2023-04-13
Protezione speciale: il giro di vite della maggioranza contro gli abusi
Decreto Cutro più rigido. Fdi apre alle richieste della Lega Modifiche su rientri, lavoro e rinnovi. Il rischio ostruzionismo.Sbarchi incessanti. Frontex: +300% di arrivi. Regioni in difficoltà nella rete d’accoglienza. I sindaci: «Coinvolgere gli altri Stati».Lo speciale contiene due articoliDopo la proclamazione dello stato d’emergenza nazionale per la situazione insostenibile degli sbarchi illegali, il governo sta cambiando il volto del Dl Cutro in senso restrittivo. Una decisione che era nell’aria, sollecitata in particolar modo dalla Lega, che però alla fine ha trovato - salvo colpi di scena dell’ultim'ora - concordi tutte le forze di maggioranza. Nella mattinata di oggi la «quadra» dovrebbe essere sancita dall’arrivo in commissione Affari costituzionali del Senato (convocata per le 9 dopo un rinvio ieri sera) di una decina di emendamenti firmati dall’esecutivo, che intervengono sui punti qualificanti del provvedimento approvato dopo la tragedia sulle rive calabresi. La novità più rilevante dal punto di vista pratico riguarderebbe la stretta sulla concessione della protezione speciale, che negli ultimi tempi era diventato il passe-partout attraverso il quale era stato scardinato ogni controllo sull’effettivo diritto da parte dei migranti a godere di una tutela per particolari motivi di necessità. Fino al primo pomeriggio di ieri, gli emendamenti sulla protezione speciale non facevano ancora parte di quelli firmati in maniera certa dal governo, anche se la determinazione sia di Fratelli d’Italia che di Forza Italia sarebbe stata quella di votarli senza esitazione. Poi, secondo quanto filtra, la quasi certa quadratura del cerchio dopo alcune «interlocuzioni» tra Palazzo Chigi e via Bellerio, rese necessarie dal superamento di alcune criticità nei confronti della normativa Ue. Le modifiche sulla concessione della protezione speciali sono importanti: un emendamento prevede anzitutto che questa decada quando il migrante che ne gode abbia fatto ritorno, anche per un breve periodo, in patria. Non era infatti infrequente che alcuni «protetti speciali» presunti perseguitati in patria tornassero nella stessa patria per fare le vacanze. Un altro emendamento governativo «ex-leghista» dice basta alla conversione delle protezioni speciali in permessi di lavoro: anche in questo caso il meccanismo era diventato un escamotage per abolire ogni controllo sui migranti sbarcati illegalmente. I dati diffusi dal Viminale, in questo senso, sono espliciti, visto che negli ultimi tre anni le percentuali di protezioni speciali convertite in permessi di soggiorno sono state risibili: 4,4 nel 2021, del 5,2 nel 2022 e del 7,4 in questo primo scorcio del 2023. Un’altra modifica riguarda la periodicità delle verifiche per il rinnovo della protezione speciale, che viene dimezzata da quattro a due anni, mentre viene operato un giro di vite anche sulla protezione per motivi di salute, eliminando di fatto le motivazioni di ordine psichico, concesse in passato con troppa disinvoltura. Per quanto riguarda gli altri emendamenti governativi, questi si accordano col nuovo scenario determinatosi dopo la proclamazione dello stato d’emergenza, perché intervengono su questioni come le procedure per l’accompagnamento alla frontiera dei clandestini (più rapide) e i tempi di permanenza all’interno dei centri per i rimpatri. A proposito di centri di permanenza, tra gli emendamenti fìrmati dall’esecutivo si è aggiunto in extremis, dopo la riunione al Viminale di martedì scorso, quello che affida alla Croce Rossa la gestione dell’hotspot di Lampedusa ormai al collasso con un numero di presenze pari al quadruplo della capienza originaria. Nella seduta della commissione che è svolta ieri mattina, proprio in virtù delle proposte in cantiere, erano stati accantonati otto emendamenti della Lega, mentre il governo aveva dato parere positivo alla proposta - sempre del Carroccio - di un giro di vite alla concessione del permesso di soggiorno ai minori stranieri non accompagnati al compimento del diciottesimo anno di età. In questo contesto, è maturato anche l’ok all’arresto entro 48 ore per chi compia atti violenti nei Centri di accoglienza. Queste modifiche si inseriscono nell’impianto originario del decreto, la cui norma più qualificante è l’introduzione, rivolta agli scafisti, di una nuova fattispecie di reato per chi provoca «morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina», per il quale è prevista una pena che va dai 20 ai 30 anni di reclusione. Sono inoltre previste pene più severe per chi «promuove, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato», anche al di fuori dei confini nazionali, perché si tratta di un «reato universale». Quanto all’iter del provvedimento, le opposizioni, presentando una pioggia di emendamenti (circa 500), hanno reso in modo plateale la volontà di puntare sull’ostruzionismo: con la presentazione degli emendamenti, infatti, si aprirà il termine per i subemendamenti e l’esame di entrambi potrebbe mettere a rischio il mandato al relatore Andrea De Priamo. Questo significa che tutte le proposte di modifica dovranno essere votate direttamente in aula, con un’inevitabile dilatazione dei tempi. Intanto gli sbarchi non si fermano: ieri a Catania, dopo i 4.000 sbarchi negli ultimi quattro giorni, sono arrivati altri 600 migranti per i quali sono state approntate nei giorni scorsi due tensostrutture.