2025-06-12
Pure Bankitalia si tinge d’arcobaleno
Via Nazionale ha creato un gruppo interno Lgbtq+ dal nome «BIfriendly». Una vera e propria community che vuole «sensibilizzare all’interno e all’esterno dell’istituto».La solitudine dei banchieri centrali è una triste e annosa faccenda. Tirati per la giacchetta da governi spesso ansiosi di sbracare su inflazione e conti pubblici, i banchieri centrali sono dipinti talvolta come affamatori del popolo, ottusi sacerdoti del rigore monetario, personaggi sempre disposti a sostituirsi ai politici per guidare governi tecnici. Ovviamente non è vero. Sono tutte teorie complottiste. Ma un certo isolamento e un’inevitabile solitudine, in questo mondo chiassoso e spendaccione, sono inevitabili. Anche in Via Nazionale. Così, nonostante le grandi emergenze di questi mesi, dominati dal ritorno di Donald Trump, dalle guerre commerciali, dalle guerre vere e proprie, dai dubbi sulla frenata dell’economia mondiale e da tassi ancora in mezzo al guado, nella Banca d’Italia è nato una specie di coordinamento interno, valido anche come punto d’ascolto, dedicato «alla comunità lesbica, gay, bisessuale, transgender, queer, fluida o che non si riconosce in nessuna di queste etichette». Il nome, come leggiamo dalla rete intranet di Bankitalia, è azzeccatissimo: «BIfriendly!». Dove «BI» sta per Banca d’Italia e non solo. Dopo aver ridicolizzato Angela Merkel e Vladimir Putin con analoghi blitz a seno scoperto, il 16 aprile del 2015 la simpatica attivista-filosofa Josephine Witt, tedesca, balza sul tavolo di una conferenza stampa di Mario Draghi e gli lancia coriandoli al grido di «Mettiamo fine alla dittatura della Bce». Il banchiere romano fa un salto sulla sedia come neppure quando gli è toccato stare al governo con i grillini. Sulla sua maglietta da Eurovision, la svalvolata Josephine aveva scritto: «End the Ecb Dick-tatorship». Un doppio senso (dick vuol dire pene) che è anche una denuncia della fallocrazia bancaria. Ebbene, a distanza di dieci anni da quel bizzarro episodio di situazionismo seni al vento, possiamo dire che anche un ambiente storicamente un po’ paludato e parruccone come quello della Banca d’Italia ha deciso di fare i conti con questa storia della «dick-tatorship». In modo fluido e inclusivo. Dalla rete intranet della banca oggi guidata da Fabio Panetta è possibile accedere alla pagina di BIfriendly che così si presenta: «La nostra priorità è quella di favorire la crescita di un clima di lavoro e di relazioni interpersonali in cui trovino accoglienza e riconoscimento tutte le persone, di qualunque orientamento affettivo o identità di genere, e di accompagnare e sostenere il percorso di inclusione e di valorizzazione di tutte le persone Lgbt+ che lavorano con noi». Per questo, prosegue il manifesto arcobaleno di stampo bancario, «sensibilizziamo, coinvolgiamo, organizziamo e comunichiamo attraverso seminari, articoli, newsletter, partecipazioni a eventi e incontri, sia all’interno sia all’esterno della Banca».Tra le iniziative, segnaliamo la presenza dei temi Lgbt+ sulla newsletter settimanale della Banca e la diffusione del mensile «BIfriendly». Sono anche disponibili materiali interessanti come le fotografie del Pride di Roma, al quale Bankitalia partecipa dal 2022 con apposite bandiere, le registrazioni dei seminari informativi sulle unioni civili, sulle persone transgender e in occasione delle Giornate celebrative dell’inclusione e della valorizzazione delle diversità Lgbt+.Il gruppo BIfriendly fa anche parte «della rete degli Erg Lgbt+ dell’Eurosistema e dell’Ssm e degli omologhi gruppi delle aziende che aderiscono a Parks liberi e uguali, ha tenuto incontri con le diverse realtà aziendali per uno scambio di esperienze. Utilissimi per imparare l’una dall’altra e beneficiare delle best practices che vengono individuate nel corso del tempo». Il gruppo Lgbt+ di Bankitalia si estende anche all’Ivass, l’istituto che vigila sulle assicurazioni. E c’è anche un supervisore di alto rango, come si legge sempre nella pagina intranet: «La nostra executive sponsor è la vice direttrice generale, Alessandra Perrazzelli». Poi, purtroppo, anche nella placida Bankitalia ci può sempre essere il tema delle eventuali discriminazioni. E allora ecco indicata una casella mail apposita per sfogarsi e chiedere aiuto, fare domande, domandare incontri. Ci sono turbolenze sui mercati, risparmi che fluttuano e cripto che svaniscono? Parafrasando Bobby Mc Ferrin, «Don’t worry, BIfriendly».