2022-02-27
Pure le Ferriere Nord ora spengono i forni
Fermi i tre impianti di Udine, Verona e Potenza per il boom dei costi di produzione. Domani riunione sugli ammortizzatori Il ministro Roberto Cingolani lancia l’allarme sulle scorte di gas: «Siamo a un passo dall’emergenza». Incubo stop al Nord stream 1.La decisione è stata annunciata venerdì mattina alla rappresentanza sindacale interna: le Ferriere Nord del gruppo Pittini hanno comunicato il blocco immediato degli impianti a caldo su tutti gli stabilimenti in Italia. Fermi, quindi, gli impianti di Osoppo (Udine), Verona e Potenza. In sostanza, è stato avviato l’iter che porterà allo spegnimento dei forni e alla conseguente gestione dei lavoratori tramite permessi aziendali. Il motivo? L’aumento dei costi energetici (si parla di un +297 per cento) che ha messo in crisi il settore metalmeccanico energivoro come quello di un’azienda siderurgica. Il mix tra caro bollette e crisi ucraina con il varo delle sanzioni rischia ora di dare il colpo di grazia al settore.Domani pomeriggio si avranno maggiori informazioni sull’eventuale utilizzo di ammortizzatori sociali nelle fabbriche delle Ferriere Nord per tutelare dipendenti e azienda. Che rischia di non essere un caso isolato, purtroppo. Lo scorso 12 febbraio, dunque prima dell’attacco russo, «a causa dei rincari energetici di elettricità e gas, la Lucchini Rs ha deciso di sospendere parte della propria attività per due settimane». Con i sindacati è stato firmato un accordo per il ricorso alla cassa integrazione ordinaria in vista di un possibile stop delle lavorazioni a caldo della divisione ferroviaria a Lovere (dove lavorano in totale circa 1.200 persone) in attesa che il prezzo del gas diminuisca con l’arrivo della primavera. Anche nelle aziende controllate dal gruppo Feralpi (tra i principali produttori siderurgici in Europa) a Lonato del Garda, Calvisano e Lecco, per risparmiare è stato deciso di lavorare soprattutto di notte e nel corso del fine settimana, quando l’energia costa un po’ meno, mentre nelle ore di picco si fermano le macchine.Gli imprenditori sono dunque costretti a rimodulare la nostra attività giorno per giorno, decidendo se e quanto sospendere la produzione in base all’oscillazione della borsa elettrica. L’ennesima botta, soprattutto per le industrie energivore, è pesante: aumento del gas del 26% in un giorno, a seguito della guerra in Ucraina. Combinata a costi energetici che erano arrivati già al 297% per il caro energia incalzante.Ieri il ministero della Transizione ecologica, guidato da Roberto Cingolani, ha dichiarato lo stato di preallarme sugli approvvigionamenti di gas naturale. «Considerato l’attuale stato di guerra presente tra la Federazione russa e l’Ucraina e che tale situazione insiste sul territorio attraverso cui passa gran parte delle forniture di gas naturale che approvvigionano il sistema italiano», considerando «che il livello di pericolosità della minaccia alle forniture è sensibilmente maggiore rispetto a quanto previsto nelle analisi di rischio svolte in passato», il ministero ha ritenuto «opportuno predisporre eccezionali misure preventive volte a incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle procedure adottate in condizioni normali». L’obiettivo quindi è quello di «sensibilizzare gli utenti del sistema gas nazionale», benché la «situazione delle forniture sia al momento adeguata a coprire la domanda interna». Insomma, è stata avviata la procedura propedeutica a quella che si chiama emergenza gas che richiede poi le sospensioni di forniture. Il pre-allarme serve a sensibilizzare i grandi consumatori e gli stoccaggi invitando le aziende di fatto a evitare i consumi non strettamente necessari. Ovvero ciò che molte aziende stanno già facendo. Il passo successivo sarebbero le misure previste dal manuale della sicurezza energetica del Mite: una riduzione graduale dei consumi elettrici a partire da quelli meno essenziali.Se anche tutto il gas russo che arriva in Italia dall’Ucraina via Tarvisio (attraverso il gasdotto Trans Austria gas) dovesse mancare, con l’attuale tasso di svuotamento delle riserve il Paese dovrebbe arrivare alla fine della stagione fredda grazie anche all’aumento dei volumi dagli altri fornitori esteri. Ma la situazione potrebbe diventare più delicata se a marzo ci fossero improvvise fasi di forte freddo o se la Russia bloccasse il Nord Stream 1, il gasdotto che porta metano direttamente in Germania. Allora la domanda tedesca si rivolgerebbe sui produttori del Mare del Nord che oggi riforniscono il nostro Paese. Resta possibile riattivare le centrali a carbone, come annunciato da Draghi. Ma è evidente che il conflitto arriva in un momento in cui i mercati dovevano già fare i conti con le tensioni legate all’offerta che duravano da circa due anni.Non vanno poi sottovalutate le possibili conseguenze sulle forniture di petrolio che per l’Italia rappresentano il 10% dell’import di materia prima. Certo, anche nell’ipotesi che tutte le forniture verso l’Italia si interrompessero di colpo - non solo quelle di Mosca - il Paese avrebbe una completa autosufficienza di 90 giorni di importazione per il petrolio. Ma le stesse aziende che in questi giorni fermano gli impianti devono poi fare i conti anche i problemi dell’autotrasporto alle prese, a sua volta, con il caro carburante.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
Continua a leggereRiduci