2023-05-23
Premiare Bonaccini? Beffa ai morti
Il governatore dem è responsabile della malagestione del territorio. Farlo commissario all’emergenza sarebbe uno schiaffo alla popolazione e un cortocircuito istituzionale.Un surreale baluardo con i Rayban e l’ombrello. Non c’è ragione alcuna perché il governatore Stefano Bonaccini venga nominato commissario straordinario per l’alluvione in Emilia Romagna. Anzi sarebbe una beffa per le 14 vittime e i 40.000 sfollati con case, aziende, fattorie, esercizi commerciali distrutti dalla furia delle acque. Nei corridoi di Montecitorio prende piede l’ipotesi, per questo la decisione del governo è delicata; affidare la regia dell’emergenza e della ricostruzione a chi ha precise responsabilità politiche sugli scenari del disastro significherebbe frustrare quel forte sentimento di solidarietà che in queste ore cementa gli italiani che spalano nel fango, inviano aiuti, raccolgono fondi. E spinti dal tradizionale senso di fratellanza, danno concreto sostegno a chi ha perso tutto.Con una decisione sorprendente - che conferma quanto al Pd stiano più a cuore le partite a scacchi in parlamento della tragedia emiliana - il Nazareno ha proposto Bonaccini nel ruolo di coordinatore strategico. E il Consiglio dei ministri straordinario previsto oggi potrebbe anche concederlo per carità di patria. Se l’idea malsana dovesse trovare conferme nell’esecutivo, si innescherebbe un corto circuito: il controllato sarebbe anche controllore. Come se un colpo di spugna dovesse abbattersi al minuto uno su popolazioni già martoriate. Come se nella cabina di regia dovesse entrare in pompa magna chi da otto anni guida la Regione che ha pasticciato sul dissesto idrogeologico, è rimasta immobile davanti ai diktat del fanatismo ecologista, si è preoccupata più dei barbecue in giardino e delle tane delle nutrie rispetto al rafforzamento degli argini.Signori della politica, ci sono 40.000 sfollati che vi guardano. Ci sono 280 frane attive in 60 comuni, oltre 400 strade distrutte, danni per 6/7 miliardi. Numeri dietro i quali fanno capolino volti, cognomi, lacrime e interrogativi. Chiunque ma non Bonaccini, che per otto anni è stato di fatto il commissario fantasma con la fattiva collaborazione di Elly Schlein, sua vicepresidente con delega alla Transizione ecologica e al «patto per il clima». Tutti ma non Bonaccini, che è pur sempre il presidente del Pd e in questi giorni ha fatto passerella in tv puntando sull’eccezionalità degli eventi (puro fatalismo) e sul più trito dei luoghi comuni: l’Italia immobile. «Il nostro è un Paese che nel dopoguerra ha investito molto poco sulla prevenzione è molto spesso è intervenuto solo in emergenza. Dobbiamo recuperare un ritardo storico», ha spiegato allargando le braccia. Nessuna assunzione di responsabilità da parte di chi governa l’Emilia Romagna ininterrottamente da 70 anni gonfiando il petto.È pura ipocrisia appellarsi alla «coesione nazionale» per fingere che non sia accaduto niente e chiedere una moratoria sulle responsabilità. Ed è curioso che la sinistra con i canini affilati nell’accusare le Regioni di centrodestra, soprattutto la Lombardia, durante l’eccezionalità dell’evento pandemico (nel tentativo malriuscito di trarre il massimo dividendo politico), oggi pretenda il grande abbraccio con la nomina a commissario di colui che dovrebbe essere commissariato. Mentre protezione civile, forze dell’ordine, volontari, comuni cittadini con vanghe e galosce tentano di riportare alla vita un territorio da amare, è presto per i processi ma anche per le assoluzioni a prescindere. Chiedere soldi e potere come fa il Pd significa solo pretendere benefici dai disastri provocati «anche» dalla sua malagestione. Nel precedente della Campania, Antonio Bassolino presidente di Regione e commissario straordinario dell’emergenza rifiuti fu così disastroso che lo stesso premier Romano Prodi fu costretto a sostituirlo. Ora la sinistra ci riprova spingendo l’uomo con l’ombrello. Senza sapere che in questa situazione l’unico ad avere credibilità è quello di Magritte.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Flaminia Camilletti
Charlie Kirk (Getty Images)