2024-05-24
Studenti schedati in base al vaccino
La Puglia vara una legge che subordina l’iscrizione a medie, superiori e università alla certificazione di essere immunizzati contro il Papilloma virus. In alternativa, bisogna mettere nero su bianco il rifiuto a sottoporsi all’iniezione. Una chiara violazione dei diritti.«È legge una strategia d’urto per conseguire la più ampia vaccinazione contro il Papilloma virus umano mai utilizzata in Italia, poiché subordina a un colloquio informativo finalizzato alla vaccinazione anti-Hpv l’iscrizione a scuola dei ragazzi da 11 a 25 anni», annunciavano due giorni fa i consiglieri della Regione Puglia Fabiano Amati di Azione e Pierluigi Lopalco del Pd. Promotori della proposta di legge, con sottoscrittori altri cinque consiglieri di sinistra, se la sono vista approvare all’unanimità.«Si tratta di una strategia per rendere la rete informativa a maglie strettissime, così da ridurre i non vaccinati alla sola percentuale di ragazzi e famiglie che scelgono il rifiuto in piena consapevolezza», dichiaravano soddisfatti. Viene fatta passare come una misura utile per prevenire nei giovani l’infezione da Papillomavirus umano (virus a Dna), trasmessa per via sessuale e molto comune, ma anziché limitarsi a raccomandare la vaccinazione, come avviene a livello nazionale, nella Puglia di Michele Emiliano si obbligano gli under 25 ad esporsi con un sì o con un no al vaccino nonovalente se vogliono continuare a studiare. Prove tecniche di nuove dittature sanitarie? È oltremodo preoccupante la decisione presa «nell’esclusivo interesse dei giovani pugliesi a una vita di relazione quanto più libera e affidabile», si ha il coraggio di dichiarare. In caso di dissenso informato, la documentazione certifica la posizione dello studente. «L'iscrizione ai percorsi d’istruzione previsti nella fascia d’età 11-25 anni, compreso quello universitario, è subordinata alla presentazione di documentazione, già in possesso degli interessati, in grado di certificare l’avvenuta vaccinazione anti-Hpv, ovvero un certificato rilasciato dai centri vaccinali delle Asl di riferimento, attestante la somministrazione, l’avvio del programma di somministrazione oppure il rifiuto alla somministrazione del vaccino». E che cosa accade a quegli studenti, schedati perché hanno detto no al vaccino? I dati raccolti «rientreranno nella gamma dei dati sensibili in materia di salute e perciò dovranno essere protetti con le garanzie e le tutele previste dalla legge», precisa la legge pugliese, ma intanto nel fascicolo sanitario viene inserito il rifiuto a vaccinarsi. Eppure, nelle 100 domande sull’Hpv, documento realizzato dal Gruppo italiano per lo screening cervicale (Gisci) per «promuovere la qualità della comunicazione», si legge che l’infezione «in genere, non causa alcuna alterazione e si risolve da sola. In una minoranza di casi provoca lesioni a livello del collo dell’utero. La maggior parte delle lesioni guarisce spontaneamente, ma alcune, se non curate, progrediscono lentamente verso forme tumorali. Ci vogliono, però, molti anni perché le lesioni si trasformino, e solo pochissime delle donne con infezione da Papillomavirus sviluppano un tumore del collo dell’utero». Ben vengano, dunque, i test per la ricerca del virus Hpv nell’ambito dei programmi di screening, simili al Pap test, ed è giusto informare sui rischi di complicanze, ma perché schedare l’adesione o meno al programma di vaccinazione? La grande maggioranza delle infezioni «scompare spontaneamente, circa il 50% nel corso di un anno e circa l’80% in due anni», fa sapere Gisci, così pure che lo screening «è raccomandato dai 30-35 anni, perché nelle donne più giovani le infezioni da Hpv sono molto frequenti, ma nella maggior parte dei casi regrediscono da sole. Quindi, fare il test Hpv alle donne sotto i 30-35 anni porta a trovare, e a trattare, lesioni che sarebbero regredite spontaneamente». Il ministero della Salute dichiara la volontà di sensibilizzare la popolazione sull’importanza di questa vaccinazione, raccomandata e gratuita a partire dagli 11 anni di età, prima dell’inizio dell’attività sessuale. L’infezione si trasmette tra uomini e donne e fra partner dello stesso sesso. L’uso del preservativo riduce, ma non elimina, il rischio di trasmissione.La Puglia vuole essere apripista di una nuova certificazione vaccinale, quella contro il Papilloma virus umano. Lo scorso febbraio, in occasione della Festa della donna, l’Asl di Brindisi aveva organizzato addirittura degli open day durante i quali la vaccinazione anti-Hpv veniva «offerta gratuitamente e con accesso libero a ragazzi e ragazze al compimento di 11 anni, ragazze fino a 25 anni a partire dalle nate dal 1999, ragazzi nati dal 2003».A febbraio, Fabiano Amati esultava: «La lunga sequenza di leggi regionali fondate sulla prevenzione e cura dei bambini pugliesi potrebbe restituirci, nel giro di qualche anno, il titolo di Regione con i ragazzi più sani d’Italia e forse d’Europa». Vediamo se oltre alla prevenzione primaria, cioè la vaccinazione, la Regione Puglia si impegnerà pure in quella secondaria (screening e diagnosi precoce) del carcinoma della cervice uterina. Il mancato raggiungimento degli obiettivi «comporta la decadenza per dettato di legge del direttore generale dell’Azienda sanitaria territorialmente competente», mette in guardia la legge.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.