2020-07-30
Pure tre consiglieri mollano Ubi per Intesa
Ca' de Sass sale al 75,68%: l'offerta si chiuderà oggi. Lunedì cda dell'istituto bergamasco, attese le dimissioni dell'ad Victor Massiah .Come sostituto, si parla di Raffaello Ruggieri. Analisti positivi: «Diminuisce il rischio di una richiesta di acquisto di Montepaschi».«La fiducia non si compra» e «il consiglio di amministrazione, dopo attenta valutazione della documentazione disponibile, ha ritenuto che l'offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo non sia conveniente per gli azionisti di Ubi banca». La pubblicità, apparsa nei giorni scorsi anche sui quotidiani, campeggiava ancora ieri sul sito dell'istituto guidato da Victor Massiah. In maniera un po' surreale, considerando l'esito della partita già chiusa con successo da Intesa martedì. Ma soprattutto perché, nonostante il cda abbia bocciato per due volte l'Opas definendola non congrua, ieri si è scoperto che ben tre consiglieri di amministrazione hanno aderito alla proposta di Ca' de Sass. Il 27 luglio scorso, secondo quanto si legge nelle comunicazioni internal dealing, la consigliera Letizia Bellini Cavalletti ha conferito 294 azioni facenti capo alla società Silbe, 20.976 facenti capo alla società Plotino e 438.876 facenti capo alla società Innocenzo per un valore complessivo pari a 1,67 milione di euro. All'Opas ha aderito anche il consigliere d'amministrazione Paolo Bordogna che ha conferito 8.569 azioni per un valore di 31.000 euro. Il 28 luglio la consigliera d'amministrazione Silvia Fidanza ha conferito 9.141.035 azioni facenti capo alla società Olimbos per un valore di circa 33 milioni.Nel frattempo, la quota di ieri è salita al 75,68, rispetto al 71,9% raggiunto martedì con cui Intesa aveva già superato la soglia di due terzi del capitale necessaria per controllare l'assemblea straordinaria di Ubi e procedere alla fusione. In seguito alla proroga decisa dalla Consob, il periodo di conferimento delle azioni si concluderà oggi e domattina - prima che apra la Borsa - Intesa dovrebbe diffondere un comunicato in cui darà conto dell'esito definitivo. Martedì 4 agosto si riunirà il cda della banca per approvare la semestrale che sarà poi presentata agli analisti nel pomeriggio. Lunedì 3 si riunirà invece il cda di Ubi: sul tavolo, oltre ai conti dei primi sei mesi del 2020, potrebbero già finire le dimissioni di Massiah (al timone potrebbe essere chiamato l'attuale responsabile del Credito di Intesa, Raffaello Ruggieri) con la garanzia di una gestione della ordinaria amministrazione fino all'arrivo del nuovo consiglio, probabilmente in settembre. Per la nomina del nuovo board c'è da attendere l'assemblea che dovrà essere convocata da Intesa, dopodiché sarà necessaria un'assemblea straordinaria per la fusione di Ubi. Sul fronte del mercato, mentre entrambi i titoli delle due banche hanno chiuso la seduta di ieri a Piazza Affari sulla parità, gli analisti esprimono un giudizio positivo sull'esito dell'operazione. Intermonte ha alzato il rating su Intesa da neutral ad outform, portando il prezzo obiettivo da 1,85 a 2,1 euro (ora viaggia attorno a 1,7 euro). «L'acquisizione diminuisce anche il rischio che le sia chiesto di comprare il Monte dei Paschi», sottolineano i broker. Mentre quelli di Kepler ricordano che «se l'adesione supererà il 90% ci sarà un delisting, altrimenti la fusione è prevista per il 2021». Sulla vittoria di Intesa è intervenuto ieri anche il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, Giandomenico Genta, esprimendo «soddisfazione e malinconia» per la conquista di Ubi, di cui la fondazione è tra i primi soci. «La memoria», ha detto Genta, raggiunto dall'agenzia Adnkronos, «non si cancella, ma ho la certezza che Intesa valorizzerà il capitale umano di Ubi e il futuro che abbiamo contribuito a scrivere non ha prezzo». Meno «malinconico» il commento di Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo, che ha definito l'offerta di Intesa un'«operazione coraggiosa, all'interno di un sistema bancario che ha bisogno di stabilità, portata avanti in un periodo particolarmente difficile per l'Italia e per le nostre comunità, in uno scenario completamente mutato dalla pandemia». Da Ca' de Sass più volte è stato ribadito che le nozze tra i due gruppi porteranno «potenzialità rilevanti per i territori con la creazione di valore per tutti gli attori coinvolti, non solo i soci». Lo stesso Carlo Messina, ad di Intesa, ha parlato di «grande progetto per creare un leader europeo». Tutti temi che, in questi mesi, i grandi soci di Ubi hanno respinto, bocciando l'operazione come «ostile e inaccettabile», conveniente solo «per Intesa». Il fronte del no è poi crollato quando Intesa ha ritoccato l'offerta aggiungendo la componente cash di 57 centesimi per ogni azione. Il rilancio ha provocato un effetto domino sugli azionisti che, in rapida successione, hanno deciso di aderire. Insieme, come abbiamo visto, ad alcuni consiglieri di amministrazione. Perché, se il prezzo è quello giusto, di Intesa ci si può fidare.
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