2019-08-26
Prodi vuole un governo di fantocci per obbedire meglio all’Europa
Il Professore torna a farsi sentire per difendere a spada tratta il metodo «Ursula» e la sudditanza all'Ue. Giovanni Tria assicura che i conti sono ok, ma Matteo Renzi e i suoi sodali agitano lo spettro dell'Iva al fine di evitare le urne. Confesso: vedendo certi politici, ogni tanto mi viene la tentazione di rivalutare i tecnici. Certo, non devo pensare a Mario Monti, perché sennò mi passa la voglia, ma a professori che non nutrono ambizioni di diventare presidenti della Repubblica. Prendete per esempio Giovanni Tria, economista che un po' per caso e un po' per mancanza di alternative all'improvviso si è ritrovato a capo del ministero più importante del governo Conte, cioè quello dell'Economia. Di lui si può dire che non sia brillante, ma al massimo un onesto ragioniere. E tuttavia, nel mare torbido della politica, in questo momento brilla, perché a differenza di altri non ha l'attitudine a raccontare balle. Già, mentre tutti si affannano a dire (...) che serve un esecutivo per salvare i soldi degli italiani, evitando l'esercizio provvisorio e l'aumento dell'Iva, lui, il professore prestato alla politica, spiega che non c'è niente da salvare in quanto i nostri conti sono in ordine.Non si rischia che scatti una tassazione sul valore aggiunto superiore a quella attuale, perché la cosiddetta clausola di salvaguardia che lo imporrebbe può essere tranquillamente posticipata. E poi non c'è nessuna fretta di intervenire sui conti pubblici, perché i conti pubblici sono a posto: anzi, avanzano pure dei soldi, perché le misure previste dal governo gialloblù sono costate meno del previsto. Tutto ciò il professore Tria lo va ripetendo da giorni togliendo l'alibi a chi come Matteo Renzi ha abiurato l'avversione ai 5 stelle per paura di votare. Eh, sì. Perché la piroetta dell'ex premier è giustificata solo dall'emergenza e non da altro. Avendo capito che in caso di elezioni avrebbe perso tutto, in particolare il suo potere di influenza sulla segreteria del Pd grazie ai gruppi parlamentari che ancora controlla, Renzi ha fatto un'inversione a U, giustificandola con l'urgenza di mettere in salvo i soldi degli italiani. Come ha spiegato la sua prediletta, ossia Maria Elena Boschi, al Giglio magico i 5 stelle fanno un po' schifo, perché sono incapaci, ma pur di impedire che Matteo Salvini governi sono disposti a tutto, dove - si capisce - in quel tutto c'è anche la balla dell'aumento dell'Iva e della tenuta dei bilanci statali. Ma Giovanni Tria, che sa far di conto, ma non sa fare calcoli politici come quelli dell'ex segretario del Pd, con poche e semplici dichiarazioni ha sbugiardato Renzi, Boschi e compagni, spiegando che non c'è nessuna urgenza di fermare l'aumento dell'Iva perché, come aveva detto anche il leghista Massimo Garavaglia, si può spostare tutto più in là e decidere che cosa fare dopo le elezioni. Tradotto dal linguaggio tecnico del ministro prediletto del comico Maurizio Crozza (che lo prende in giro proprio per la sua aria professorale), significa che a ottobre o novembre si può votare con tutta tranquillità e poi, chi verrà, potrà decidere le misure da adottare per evitare l'aumento delle tasse sui consumi. Ohibò, in un sol colpo e con poche parole, il ministro Tria, che non è certo sospettabile di filo leghismo, anzi è spesso in disaccordo con Salvini, ha smontato il presupposto su cui si basa l'assunto del governo dell'ammucchiata. Renzi non è ridisceso in campo (dopo aver detto che lasciava la politica e poi aver ribadito che avrebbe fatto il senatore semplice) perché animato da un interesse superiore come i risparmi degli italiani. Renzi è ritornato in pista per difendere la sua poltrona e quella dei suoi fedelissimi.In pratica, l'inciucio non ha alcuna giustificazione, né economica né politica. Si tratta di pura convenienza del Rottamatore che teme di essere rottamato dal voto degli italiani. Tuttavia, se ancora non siete convinti dell'imbroglio che sta per essere montato ai danni degli elettori, privati con un accordo di Palazzo del diritto di votare, leggetevi ciò che ha scritto ieri Romano Prodi sul Messaggero. Il Mortadella, che ci ha portato in Europa a caro prezzo, cioè cedendo prezzi di sovranità e legando le mani all'economia italiana, in un articolo per il quotidiano romano ha difeso a spada tratta il metodo Ursula, ovvero l'accordo che ha consentito la nomina di una fedelissima di Angela Merkel alla guida dell'Europa. Secondo lui gli italiani dovrebbero accettare senza discutere ciò che Bruxelles ci impone, eleggendo un governo che dall'Europa sia accettato e della Ue applichi senza tentennamenti le direttive. Il padrino dell'euro, in pratica, sollecita una resa, anzi spera in un governo fantoccio che si uniformi alle direttive degli euroburocrati. Che si chiami Ursula, Conte o Fico a lui importa poco. Per il fondatore dell'Ulivo conta solo che faccia ciò che l'Unione ordina.Dopo Renzi e Boschi, Prodi: un altro motivo per pensarla diversamente ed evitare la fregatura. Infatti tra Renzi, Boschi e Prodi io scelgo Tria.