2020-03-01
Pur di insultare i governatori leghisti il Pd è pronto a danneggiare l’Italia
I democratici sostengono un governo che non sa gestire l'emergenza e hanno contribuito alla sottovalutazione dell'epidemia. Ma ora infieriscono su Luca Zaia e si schierano con gli «amici» della Repubblica popolare cinese.C'è un capitolo molto interessante di Spillover - il bestseller dell'autorevole giornalista del National Geographic David Quammen, che in questi giorni sta andando a ruba nelle librerie italiane - intitolato «Una cena alla fattoria dei ratti». Racconta l'esplosione della Sars, che ebbe origine «nella provincia di Guangdong, la più meridionale della Cina continentale». Alcuni passaggi sono raccapriccianti: «Mangiare serpenti non è insolito nel Guangdong, una provincia abitata da carnivori impenitenti e non schizzinosi, dove i menù potrebbero essere scambiati per la lista degli ospiti di uno zoo o di un negozio di animali». Alcuni casi di Sars, dice Quammen, si manifestarono a Zhongshan, città portuale cinese a sud di Canton. Uno degli infetti era un cuoco, «anche lui dedito alla preparazione di piatti a base di serpenti, volpi, zibetti e ratti». Il Coronavirus-Sars ce lo hanno regalato probabilmente gli zibetti, animali simili alle manguste. Resta che, secondo Quammen, l'abitudine di mangiare animali esotici o comunque strani (almeno ai nostri occhi) è piuttosto diffusa, specie da quando alcune zone della Cina si sono arricchite. È una moda, una forma di ostentazione che ha preso il nome di «era delle specialità selvatiche». Tutto questo per dire che Luca Zaia, parlando di cinesi che mangiano topini vivi, magari sarà stato pure un po' grossolano, ma di certo le autorità pechinesi dovrebbero andarci caute prima di ringhiare contro chicchessia. L'ambasciata del Dragone se l'è presa con il governatore del Veneto in maniera piuttosto ruvida: «In un momento cruciale come questo, in cui Cina e Italia si trovano fianco a fianco ad affrontare l'epidemia», recitava il comunicato stampa, «un politico italiano non ha risparmiato calunnie sul popolo cinese. Si tratta di offese gratuite che ci lasciano basiti». Ecco, forse da un governo che non ha brillato per la gestione dell'emergenza e da un Paese in cui il consumo di specie «stravaganti» è diffuso non è piacevole farsi fare la morale. In fondo, però, possiamo capire la reazione cinese, anzi ci piacerebbe che anche i nostri politici fossero così determinati nel difendere l'onore dell'Italia. Invece ci ritroviamo una larga fetta dell'attuale maggioranza di governo impegnata a gettare benzina sul falò della polemica. Pur di attaccare i governatori e gli esponenti della destra, partiti come il Pd e giornali amici sono pronti a danneggiare l'intera nazione. Cosa abbastanza grottesca, visto che da una decina di giorni la sinistra tutta continua a ripetere che serve «unità» e che bisogna abbassare i toni per il bene della patria. Il Pd del Veneto ha preso immediatamente le parti di «imprenditori, operatori del turismo, aziende di import export e migliaia di esercenti cinesi che da decenni pagano le tasse». Non per nulla l'ambasciata cinese ha scritto, sempre a proposito delle frasi di Zaia: «Ci consola il fatto che moltissimi amici italiani non sono d'accordo con tali affermazioni e, anzi, le criticano fermamente». E chi saranno mai questi «amici italiani»? Repubblica ha pubblicato sul sito il video dell'intervista a Zaia con tanto di traduzione inglese e sottotitoli in cinese, casomai fosse sfuggito a qualche commissario del popolo di Pechino. Simona Bonafè ne ha approfittato rapida come uno zibetto: «Prima Fontana con la sceneggiata della mascherina poi Zaia con l'uscita dei cinesi che mangiano i topi vivi. In questi giorni il “mito" dei bravi governatori della Lega ha subito un bel contraccolpo. E insieme, l'immagine del nostro Paese». Il suo collega del Pd Pierfrancesco Majorino ha fatto copia e incolla: «Era difficile fare peggio di Fontana con la mascherina. Ci ha pensato Zaia con i cinesi che mangiano “i topi vivi". Siamo davvero in ottime mani...». A ruota, ecco gli immancabili Michele Serra, Gad Lerner scopertosi umorista (twitta che Zaia «sembra pronto per il ministero degli Esteri, specializzato in rapporti con la Cina. Per la gioia degli imprenditori veneti») e compagnia zufolante. Questo bel mondo progressista è lo stesso che, settimane fa, si è affannato a ingozzarsi di involtini primavera, ripetendo che l'emergenza era «il razzismo», e contribuendo alla totale sottovalutazione dell'epidemia. Gli esponenti del Partito democratico - forse a loro insaputa - sostengono un governo che ha gestito l'intera emergenza in maniera indegna, causando danni all'economia del Nord e di tutto il Paese, oltre che pesanti ricadute sulla salute della popolazione. E adesso si permettono di fare le pulci ai governatori del Nord, per altro alimentando la tensione con la Cina? Sarebbe bello - e inedito - vederli esibire altrettanta spavalderia di fronte alle smargiassate del governo cinese. Ci sarebbe piaciuto sentirli accusare il regime comunista di Pechino per le sue mancanze, ma forse la loro voce non ci ha raggiunto perché parlavano facendo profondi inchini. Il coronavirus arriva dalla Cina, piaccia o no. E se questa e altre epidemie nascono lì un motivo c'è, come spiegano esperti sicuramente più autorevoli di Simona Bonafè. In ogni caso, se il Pd vuole proseguire con la linea filocinese, faccia pure. Anzi, abbiamo un suggerimento: dopo gli involtini di solidarietà, si pappino un gustoso cane procione. Dice che al mercato di Dongmen lo cucinano che è una meraviglia.
Charlie Kirk (Getty Images)