2024-02-17
Il progetto di Bertolaso: una sanità «a punti»
Guido Bertolaso (Imagoeconomica)
L’assessore al Welfare in Lombardia lancia la tessera che garantisce un sistema di «premialità» a chi adotta stili di vita sani: «Così si farà più prevenzione e si limiteranno i costi». È il trionfo della logica del green pass: se ti ammali è perché hai disobbedito.«Premialità». Vi suona familiare? Era la parolina magica del regimetto fondato sul green pass. Chi rispetta i dettami del potere col camice bianco riceverà adeguata mercede: la libertà. Per gli altri, niente autobus né caffè al bar.A riesumare il repertorio di quella buia stagione, ieri, è stato Guido Bertolaso, assessore al Welfare in Lombardia. A margine del Forum Sanità della Consulta di Forza Italia, a Milano, l’ex capo della Protezione civile ha lanciato la proposta di una «tessera sanitaria a punti», che ricompensi chi adotta abitudini salubri. «Siamo in una fase iniziale», ha precisato. Ma «sapendo bene quello che succederà fra 5, 10, 15 anni, credo che non bisogna essere miopi e lavorare solamente nel quotidiano». Su quisquilie tipo l’accessibilità ai pronto soccorso, lo smaltimento delle liste d’attesa, i «problemi di gestione e di attenzione agli anziani». Occorre «guardare nel medio termine» e fare «molta più prevenzione». Così è nata «l’idea», che è ancora «solamente un’idea, di una tessera a sanitaria a punti, di modo che se tu porti avanti uno stile di vita il più corretto e il più salutare possibile, puoi guadagnare dei punti, che poi ti permettono di avere degli incentivi, che possono essere diverse modalità di premialità».Ecco cosa ha in mente Bertolaso: «Se tu fai gli screening contro il tumore al seno, oppure contro il cancro alla prostata se sei un maschietto» e, in generale, i controlli per «tutte quelle che sono le malattie prevenibili», sei candidabile alle gratificazioni. «Oggi», ha lamentato l’esponente della giunta Fontana, «gli screening sono ampiamente sotto al 50% delle persone che ne hanno diritto. Noi invece vogliamo arrivare a quota 100%». Nobile intenzione. Purtroppo, è di buone intenzioni che è lastricata la via per l’inferno. Bertolaso, infatti, ha aggiunto che il suo programma consentirebbe di «dare maggiore salute a tutti i cittadini», oltre che - è ciò che lascia perplessi - di «ridurre di molto quelli che sono i costi economici della sanità. In prospettiva sappiamo che i costi della sanità, se noi non interveniamo con qualche azione, non saranno più sostenibili».Non è esattamente il paradigma deteriore di gestione dell’assistenza medica, strascico della pandemia? La medaglia ha due facce. Da un lato c’è il meccanismo dei riconoscimenti: premiare chi fa il bravo. In che modo? Bertolaso ha citato «ingressi nei nostri centri termali di altissima qualità», nonché «ski pass gratuiti sui nostri comprensori montani» e biglietti per «i grandi eventi». D’accordo. Rimane il fatto che per portare la gente in ambulatorio si devono velocizzare le procedure. Ossia, «lavorare nel quotidiano». Occhio, poi, alle implicazioni del ragionamento: punire i cattivi. Ricordate il Covid? «I no vax si paghino la terapia intensiva» fu uno degli slogan dei quotidiani due minuti d’odio verso i capri espiatori per i flop di Conte, Speranza e Draghi. La faccia manco tanto nascosta della luna, in effetti, è la tirannia del risparmio. Siccome sistemare i pronto soccorso, snellire le liste d’attesa e star dietro agli anziani costa, facciamo in modo che tutti restino sani. Certo, meglio limitare le sregolatezze e invecchiare bene, anziché campare di vizi e prendersi il cancro. Meglio ancora risolvere le cause strutturali della penuria di fondi: la politica economica europea, che da anni fa carne di porco dei diritti sociali.Ma il vero guaio è se, dalla cultura della prevenzione, si passa alla cultura della colpa. Ti ammali? È perché hai disobbedito allo Stato terapeutico. Il malato è una sanguisuga che drena preziose - e sempre più scarse - risorse. Di qui a «pagatevi l’assistenza sanitaria», il passo è breve. Bertolaso non ci avrà riflettuto. Lui, che gestì con successo l’emergenza terremoto all’Aquila, è un uomo del fare. Adesso si prenda del tempo per meditare. Il meccanismo dei premi (e delle punizioni), congegnato per chi si sottopone agli screening oncologici, non potrebbe finire esteso alle abitudini personali? Con esiti da credito sociale cinese? Non bevi, non fumi, pratichi sport: promosso. Sorseggi birra il sabato, ogni tanto accendi un toscanello, alla sera sei stanco e salti la fantozziana pedalata Roma-Pinerolo, magari non sei in regola con le vaccinazioni: bocciato. Ricostruire il profilo del cittadino-paziente, in fondo, è facile. Grazie all’interoperabilità dei dati, promossa da Mario Draghi, con un clic, le autorità consulteranno fascicolo sanitario digitale e anagrafe vaccinale, cui è in grado di attingere pure il Fisco. Già se ne è servito per multare chi rifiutava le iniezioni anti Covid.Dopodiché, c’è qualcosa di peggio della proposta del centrodestra: la protesta del centrosinistra. Il dem Piefrancesco Majorino ha tuonato: «La sanità lombarda è nell’anarchia». Peccato che lui e Bertolaso, quando vigeva la tesserina verde, fossero dalla stessa parte. Con quanti punti sulla tessera sanitaria partirà chi sognava di randellare i «sorci» senza green pass?