2025-04-27
Il primo vero successo di Bergoglio
Donald Trump e Volodymyr Zelensky (Getty Images)
Funerali storici: Trump e Zelensky, pace in San Pietro e Putin pare disposto a trattare. Roma regge la prova, la Meloni pure. Sconfitta la Von der Leyen: Donald non la incontra e non parla di dazi. Attesa per il conclave.Nel giorno dell’ultimo saluto a papa Francesco sono accaduti due fatti importanti che, soprattutto per coloro che credono nello Spirito santo, rappresentano un messaggio di speranza in un mondo sempre più vicino alla terza guerra mondiale a pezzetti, come diceva il pontefice. Il primo accadimento importante è l’annuncio di Hamas, che durante gli incontri al Cairo si è detta disponibile a rilasciare tutti gli ostaggi israeliani ancora in vita e a restituire i corpi di quelli defunti durante la prigionia in cambio di una tregua di cinque anni. L’organizzazione terroristica negli ultimi mesi ha lasciato intravedere più volte la possibilità di liberare le persone rapite il 7 ottobre di due anni fa; tuttavia, le dichiarazioni sono sempre state accompagnate da richieste ritenute inaccettabili dagli israeliani, senza alcuna garanzia della fine degli attentati. Questa volta sembrerebbe diverso e dunque, per le famiglie dei sequestrati, ma soprattutto per gli abitanti di Gaza, si è riaccesa la fiamma della speranza. Vedremo nei prossimi giorni se le parole si tradurranno in pratica e se i molti appelli di papa Francesco, con la sua scomparsa, avranno trovato ascolto.Il secondo fatto importante della giornata è l’incontro tra Trump e Zelensky. Ricordiamo tutti come i due si lasciarono due mesi fa. Un appuntamento alla Casa Bianca si era risolto in una quasi cacciata del presidente ucraino, durante la conferenza stampa che avrebbe dovuto registrare il raggiungimento dell’intesa per una tregua. Da allora, fra i due era stato un rincorrersi di frasi che parevano segnare una distanza, al punto che il presidente americano aveva lasciato intravedere la possibilità di un passo indietro, suo e degli Stati Uniti, che avrebbe abbandonato l’Ucraina al proprio destino. Ma ieri, poco prima che iniziasse la cerimonia d’addio a papa Francesco, i due si sono incontrati e si sono parlati. Una fotografia ha ritratto Trump e Zelensky seduti uno di fronte all’altro, nel battistero della Basilica di San Pietro, sotto al mosaico che rappresenta il battesimo di Gesù nelle acque del Giordano. Un’immagine emblematica e storica, che potrebbe rappresentare l’avvio di una fase decisiva per giungere alla pace. Si sa poco di quel che i due presidenti si sono detti; tuttavia, l’incontro ha in sé qualche cosa di simbolico, sia per la giornata sia per il luogo in cui si è svolto. Oltre a ciò, c’è un aspetto politico piuttosto rilevante, costituito da quanto è successo prima e da quanto è avvenuto dopo. Molti capi di Stato avevano sperato di poter sfruttare i funerali di Bergoglio per riuscire ad incontrare Trump per parlare di dazi e di Ucraina. A un certo punto erano addirittura sembrate possibili delle riunioni bilaterali. Invece, non soltanto l’agenda del presidente americano non ha lasciato spazio ad alcun vertice, ma è saltata pure l’ipotesi che al faccia a faccia fra Zelensky e il capo della Casa Bianca si unisse anche Macron. Infatti, i commessi avevano predisposto tre sedie, ma i filmati diffusi da alcune tv mostrano un Trump che respinge il presidente francese, imponendo un incontro a quattr’occhi. Se l’inquilino dell’Eliseo sperava di conquistare un posto a tavola nelle trattative di pace e perseguire così un disegno di grandeur per rilanciare la propria stella politica, che in patria è assai appannata, beh, bisogna riconoscere che le cose non sono andate come egli sperava. A lui è toccato accontentarsi di un mini vertice successivo, con Zelensky e Keir Starmer, forse per farsi raccontare ciò che Trump aveva detto al presidente ucraino.Non è andata meglio a Ursula von der Leyen, il cui entourage per giorni aveva lasciato intendere che i funerali potessero essere l’occasione per un incontro tra lei e il capo della Casa Bianca, per parlare di dazi e, appunto, di Ucraina. Invece non è successa né una cosa né l’altra e anche da questo punto di vista le immagini sono impietose. La presidente Ue sembra una turista qualsiasi, incontrata per caso da Trump in mezzo alla folla. Da Bruxelles si sono subito affannati a precisare che i due si sarebbero ripromessi di vedersi presto, ma certo per stabilire una cosa del genere non era necessario essere entrambi a Roma.Al di là del possibile passo avanti verso una tregua della guerra fra Ucraina e Russia, ciò che è accaduto segna, per chi non lo avesse ancora capito, la marginalità dell’Europa nella soluzione del conflitto. Si può essere partigiani della Ue fin che si vuole, come abbiamo sentito il 25 aprile, ma non lo si può essere fino al punto di negare la realtà. E la verità è che il cessate il fuoco passa da Washington, Mosca e Kiev. Sono Trump, Putin e Zelensky a poter fare la pace. Il resto sono chiacchiere e calcoli politici dettati dal cinismo di leader europei senza leadership.
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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