2025-05-10
È presto per giudicare Leone XIV. Sperare si può, ma non tiratelo per la tonaca
A due lettori non è piaciuto il nostro titolo sul primo capo statunitense della Chiesa. Noi non siamo prevenuti, notiamo soltanto che già viene tirato per la talare. È troppo presto per giudicarlo. Ma le sue parole dedicate a Cristo e non al green fanno sperare.La lettera di Adolfo e Liana Andrighetti: «Da lettori della Verità, sin dal primo numero, ci permettiamo di esprimere la nostra delusione per il titolo di apertura del quotidiano di ieri, che sembra accogliere il nuovo pontefice con un pregiudizio piuttosto che dargli credito almeno all’inizio».A seguire l'editoriale del direttore Maurizio Belpietro e la lettera integrale inviataci dai due lettori.Cari Adolfo e Liana, nei confronti di papa Leone XIV, come nei confronti di Bergoglio quando fu eletto, non c’è proprio alcun pregiudizio, né positivo né negativo. A differenza dei molti che hanno accolto la sua nomina interpretandola in un senso o in un altro, noi ci siamo semplicemente chiesti come sarà il suo pontificato, se cioè proseguirà nel solco tracciato dal suo predecessore o se invece sceglierà di affrontare i grandi temi che oggi riguardano la Chiesa.Le parole pronunciate giovedì davanti ai fedeli, accorsi in piazza San Pietro per festeggiarlo, non hanno consentito di farci un’opinione su quali siano le sue intenzioni e d’altro canto, siccome l’abito non fa il monaco, il ritorno ai paramenti sacri, che papa Francesco aveva ripudiato fin dal primo giorno, non può certo da solo costituire la chiave per capire quali saranno le sue mosse. Essendo lettori della Verità sin dal primo numero, ovviamente sapete che non sempre abbiamo condiviso le scelte di Bergoglio. Francesco è stato un pontefice che ha cercato spesso l’applauso, ma questo è andato a scapito forse della chiarezza su temi delicati. E allo stesso tempo, pur comprendendo che il Papa fa il Papa e non può fare altro che parlare agli umili e agli oppressi, il sostegno a personaggi controversi come Luca Casarini ci ha lasciato a dir poco perplessi.Ovviamente, nulla di tutto ciò può essere addebitato al nuovo pontefice, che giustamente i fedeli guardano con speranza e devozione. Proprio per questo noi ci siamo interrogati su quel che sarà, chiedendoci se papa Leone XIV si rivelerà, come vorrebbero in molti, un clone di Bergoglio. In queste ore ho letto molti commenti e ascoltato gli interventi dei cosiddetti esperti. E ho visto come in tanti provino a tirarlo per la tonaca. Qualcuno ha tentato di intestarselo, come la comunità di Sant’Egidio, anche se è noto a tutti che il candidato prescelto da Riccardi e compagni era il capo dei vescovi italiani, il cardinale Matteo Zuppi. Qualcun altro ha interpretato l’elezione di Leone XIV come una risposta a Donald Trump, quasi che una Chiesa ultra millenaria abbia come problema la necessità di nominare un pastore che si opponga al presidente pro tempore degli Stati Uniti. Io non credo che il cardinale Prevost sia stato scelto perché americano, progressista e vicino ai migranti dell’America Latina o dell’Africa. Penso che sia stato nominato per le sue doti di mediazione che, come ho scritto, gli hanno consentito di avvicinare gli opposti fra i cattolici tedeschi, evitando uno scisma. E ritengo che a lui si sia pensato anche per pacificare la Chiesa d’oltreoceano, sia del Nord che del Sud del continente americano. Leone XIV è cresciuto a Chicago, ma è stato missionario in Perù, è un teologo, e pure un uomo capace di guidare per 12 anni un ordine ramificato con numerosi conventi sparsi in tutto il mondo. Il conclave credo che lo abbia scelto ritenendolo un buon pastore.Aggiungo, cari Adolfo e Liana, che l’omelia tenuta ieri nella Cappella Sistina l’ho trovata non solo appassionata, ma anche efficace. Non ha parlato di ambiente e surriscaldamento globale, non si è rivolto a chi riveste ruoli di responsabilità in ambito economico, politico e sociale, ha predicato la fede, riferendosi a Gesù, a una comunità che deve trovare il modo di camminare insieme. «Oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta cosa assurda, per persone deboli o poco intelligenti; contesti in cui a essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere». In poche parole ha descritto la condizione dei cattolici oggi, guardati e giudicati come persone anacronistiche. Ma ha criticato anche «i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo», accusando i credenti di vivere in questo modo in una sorta di ateismo di fatto.Certo, le sue sono solo le prime parole a cui dovranno seguire i fatti. Il nostro giudizio dunque, non può che restare sospeso, limitato com’è alla sua prima giornata. Tuttavia, se posso permettermi una riflessione, siamo molto lontani da una certa idea di pontificato progressista che si vorrebbe accreditare. Non parlo di un Papa conservatore, ma di un Papa che sembra ritornare a parlare di fede e religione, restituendo sacralità alla figura di Sua Santità. Come è detto, è presto per giudicare, ma sperare si può.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/presto-per-giudicare-leone-xiv-2671926210.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-lettera-speditaci-da-adolfo-e-liana-andrighetti" data-post-id="2671926210" data-published-at="1746839031" data-use-pagination="False"> La lettera speditaci da Adolfo e Liana Andrighetti Da lettori della Verità, sin dal primo numero, ci permettiamo di esprimere la nostra delusione per il titolo di apertura del quotidiano di ieri, che sembra accogliere il nuovo pontefice con un pregiudizio piuttosto che dargli credito almeno all’inizio. Non si tratta di esprimere un entusiasmo ingenuo verso Leone XIV, anche se l’elezione di un Papa è sempre motivo di gioia per il credente, che si rallegra per la continuità di una storia bimillenaria che bene o male ha portato Cristo fino all’uomo di oggi; ma di considerare quanto di buono ha avuto il suo primo presentarsi al mondo, con l’augurio della pace rivolto da Cristo risorto ai discepoli e il ritorno ai paramenti tradizionali nel rispetto del ruolo, tanto per portare qualche esempio. Accogliamo dunque Leone XIV con benevolenza e speranza, senza caricargli addosso da subito pesi e preconcetti, lasciandoci la libertà di valutarne l’operato quando sarà il momento.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)