
Una sola nave ha scaricato nei porti del nostro Paese 24 tonnellate di schifezze, compresi indumenti infettati da varie malattie. Però i tifosi dell'invasione minimizzano e parlano di accanimento contro i poveri attivisti.Un cavillo. È solo un cavillo. I rifiuti pericolosi? Un cavillo. I vestiti infetti? Un cavillo. La tubercolosi? Un cavillo che l'anno scorso ha provocato un milione e 600.000 morti. Ma pur sempre un cavillo. La sifilide? Un cavillo. L'Aids? Un cavillo. La meningite? Un cavillo. La scabbia? Un cavillo che fa prudere la pelle. Come fate a non capire? Contro le Ong si è elevato il «muro del cavillo», come titola Repubblica, dando voce al coro unanime dello sdegno: ma come si fa a prendersela con chi scarica rifiuti pericolosi nei porti di tutta Italia? Dove arriveremo di questo passo? Possibile che non si possano nemmeno avvelenare 11 città d'Italia con 24 tonnellate di monnezza altamente tossica? Allora è vero che questo sta diventando un Paese fascista… Contrordine compagni: violare le leggi sui rifiuti tossici non è pericoloso. Che dite? Dopo tutti questi anni di impegno contro gli zozzoni? E le denunce di Legambiente? E le battaglie ecologiste? Le campagne per le vaccinazioni? E gli allarmi epidemie? Dimenticatevi tutto. Le Ong, in quanto buone per definizione, possono fottersene di tutto. Anche dell'ambiente. Anche delle malattie. Anche delle possibili epidemie. Vale il metodo Riace: se tu sei buono (buono per definizione, s'intende), puoi fare a meno di prenderti la briga di rispettare la legge. Hai licenza di delinquere. Anche licenza di uccidere, se necessario. Come James Bond. E se qualcuno ti denuncia è «Procurato allarme», come titola a tutta pagina il fu ambientalista Manifesto. O peggio: un'«azione persecutoria», come sottolineano i parlamentari filo boldriniani. Chiaro? Scaricare rifiuti tossici è cosa buona e giusta. Denunciarlo è «un'azione persecutoria». Chi l'avrebbe detto, eh? Vedete che non si finisce mai di imparare… Infatti: appena è uscita la notizia dell'inchiesta su Msf e del sequestro di Aquarius, sono cominciate le lezioni di cavillologia comparata. E i professori sono saliti in cattedra. Ascoltate perché c'è solo da istruirsi. Il collega Emiliano Fittipaldi, per esempio, uno che da sempre si batte per la legalità e il rispetto delle regole, all'improvviso sente odore di Ong e si scopre assai tollerante: «Milioni di italiani, ogni giorno, compiono lo stesso reato», scrive, «indaghiamo anche loro?». Ma certo che no, caro Emanuele: anzi, io proporrei di premiarli. Facciamo un bel concorso, con il patrocinio di Italia Nostra: «Butta il rifiuto tossico nel cassonetto vicino a casa». Hai un po' di materiale infetto? Qualche garza con sangue Hiv? Una mutanda visitata dalla Tbc? Manda la cartolina e parteciperai all'estrazione del 6 gennaio. Che poi, a dire la verità, io questi milioni di italiani che buttano rifiuti tossici a cuor leggero non li conosco e non mi farebbe nemmeno piacere conoscerli. Ma si tratta, chiaramente, di un problema mio. A meno che non si voglia paragonare, come fa qualcuno, la monnezza infettata dalla sifilide con il vasetto di yogurt scaduto. Sono la stessa cosa? A molti sembra così. E per questo difendono a spada tratta Msf e la sua Aquarius. «Non si può sequestrare la solidarietà», tuona per esempio l'ex ministro Cécile Kyenge, impegnata come è noto nella costituzione del partito africano in Italia. E poi aggiunge che «i motivi del sequestro rischiano di creare altre distorsioni della percezione su un tema così delicato come l'accoglienza». Chiaro, no? Quelli scaricano 24 tonnellate di veleni nei porti italiani e il problema non è che qualcuno rischia di avvelenarsi. No. Il problema è la «distorsione della percezione su un tema così delicato come l'accoglienza». Si capisce: il tema è delicato. E dunque dev'essere preservato con attenzione. Mica come la salute degli italiani… La salute degli italiani anche se fosse delicata non importa a nessuno. Perché le Ong sono buone. Per definizione. E dunque, siccome sono buone, possono avvelenare. E infrangere la legge. Qualsiasi legge. Anche quella sui rifiuti tossici. «Salvare le vite è un dovere», tuona per esempio l'immancabile Roberto Saviano, cattedra ad honorem nell'università della cavillologia. Ma resta un dubbio che non viene fugato: se salvare le vite è un dovere, perché nessuno si preoccupa di salvare le vite di qualche cittadino di Trapani o di Catania, che magari, grazie alle Ong, rischia di beccarsi la tubercolosi a sua insaputa? Ah già, dimenticavo: quello è un cavillo. Soltanto un cavillo. «Giù le mani da Msf», tuona infatti Saviano. Trafficare in monnezza infetta non è reato. Non lo dicevano anche i boss di Gomorra? Ah no, dimenticavamo: i reati in Italia sono come le palle dell'albero di Natale. A corrente alternata. Ora accesi, ora spenti, ora accesi, ora spenti. E anche chi persegue i reati, di conseguenza, ora è un magistrato intoccabile, ora è un persecutore, «seminatore di intolleranza e di paura» (copyright Enrico Mentana). Allo stesso modo le inchieste: ora sono atti necessari che ci salvano dai criminali, ora sono «attacchi dal significato politico intimidatorio» alle Ong. Le quali, come risulta dalle carte dell'inchiesta, in 18 mesi non hanno denunciato nemmeno uno, ma neanche uno, dei rifiuti infetti che hanno scaricato, pur avendone scaricati 24 tonnellate. A bordo delle navi ci sono stati, in quel periodo, oltre 5.000 immigrati affetti da ogni tipo di patologia infettiva: ebbene i materiali usati da tutti loro sono stati sparsi come se fossero carta di caramella usata. E perché le Ong si sono comportate così? Ovvio: per risparmiare. Per i soldi. Perché è chiaro che i buoni agiscono in forza di principi sani: come per esempio mettere a repentaglio la vita degli italiani scaricandogli addosso rifiuti tossici per guadagnare qualche doblone in più. Ma anche questo, si capisce, è solo un cavillo. Come la tubercolosi. O come la scabbia. Che fa prudere la pelle. E forse anche un po' le mani.
Avenue Magazine © Fadil Berisha
Si intitola Carmen Dell’Orefice. The Ultimate Role Model l’elegante volume edito da Skira che racchiude oltre 130 scatti della celebre modella statunitense immortalata dall’ obiettivo del suo fotografo prediletto, Fadil Berisha, che la ritrae nel pieno della sua maturità.
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Il docente e manager spiega perché Xi e Modi sono pronti a ridurre l’import di greggio da Mosca: «Il 70% dell’export dell’area asiatica è fatturato in valuta americana. Di fatto Trump può sottrarre agli operatori commerciali e alle banche la possibilità di operare».
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L’ex capo del Senato, all’epoca pm dell’inchiesta, nega che la «prova regina» fosse agli atti. Le carte dicono il contrario.






