2019-04-05
Propaganda senza fine: «Le coppie gay crescono bimbi più sani»
Uno studio della Sapienza benedice le famiglie arcobaleno. A ben vedere, tuttavia, sono reddito e istruzione della coppia a fare testo. Bella scoperta. Contrordine: la natura negli ultimi 300.000 anni o giù di lì si è completamente sbagliata. Invece di far figliare maschi e femmine avrebbe dovuto far crescere gli infanti a individui dello stesso sesso. Proprio nel giorno in cui sui documenti ufficiali dello Stato ritorna la dicitura «padre» e «madre» al posto di «genitori», ecco che il sito d'informazione Gay.it sfodera la notizia strabiliante: «La Sapienza di Roma: figli delle coppie gay più in salute rispetto alle altre». Avete capito bene: i figli delle famiglie arcobaleno sono più sani degli altri. «A rivelarlo un nuovo studio, che specifica: la coppia perfetta è costituita da due padri», specifica l'articolo. A prima vista sembra che si tratti di una barzelletta, nemmeno troppo divertente. Ma vale la pena di approfondire un attimo la faccenda, poiché - come vedremo - la sparata di Gay.it non è isolata. Il sito Lgbt spiega che «la conclusione di uno studio gestito dal professor Roberto Baiocco e dai suoi colleghi dell'Università Sapienza di Roma non lascia dubbi: le famiglie Lgbt eccellono nel crescere un bambino».Molta pubblicitàLa ricerca a cui il sito fa riferimento risale ad alcuni mesi fa, ed è molto citata sulla Rete. Il professor Baiocco si occupa dell'argomento da parecchio tempo, e assieme ad altri colleghi della Sapienza ha pubblicato sul Journal of Developmental & Behavioral Pediatrics uno studio piuttosto dettagliato. Come ha ben sintetizzato Fanpage, «gli scienziati hanno incluso nel loro studio 3 gruppi distinti di genitori tutti italiani: 70 padri gay diventati genitori tramite la maternità surrogata, 125 madri lesbiche che hanno generato il loro figlio tramite l'inseminazione di un donatore e 195 coppie eterosessuali che hanno concepito spontaneamente loro figlio. I bambini delle coppie presi in esame hanno tutti fra i 3 e gli 11 anni. Tramite l'uso di questionari sono stati valutati e paragonati fra i vari gruppi, il feeling fra i genitori, la salute psicologica dei bambini e la buona riuscita dei rapporti familiari». Come ha spiegato Baiocco, «i nostri risultati indicano che i figli di genitori dello stesso sesso stanno bene, sia in termini di adattamento psicologico che in termini di comportamento sociale. [...] Non risultano differenze nello sviluppo psicologico e sociale di un figlio sulla base di come è composta la coppia di genitori».Meno problemi I ricercatori hanno poi aggiunto che «i bambini delle coppie omosessuali in generale hanno rilevato meno problemi degli altri». Da qui la conclusione: i figli dei gay stanno meglio e la coppia perfetta è costituita da due padri omosessuali. Di fronte ad affermazioni tanto decise sorge però qualche interrogativo. Tanto per cominciare, la ricerca si basa sostanzialmente su interviste, quindi sull'opinione che genitori e bambini hanno di sé e della propria vita. Forse, prima di parlare di «bambini più sani» bisognerebbe aspettare qualche anno in più, o magari svolgere verifiche un poco più approfondite. Il punto più importante, tuttavia, è un altro. Come riporta Fanpage, il primo sito a parlare della ricerca, dal lavoro degli studiosi della Sapienza emerge un dato significativo. «Alcuni indicatori», leggiamo, «erano migliori fra le famiglie di coppie di uomini omosessuali, probabilmente il maggior impegno necessario per diventare genitore riflette un miglior esito della loro genitorialità. I “padri gay" sono più anziani, economicamente più ricchi, meglio istruiti e hanno relazioni più stabili rispetto alle madri lesbiche e ai genitori di sesso diverso, fattori che possono davvero influire sul buon esito di una famiglia». L'aspetto curioso è che alle stesse conclusioni sono giunti i ricercatori dell'Università Cattolica di Lovanio, in Belgio. Qualche giorno fa, sempre sui siti arcobaleno (americani, in questo caso) ha ottenuto molto risalto l'analisi condotta dagli economisti Deni Mazrekaj, Kristof De Witte e Sofie Cabus. Costoro hanno esaminato un campione di 1.200 bambini cresciuti nei Paesi Bassi da famiglie omosessuali, contro oltre un milione di ragazzi olandesi cresciuti in famiglie tradizionali. Basandosi sui soliti «test standardizzati realizzati alla fine del ciclo di educazione primaria», i ricercatori hanno individuato «una discrepanza positiva di 0,18 punti» nei risultati scolastici. Che si traduce nel «6,7% di probabilità in più di diplomarsi» rispetto ai figli di famiglie composte da uomo e donna.Il contesto pesaCome si giustifica questo dato? Secondo i ricercatori di Lovanio, pesa molto «il contesto». «Per le coppie omosessuali», ha spiegato il professor Mazrekaj, «è difficile diventare genitori, per questo tendono ad avere uno status socioeconomico elevato». Un modo un po' contorto per dire: i genitori gay sono quasi sempre più anziani, più ricchi e più istruiti rispetto alla media dei genitori etero. A incidere più di tutto, alla fine della fiera, è il tenore di vita delle coppie. Quelle più ricche e più stabili crescono figli che si sentono più soddisfatti e che ottengono risultati leggermente migliori a scuola. Del resto, se le coppie arcobaleno non fossero danarose, non potrebbero pagarsi costosi trattamenti di fecondazione assistita oppure affittare un utero dietro pagamento di migliaia e migliaia di euro.Aspetti secondariIl problema è che questi concetti vengono messi in secondo piano dai media. In tutto il mondo - perché così vuole la moda - si insiste sul fatto che le coppie gay educano meglio i figli, ma si trascura di dire che: 1) si tratta di un dato per lo meno parziale; 2) le condizioni economiche giocano un ruolo fondamentale. Per altro, i bambini cresciuti dalla «famiglia perfetta» di «due padri» vengono al mondo grazie a una pratica severamente proibita dalla legge italiana (e non solo). Un particolare che i propagandisti Lgbt cercano di oscurare. Sono gli stessi propagandisti, tanto per intendersi, che fanno ricorso al Tar contro la reintroduzione della dicitura «padre» e «madre» sui documenti (lo ha annunciato ieri Famiglie Arcobaleno). Il loro obiettivo evidente è quello di far credere che la famiglia tradizionale sia ormai un modello superato, qualcosa di cui si può tranquillamente fare a meno. Fate largo al futuro, date spazio ai ricchi genitori arcobaleno, che possono comprarsi i figli e sono pure in grado di viziarli quanto basta per credersi felici.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
Continua a leggereRiduci