di credito da 22.000 euro emessa nel novembre 2020. Quindi alla fine in due anni la Stoke white sborsa 55.000 euro, 30.000 nel 2019 più 25.000 nel 2020. Il Radiant Trust entra in gioco come la Stoke white a fine 2019, precisamente nel dicembre 2019, quando la Equality emette una fattura da 10.000 euro. Anche qui nel 2020 troviamo nel libro giornale una fattura al mese a luglio (tutte da 10.000 più una da 2.000 a luglio) per un totale di 62.000 euro a cui bisogna sottrarre una nota di credito da 12.000 di novembre. Insomma, il trust in otto mesi sgancia 60.000 euro. Nel fondo Hakan Camuz funge da fiduciario.C’è infine la Phronesis consultants Uk limited che tra maggio e giugno 2020 riceve fatture per 54.000 euro (tre da 18.000) tutte annullate da una nota di credito di pari importo emessa il 29 giugno 2020. Il risultato finale è che la Equality riceve 200.000 euro dalla Team organizasyon, 55.000 dalla Stoke white e 60.000 euro dal Radiant trust. Questo ha fatto sì che nel 2019 la Equality mettesse a bilancio 240.000 euro di fatturato, con un utile di esercizio di 102.000 euro. Nel 2020 i ricavi sono stati pari a 75.450 euro, ma il bilancio ha chiuso con un passivo di 51.360 euro, forse anche a causa delle note di credito (una da 54.000 euro emessa a giugno e due per 34.000 complessivi il 17 novembre). A luglio 2019 Luciano e Stefano Giorgi, rispettivamente padre e fratello di Francesco e titolari insieme alla Bellini delle quote societarie, lasciano l’azienda e l’attività viene portata avanti sino alla messa in liquidazione dai due indagati Forte e Scola. Sino al luglio del 2019 la ditta aveva emesso fatture solo alla ditta turca Team organizasyon. Risulta difficile credere che anche qui non avesse messo lo zampino Camuz, visto quanto dichiarato da Giorgi sulle modalità della loro conoscenza.I verbaliL’indagato ha anche spiegato: «Essendo stata coinvolta una società inglese, i documenti dovevano essere preparati in inglese. Il mio coinvolgimento è consistito nel mettere in contatto Panzeri, la sua commercialista Monica Bellini e sua figlia Silvia Panzeri (nessuna delle quali parlava inglese) con Hakan. Silvia ha preparato i casi come avvocato. Ho anche contribuito alla creazione di Equality sfruttando le mie conoscenze linguistiche. Per giustificare l’utilizzo di una società italiana da parte di una inglese, i servizi devono essere forniti in inglese. Pertanto, ho chiesto a conoscenti della mia famiglia che parlano inglese di fornire servizi concreti, senza che sapessero cosa stesse succedendo». I nomi della Panzeri e della Bellini compaiono anche alla voce uscite della Equality. Dividendi a parte, circa la metà del denaro incassato dalla ditta è finito proprio sui conti della ragioniera. La Equality ha ricevuto dal gennaio 2019 al gennaio 2021 25 fatture del medesimo importo: 5.200 euro al mese per un totale di 130.000 euro (62.400 euro l’anno nel 2019 e nel 2020). Lo studio Bellini ha invece emesso fatture per 31.958,57, di cui 8.994,87 nel 2019, 17.923,70 nel 2020 e 5.040,00 nel 2021. Quindi alla socia Bellini sono andati più di 161.000 euro. Sono rimasti tutti a lei? Toccherà agli investigatori rispondere a questo quesito. Dal conto della Equality sono usciti anche 14.352 euro destinati a Silvia Panzeri, in due tranche di pari importo: la prima come «pagamento parziale al 50 per cento» e la seconda come «saldo nota pro forma del 10 novembre 2020». Sempre sul rapporto bancario della Panzeri, tra il 17 marzo 2021 e il 28 febbraio 2022 sono stati indirizzati dalla Bellini due bonifici per complessivi 5.060 euro e altri tre dalla studio Bellini per un totale di 5.709,86 tutti aventi come causale «saldo pro forma». Ma nelle interviste rilasciate dalla ragioniera sembrava che a lavorare per la Panzeri fosse la Bellini e non viceversa.Parla CamuzIeri, dopo i nostri scoop, Camuz ha deciso di rispondere alle domande del quotidiano britannico Financial Times. A cui ha raccontato che Francesco Giorgi lo avrebbe contattato facendogli sapere che «poteva aiutarlo a fare servizi di lobbying etico a Bruxelles a basso costo ed è stato molto convincente perché parlava di aiutare le vittime di crimini di guerra e le vittime di violazioni dei diritti umani».«I pagamenti (da società legate a Camuz, ndr) erano in cambio di petizioni per condannare i crimini di guerra in Siria e la protezione dei rifugiati», ha spiegato. Giorgi avrebbe anche promesso di aiutare a introdurre risoluzioni tese a condannare i crimini di guerra nello Yemen, ma, secondo l’intervistato, «purtroppo i risultati sono stati molto scarsi». Camuz ha spiegato che due dei suoi gruppi hanno stipulato «contratti di consulenza» con una società legata a Giorgi, per quelli che riteneva fossero «servizi parlamentari». L’uomo ha sottolineato di aver parlato solo con Giorgi e di aver ritenuto che la Equality fosse una società regolare. Ha, quindi, affermato che i «servizi» concordati includevano l’agevolazione di incontri con altri deputati al Parlamento europeo, eventi pubblici a Bruxelles, interrogazioni parlamentari e la garanzia di finanziamenti dell’Ue per le sue cause di beneficenza. Camuz si è inoltre detto «scioccato e sconvolto» dal caso e ha negato di essere a conoscenza di qualsiasi tipo di illecito di Giorgi e Panzeri.In ogni caso il consulente legale e i suoi partner non avrebbero «avuto problemi a pagare per tali servizi» poiché facevano parte di campagne legali contro le violazioni dei diritti umani. Al quotidiano inglese Camuz si è definito pure «devastato» dalle accuse fatte da Giorgi e ha detto di essere stato ingannato. Per questo starebbe valutando la possibilità di intraprendere un’azione legale contro Giorgi. Nella sua testimonianza, l’ex assistente parlamentare aveva affermato che il suo ruolo era quello di facilitare le comunicazioni tra Silvia Panzeri, Monica Bellini e Camuz, perché le due donne italiane non parlavano inglese. Il consulente legale nega di aver mai conosciuto le due donne: «Giorgi ha detto che erano il suo staff e i suoi partner e non ho mai fatto domande sui dettagli relativi al suo personale interno». La notizia è che anche anche dal racconto di Camuz risulta chiaramente che a trattare per la Equality fosse direttamente Giorgi e non i titolari delle quote o i suoi amministratori.