2023-03-12
A microfoni spenti lo dicevano loro: «Il presidente dell’Iss è un incapace»
Silvio Brusaferro (Imagoeconomica)
La sottosegretaria Sandra Zampa in privato demoliva i tecnici che in tv passavano per luminari: «A che serve questa gente se non è in grado di fare previsioni?». La commissione d’inchiesta è ancora più necessaria.«Non sono all’altezza del compito». Così scriveva in piena pandemia la sottosegretaria turboprodiana a proposito dei cosiddetti esperti. Sandra Zampa parlava di Silvio Brusaferro e compagni, dicendo: «A che serve questa gente se non fornisce previsioni con almeno due o tre settimane di anticipo?». «Sono parecchio perplessa nel giudizio sull’Istituto superiore di sanità. Come si fa a passare da “abbiamo tutto sotto controllo” a “qui tra quindici giorni esplode tutto”?». Sì, a microfoni spenti, conversando con il capo di gabinetto del ministero della Salute, la numero due di Roberto Speranza si lasciava andare a giudizi impietosi sull’Iss e sui suoi dirigenti. Critiche non molto diverse da quelle espresse l’altro ieri alla radio da Pierpaolo Sileri, all’epoca dei fatti viceministro della Salute nel governo di Giuseppe Conte. «Credo che il vero problema vada ricercato nella selezione dei tecnici del ministero, che ha portato a un sistema fatto di scelte non eccellenti», ha detto ai microfoni di Radio 2 l’ex senatore grillino. Sì, erano un’armata Brancaleone, che nemmeno parlava l’inglese e aveva bisogno di farsi tradurre i testi e le circolari dell’Oms. Ma nei mesi in cui l’Italia fu devastata dal Covid, sia Zampa che Sileri, ma soprattutto Conte e Speranza, si guardarono bene dal dire che il ministero e gli enti preposti a tutelare la salute degli italiani erano presidiati da persone incapaci di fare fronte a una pandemia. Se lo scrivevano nelle chat private, oppure lo confidavano in conversazioni riservate, consapevoli della impreparazione di coloro che sui giornali e in tv erano spacciati come luminari. Ma davanti ai microfoni e ai taccuini, sostenevano che la squadra messa in campo dal ministero per contrastare la pandemia fosse formidabile. Non credo sia necessario sfogliare le raccolte dei giornali dell’epoca per ricordare che il presidente del Consiglio, nei primi mesi di contagio, diceva a tutti che l’Italia era un esempio seguito in tutta Europa. Siamo all’avanguardia, era la parola d’ordine. Sì, ma purtroppo nel numero delle vittime.Ora si scopre che dietro alle dichiarazioni roboanti, tutti sapevano di non essere preparati ad affrontare un’epidemia di massa. Anche se in pubblico facevano mostra di efficienza, al governo erano consapevoli che i burocrati piazzati ai vertici della Sanità non sapevano come si affronta una pandemia. E invece di rimuovere le persone non all’altezza del compito loro affidato, Speranza e compagni li hanno lasciati al loro posto e addirittura riconfermati. Come ho scritto nei giorni scorsi, mi interessa poco capire quanto c’è di penalmente rilevante negli errori commessi nei primi mesi di diffusione del virus: a quello penseranno i magistrati. Tuttavia, al di là dei reati, c’è un tema politico da affrontare e riguarda non soltanto la responsabilità di chi sapeva che «i tecnici non erano all’altezza» e non ha fatto niente, ma anche il ricambio ai vertici del ministero della Salute. Zampa, Sileri e tutti gli altri che oggi scopriamo aver capito sin dall’inizio che a capo dell’Istituto superiore della sanità, del ministero e del Comitato tecnico scientifico c’erano persone inadeguate, non hanno fatto nulla per cambiarle. Per mesi si sono affidati ai giudizi e alle direttive dei Brusaferro, con il risultato che il Covid ha continuato a correre indisturbato. Oggi però quelle stesse persone ritenute da Zampa e compagni «non all’altezza» sono ancora al loro posto. Coloro che con prosopopea per mesi interi ci hanno annunciato il loro bollettino di guerra, nonostante si siano dimostrati incapaci sono coloro che decidono le politiche della Salute. Ribadisco: mi interessa poco l’aspetto penale, ma mi sta molto più a cuore la questione sostanziale. Brusaferro, Locatelli e i cosiddetti tecnici che ci hanno accompagnato per mesi non possono rimanere al loro posto per il semplice motivo che hanno fallito. Urge un ricambio dei burocrati che dettano legge in materia di Salute e questo governo non deve esitare a fare al più presto un repulisti. Altro che riconfermare tutti nei posti di comando. Oltre a rimuovere in fretta coloro che non si sono rivelati all’altezza, questo governo, o per lo meno la maggioranza che lo sorregge, ha un altro compito e si chiama commissione d’inchiesta. Ogni giorno che passa, ogni documento che è desegretato, dimostra che il Parlamento deve fare chiarezza su quanto è successo. Non si può rinviare né mettere la mordacchia. Per il rispetto delle vittime e dei loro famigliari occorre fare luce sulle responsabilità e sulle inefficienze. Mi rivolgo dunque al presidente del Consiglio: in questo Paese si sono istituite commissioni parlamentari su questioni assai meno gravi. Quella del Covid è la più grave degli ultimi decenni. Non indagare avrebbe il significato di una connivenza. Apriamo perciò gli archivi e interroghiamo i protagonisti, in modo che gli italiani sappiano chi ringraziare per ciò che si poteva fare per evitare tanti morti e non si è fatto.
Jose Mourinho (Getty Images)