
Yonghong Li fallisce l'ultimo tentativo: vendere ai russi. Da oggi il Diavolo è del fondo americano. Che ora può rilanciare oppure tagliare.È partita formalmente ieri la procedura di escussione da parte del fondo attivista Elliott sul 100% del capitale della Rossoneri Sport Investment di Yonghong Li, il proprietario cinese del Milan che non ha tenuto fede all'ultimo aumento di capitale deliberato (32 milioni) e che, alla scadenza prevista dagli accordi - lo scorso venerdì 6 luglio - non ha rimborsato i capitali anticipati da Elliott e gli interessi maturati.Prima del naufragio, il cinese Li aveva cercato un ultimo riparo aggrappandosi alla scialuppa del russo Dmitrij Rybolovlev, già proprietario del Monaco, che avrebbe dovuto firmare un accordo preliminare a seguito del quale l'imprenditore russo avrebbe ripagato il debito con il fondo Elliot e l'aumento di capitale anticipato. Tutto per un totale di circa 415 milioni. Ma la firma non c'è mai stata - così come i possibili interventi di nuovi investitori in extremis - e il fondo di Paul Singer ha deciso di passare all'azione.La procedura di escussione passerà formalmente dal tribunale del Lussemburgo e richiederà un periodo di tempo che oscillerà tra tre e sette giorni lavorativi per la sua concretizzazione. In realtà un punto dell'accordo di finanziamento prevede che non si arrivi davanti ai giudici, anche perché non ci sono particolari questioni da discutere. In pochi giorni, dunque, il fondo Elliot diventerà (senza se e senza ma) il proprietario del Milan. Tutto questo, per i tifosi rossoneri, è molto doloroso. Gli appassionati non si sono mai dimenticati di quando Silvio Berlusconi, a metà 2016, spiegava che avrebbe ceduto la squadra in buone mani. «Cedo il Milan solo se finisce in mani sicure», diceva il Cavaliere. Ma ciò non è avvenuto e molti milanisti in queste settimane stanno additando l'ex premier come l'uomo che ha contribuito - dopo averlo reso grande e vincente - allo sfacelo del club. Ad ogni modo, completato il passaggio formale al tribunale del Lussemburgo, è piuttosto probabile che Elliott convocherà a breve o l'assemblea del Milan o anche solo un consiglio d'amministrazione, per rinnovare le cariche del consiglio d'amministrazione e - probabilmente - anche per sostituire i vertici del management a partire dall'ad, Marco Fassone, e dal direttore sportivo Massimilano Mirabelli. Al momento non sono stati messi nomi sul tavolo da parte di Elliott, che dovrà anche definire la sua strategia d'azione dopo aver messo sul piatto dapprima 303 milioni a favore di Yonghong Li e poi altri 32 milioni per permettere l'iscrizione del club alla prossima stagione calcistica. Una somma che, con gli interessi maturati, è lievitata ben oltre la soglia dei 400 milioni e che comunque entro il 15 ottobre l'imprenditore cinese avrebbe dovuto rimborsare integralmente al fondo americano.A questo si aggiunga che l'incertezza in cui versa il club rossonero avviene in pieno periodo di calciomercato, fattore che potrebbe creare un danno economico importante alla squadra, oltre che pregiudicarne i risultati a livello calcistico nella stagione 2018/19.Cosa farà dunque il fondo Elliot? Si comporterà da proprietario del club, amministrandolo, oppure mister Singer cercherà compratori? Secondo gli esperti, non è detto che Elliott, in quanto fondo attivista, cerchi subito un acquirente per il Milan, anche se questa pare la strada maestra impostata da Paul Singer. C'è anche chi sostiene che per la sua natura (il fondo compra e rivende società) e per il fatto che comunque la cifra sinora messa sul piatto rappresenti un goccia nel mare dei miliardi investiti dal fondo a livello globale, ora Elliott decida di operare come un puro operatore del private equity. In poche parole, l'obiettivo di Paul Singer potrebbe essere quello di cercare nuovi vertici, far ripartire la squadra in termini di risultati calcistici e finanziari, per poi rivendere il club al miglior offerente. L'alternativa è la cessione immediata del controllo del Milan. In questo caso l'opzione migliore potrebbe essere rappresentata dalla famiglia Ricketts, proprietaria anche della squadra di baseball dei Chicago Cubs. Ma i pretendenti al trono non mancano. Il patron dei Cosmos di New York, l'italoamericano Rocco Commisso, continua a ribadire il suo reale interesse per il Diavolo. Al momento le trattative per la cessione del Milan si aggirano su una base d'asta di 500 milioni. Chi di certo esce di scena è Yonghong Li, colui che nell'aprile di un anno fa pagò alla Fininvest 740 milioni per acquisire il Milan dopo 31 anni di gestione targata Silvio Berlusconi. Il cinese, oltre all'esborso cash per comprare la società (520,5 milioni), ha poi impegnato quasi altri 100 milioni per sostenere i conti del club. Soldi che, senza una gestione seria della squadra, potrebbero andare in fumo. In questi casi serve però anche un po' di ottimismo. Gli americani di Elliott combatteranno con il coltello fra i denti per evitare che un loro investimento finisca a gambe all'aria.
iStock
La denuncia di T&E basata sull’analisi di dati Ue: emissioni cinque volte superiori.
Giusi Bartolozzi (Ana)
Bagarre sul caso Almasri, il centrodestra ipotizza un ricorso alla Consulta se il destino giudiziario del capo di gabinetto di Nordio non passerà prima dal Parlamento. La Giunta responsabile: «Il generale libico liberato e rimpatriato per proteggere gli italiani».
2025-09-11
Dimmi La Verità | Ettore Rosato (Azione): «Il leader della sinistra è Conte, non la Schlein»
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».
Alberto Nagel (Ansa)
Il dg di Piazzetta Cuccia: probabile fusione ma il nostro nome potrebbe restare. Blackrock al 5% di Mps. L’Ue benedice l’Opas.