2021-08-29
Primo sciopero contro Stellantis. Alla Sevel in pericolo 705 lavoratori
Lo stabilimento della Sevel in Val di Sangro, ad Atessa (Chieti) in una foto d'archivio (Ansa)
L'azienda annuncia che la produzione ad Atessa si ferma. Motivo: la crisi dei semiconduttori.La crisi dei semiconduttori rischia di diventare l'ennesima scusa per i costruttori di automobili per licenziare. A destare l'ira dei sindacati questa volta ci si è messa Stellantis, l'ex gruppo Fca (e prima ancora Fiat), fusosi con i francesi di Psa, che ha annunciato lo stop della produzione alla Sevel di Atessa, in provincia di Chieti.Quella della fabbrica abruzzese è la prima mobilitazione in Italia contro Stellantis: la preoccupazione delle unioni di lavoratori è infatti che i vertici del gruppo si siano già dimenticati dei prestiti a garanzia pubblica che il gruppo ha ottenuto con l'obbligo di mantenere l'occupazione in Italia. Certo, il gruppo ha annunciato una gigafactory a Termoli che dovrebbe essere protagonista nel piano di elettrificazione del gruppo, ma tutto questo non basta. È giunto il tempo di controllare come vengono spesi i finanziamenti erogati con la copertura dello Stato e se i livelli occupazionali in Italia verranno effettivamente mantenuti. Al momento, però, tra crisi del Covid e mancanza di semiconduttori, la paura è che questa promessa non venga mantenuta. Ieri, «si è infatti conclusa con un nulla di fatto la seconda riunione tra direzione, le segreterie provinciali e Rsa, volta ad evitare il conflitto con il gruppo Stellantis. Ora, quindi, il passo successivo è quello dello sciopero, visto che sono in pericolo 705 posti di lavoro e anche il futuro dello stabilimento Stellantis di Sevel in Abruzzo», ha detto il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, annunciando che la decisione di fare sciopero sarà formalizzata nei dettagli nei prossimi giorni.«Non è mai successo nella storia di Fca e Fiat», afferma Uliano, «che i livelli occupazionali del personale interno fossero così bassi e il numero dei lavoratori somministrati (il reclutamento di lavoratori dipendenti di agenzie specializzate, ndr) fosse invece così elevato e per un periodo così lungo», dice. Alcuni dati per comprendere meglio questa situazione: nel 2016 si sono prodotti 290.000 furgoni e i lavoratori Sevel a tempo indeterminato erano 6.059; nel 2021 l'obiettivo è oltre 300.000 veicoli e i lavoratori Sevel sono 5.670, con i somministrati che sono attualmente 705 (625 somministrati in staff leasing e 80 a tempo determinato). «Nei mesi scorsi abbiamo sollecitato l'azienda ad assumerli e non abbiamo avuto risposte. Abbiamo aperto la procedura di raffreddamento prevista dal contratto prima di procedere ad aprire il conflitto, ma anche questa iniziativa non ha portato a nulla di fatto», ha aggiunto il delegato Fim Cisl.Per Uliano dopo l'ultimo incontro è «inaccettabile il silenzio sugli oltre 705 somministrati che getta ombre rispetto al futuro dello stabilimento. Ora Il tempo è scaduto, nella prossima settimana la Rsa deciderà le modalità di effettuazione dello sciopero, il nostro obiettivo è definire un percorso per trasformare in dipendenti i lavoratori in somministrazione a tempo indeterminato, avere garanzie sulle proroghe di quelli a tempo determinato e la costituzione di un diritto di precedenza per futuri ingressi ai 133 somministrati che nei mesi scorsi non sono stati confermati», dice Uiliano. «Queste sono le condizioni che poi garantiscono anche le future prospettive dello stabilimento, la sua capacità produttiva, anche rispetto alla competizione con lo stabilimento polacco». In effetti i sindacati stanno già sentendo la paura di una delocalizzazione mascherata. Come spiega la Fiom, «abbiamo appreso che la produzione a Gliwice», in Polonia, «sarà anticipata da aprile a febbraio 2022. Dal reparto Lastratura della Sevel stanno inviando a Gliwice intere fiancate del furgone e alcune aziende dell'indotto stanno già producendo per lo stabilimento polacco».
Il fiume Nilo Azzurro nei pressi della Grande Diga Etiope della Rinascita (GERD) a Guba, in Etiopia (Getty Images)
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