2021-08-04
Il pressing per la puntura agli alunni arriva anche via mail ai loro genitori
Le lettere mandate dagli uffici regionali invitano over 12 e personale a immunizzarsi.Apro le e mail e trovo: «Come da indicazioni delle autorità competenti, si invitano il personale scolastico e, per il tramite delle rispettive famiglie, gli alunni che abbiano compiuto 12 anni a vaccinarsi contro il Sars-Covid entro la prima settimana dell'anno scolastico 21-22.» I messaggi sono due (repetita iuvant): uno della scuola media che mia figlia ha appena lasciato, l'altra del liceo classico dove si è appena iscritta. Conosco l'abnegazione, l'affetto per gli alunni, il rispetto per le famiglie e la professionalità della dirigente di entrambi gli istituti (è la stessa) per ritenere che non sia una sua iniziativa. La circolare arriva dal dottor Marco Ugo Filisetti direttore dell'ufficio scolastico regionale che con una «fotocopia» dell'email che ho ricevuto, non ha fatto altro che girare ai presidi la volontà delle autorità competenti, cioè del ministro Patrizio Bianchi che non pone l'obbligo vaccinale, ma fortemente lo consiglia. Nel Lazio il dirigente dell'ufficio scolastico regionale Rocco Pineri congiuntamente all'assessore regionale alla scuola Claudio Di Berardino ha rivolto un altrettanto pressante invito alle famiglie a vaccinare i figli. E così nel resto d'Italia. Con mia moglie ci siamo detti: se non la vacciniamo le fanno fare la Dad! E c'è il green pass che incombe. Si prenota la puntura. Siamo sereni? Niente affatto. Entrambi abbiamo convintamente fatto due dosi di vaccino, ma ora si tratta di decidere per nostra figlia. La scuola ci invita ad agire «spontaneamente», ma ci lascia orfani d'informazioni sul vaccino somministrato ai minori, su cosa succede se non immunizziamo nostra figlia, ci sentiamo inquieti e abbandonati. Nostra figlia per la verità di vaccini ne ha già fatti dieci, quelli senza i quali non ci si può iscrivere a scuola a partire dalle materne. Perché stavolta siamo incerti? Perché l'obbligo non c'è, ma neanche la libertà di scelta. La prima domanda che ci fa nostra figlia è: »Se non lo faccio non posso andare a scuola?». La seconda, ancora più dura: «Ma se mi vaccino sono al sicuro e non mi succede nulla?» A tredici anni è difficile avere certezze, la sola che hai è che i tuoi non ti tradiranno. Ma noi siamo costretti a mentirle. Scorrendo il «bugiardino» dei vaccini - dall'antipolio all'anti-morbillo passando per l'anti-tetanica - che lei ha già fatto troviamo sempre queste indicazioni: «La vaccinazione dà un' immunità duratura. I soggetti vaccinati non sono contagiosi». Nel consenso informato che abbiamo firmato per le nostre vaccinazioni - lei Pfizer, io Astrazeneca, due dosi e green pass già ricevuto - leggiamo: «La durata della protezione offerta dal vaccino non è nota… Come con tutti i vaccini, la vaccinazione potrebbe non proteggere tutti i soggetti vaccinati, è molto importante che venga eseguita la seconda somministrazione per ottenere una risposta immunitaria ottimale». E l'eterologa? E il siero unica arma? In queste affermazioni ci sono delle bugie. La più macroscopica: «Come con tutti i vaccini… potrebbe non proteggere», ma per i sieri obbligatori si afferma: «La vaccinazione dà un'immunità duratura». Si afferma che i soggetti vaccinati non sono contagiosi, ma sui sieri anti-Covid questa specificazione non c'è. Così so che lo Stato sta mentendo e io sono costretto a mentire a mia figlia per mandarla a scuola, l'istituzione dove il primo insegnamento che i ragazzi dovrebbero ricevere è il rispetto della verità. Ma mi si costringe a ingannare mia figlia firmando per lei un consenso informato che informato non è. Così mi trovo per una apparentemente innocua email a fare i conti con la mia coscienza e a caricarmi d'angoscia. Perché? Semplicemente perché un governo d'ignavi non si prende la responsabilità dell'obbligo vaccinale. Ma se lo fa per altri dieci sieri indispensabili per andare a scuola perché non lo fa con questo? Forse perché allargare le aule, migliorare i trasporti, è più difficile che scaricare su di me le responsabilità di una scelta che scelta non è? Vaccinerò mia figlia, ma non sarà facile.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)