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/protezione-speciale-il-giro-di-vite-della-maggioranza-contro-gli-abusi-2659847267.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lue-si-accorge-dellemergenza-litalia-chiede-fondi" data-post-id="2659847267" data-published-at="1681338000" data-use-pagination="False"> L’Ue si accorge dell’emergenza: «L’Italia chiede fondi» Mentre il flusso migratorio continua senza sosta e l’Europa accende un faro sullo stato d’emergenza dichiarato dal governo italiano annunciando la richiesta di aiuti economici, i sindaci alzano il tiro e chiedono una missione Ue. La situazione si fa sempre più complicata. Ieri, con la nave militare Diciotti sono approdati a Vibo Valentia i 397 migranti soccorsi dalla Capitaneria di porto nel Canale di Sicilia. E a Catania sono sbarcati i 600 trainati da una nave rimorchiatore della Guardia costiera che erano su un peschereccio alla deriva al largo delle coste siciliane. Lampedusa, nonostante la strategia di alleggerimento messa in campo da Prefettura e Viminale, continua a scoppiare: nell’hotspot di contrada Imbriacola sono rimasti ancora oltre 800 ospiti. E ci sono regioni che cominciano ad avere difficoltà anche nella rete d’accoglienza: su tutte la Lombardia che ospita il 12 per cento di tutti gli sbarcati finiti nei Cas e nella rete Sai, ovvero 13.137, seguita dall’Emilia Romagna con il 10 per cento (11.118). Ora anche Piemonte e Lazio si avvicinano al 10 per cento. Trasferire i migranti sta diventando anche particolarmente difficile. A Caserta, per esempio, gli ormai ex ospiti di un Sai sospeso a metà febbraio dal Viminale perché i migranti erano rimasti perfino senza vitto, ora si lagnano perché è in corso il loro trasferimento in Comuni isolati della Calabria o del Sannio, al confine col Molise. La Commissione Europea intanto fa sapere di essere in costante contatto con le autorità italiane «per vedere che cosa implica lo stato di emergenza» sui flussi migratori dichiarato dal governo. Ieri la portavoce per gli Affari Interni, Anitta Hipper, ha spiegato che la Commissione presieduta da Ylva Johansson ha «preso atto» della decisione del governo italiano di dichiarare lo stato di emergenza, che è una «competenza nazionale» e non comunitaria. Più in generale, però, aggiunge la portavoce, «Abbiamo riconosciuto la situazione particolarmente difficile», con una crescita «molto pronunciata degli arrivi dal Mediterraneo centrale. Abbiamo presentato un piano mirato in novembre, con 20 azioni specifiche, sostenute da misure operative e finanziarie. Nel frattempo stiamo lavorando a pieno ritmo su due binari, quello per le misure operative per continuare a sostenere l’Italia e quello per l’adozione del patto sulle migrazioni e sull’asilo». Da Pozzallo, però, il sindaco Roberto Ammatuna non si accontenta della dichiarazione dello stato di emergenza: «Occorre una missione europea tipo Mare Nostrum per cercare di coinvolgere gli altri Stati nell’accoglienza. Purtroppo, però, di questo non c’è traccia». Non contento dei risultati portati a casa per la prima volta da Giorgia Meloni in campo europeo afferma: «Quando andiamo nei tavoli europei non abbiamo la forza necessaria a porre il tema». E infine si schiera con le Organizzazioni non governative: «Invece di bloccarle nei porti bisogna dare più spazio alle Ong». Che stanno facendo crescere la pressione sul governo. L’altro giorno con un tweet Sea Watch ha accusato la Guardia costiera italiana di arrivare in ritardo sul luogo dei soccorsi e di non riuscire a coprire tutti gli Sos, ieri, dopo aver ribadito il concetto, è arrivata perfino a sostenere che le autorità maltesi «ordinano alle navi mercantili di non soccorrere i migranti». E ora Frontex certifica che quella del Mediterraneo centrale è stata la rotta più attiva nel primo trimestre dell’anno, con quasi 28.000 attraversamenti irregolari delle frontiere, il triplo rispetto a un anno fa. A marzo i rilevamenti totali sono aumentati di quasi nove volte, superando i 13.000. A più partenze, come sempre, sono corrisposti più morti in mare: secondo l’Oim, tra gennaio e marzo di quest’anno, i morti in mare sono arrivati a quota 441, superando tutti i record dal 2017.