2023-10-18
Sui prigionieri di Hamas Rowling controcorrente come su donne e trans
L’autrice della saga di Harry Potter commenta sdegnata la foto di una sua piccola lettrice che ora è nelle mani dei miliziani.Sembrano passati secoli da quando la celebre scrittrice J.K. Rowling staccò un generoso assegno da un milione di sterline per finanziare i laburisti scozzesi. L’autrice di Harry Potter da tempo ha detto basta alla dittatura del politicamente corretto, finendo spesso per criticare proprio le politiche di chi aveva beneficiato delle sue elargizioni. Ieri lo Stato d’Israele l’ha chiamata in causa pubblicando la foto di una ragazzina israeliana che risulta, secondo le autorità, tra le 199 persone prese in ostaggio da Hamas e portate a Gaza dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre. Israele sta pubblicando una ad una le foto e i video di tutti gli ostaggi, chiedendo che siano riportati a casa (#BringThemHome). Noya Dan, dodici anni, il sabato dell’attacco era nel kibbutz Nir Oz insieme con sua nonna Carmela e i cugini Sahar ed Erez. I terroristi si sono annunciati con gli spari e la famiglia s’è rifugiata subito nel bunker. A quel punto i guerriglieri hanno lanciato granate contro la casa, costringendo tutti a uscire, e Noya è stata rapita. Prima di essere catturata ha mandato un disperato messaggio alla madre, «mamma, aiutami», ma di lei non si hanno più tracce.Il ministero degli Esteri israeliano, che cerca di attirare l’attenzione sui quasi duecento ostaggi, ha pubblicato ieri una sua foto in cui Noya è vestita come il maghetto concepito dalla scrittrice britannica mentre tiene fra le mani uno dei suoi libri: «Questa bellissima ragazza di 12 anni affetta da autismo è stata rapita dai terroristi di Hamas e portata a Gaza. Noya è sensibile, gentile, divertente ed è una grande fan di Harry Potter. J.K. Rowling, puoi aiutarci a raccontare la sua storia? Aiutaci a riportare Noya a casa». La risposta dell’autrice di Harry Potter non si è fatta attendere: «Il rapimento di bambini è un atto spregevole e del tutto ingiustificabile. Per ovvi motivi, questa immagine mi ha colpito. Possano Noya e tutti gli ostaggi presi da Hamas essere restituiti presto, sani e salvi, alle loro famiglie». Rowling ha già scritto diversi tweet dopo l’attacco del 7 ottobre. Giovedì scorso, ha condannato il brutale assalto di Hamas definendolo «il più grande massacro di ebrei dall’Olocausto». Nel suo tweet, l’autrice di Harry Potter ha allegato un ritaglio di giornale in cui una mamma britannica denuncia che agli studenti ebrei, nella scuola di sua figlia, viene consigliato di nascondere la kippah e altri segni di riconoscimento, per la loro stessa sicurezza: «Avevamo detto “mai più”. Ci dovrebbe essere un’indignazione di massa per questo». La scrittrice ha poi postato le immagini del kibbutz Far Aza, assaltato dai terroristi di Hamas e poi liberato dall’esercito israeliano, scrivendo: «Vediamo adesso come i piagnucolosi apologeti dello stupro, dell’omicidio e della tortura spiegheranno come tutto ciò possa ancora essere giustificabile».Negli ultimi anni l’autrice ha adottato, voce isolata, posizioni molto coraggiose. L’anno scorso, mentre in Scozia infuriava la polemica sul Gender Recognition Act (la legge che semplifica la transizione di genere, approvata a dicembre 2022 dal Parlamento scozzese, ndr), Rowling ha attaccato frontalmente l’ex premier scozzese Nicola Sturgeon e i laburisti da lei stessa lautamente finanziati nel 2008, che hanno dato il via libera al genere come identità autopercepita: «Il partito laburista continua ad ignorare l’opinione pubblica, la diffusa opposizione delle donne e le preoccupazioni delle Nazioni Unite». L’anno precedente, la scrittrice si era scagliata contro la polizia scozzese che registrava gli stupri, da parte di soggetti con genitali maschili, come commessi da una donna, se l’aggressore si identificava come «donna». E ancora ieri, postando una foto con la scritta «le donne trans sono donne», ha commentato l’immagine con un lapidario «no».È una dei pochi volti noti a mantenere accesa l’attenzione sul tema, insomma, senza peraltro temere ricadute sul suo lavoro. Anzi, l’opinione pubblica è con lei: mentre i critici cinematografici stroncano le pellicole tratte dai suoi ultimi libri, i film fanno record al botteghino. Con buona pace della cultura woke.