2024-12-03
Ppe in campo per rimandare lo stop ai motori tradizionali nel 2035
Verso una richiesta formale. Ma Berlino insiste per andare avanti con la svolta green.Ora che l’annunciata crisi dell’automotive in Europa è definitivamente deflagrata sulle politiche di transizione si annuncia una battaglia asprissima a Bruxelles. Il Partito popolare europeo, guidato da Manfred Weber, l’11 dicembre depositerà un position paper che formalizzerà la linea, ormai divenuta chiarissima, sull’industria dell’auto. Nel documento, che potrebbe essere suscettibile di qualche modifica, si chiede alla Commissione europea di «presentare urgentemente una revisione del regolamento 2019/631 che definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni di Co2 delle nuove vetture, che reintroduca un approccio tecnologicamente neutrale e riconosca il ruolo di tutte le tecnologie nella riduzione delle emissioni di CO2. La revisione dovrebbe riconoscere il ruolo dei carburanti alternativi, inclusi e-fuels, biocarburanti, carburanti rinnovabili o sintetici, prevedendo esenzioni esplicite, accompagnate da altre misure come l’introduzione di un fattore di correzione del carbonio, rivedendo così il divieto sugli Ice a partire dal 2035». Non solo, perché nel documento si chiederà anche un anticipo al 2025 della revisione programmata per il regolamento sulle emissioni per le nuove auto (prevista per i mezzi pesanti nel 2027 e per quelli leggeri al 2026) per correggere il divieto sugli Ice e fornire al settore certezza legale e sicurezza di pianificazione il prima possibile. Nel documento si chiede, infine, l’avvio di un «dialogo strategico sul futuro dell’automotive» e la presentazione «entro i primi 100 giorni della nuova Commissione di un «”Clean industrial deal” che riveda il divieto dei motori a combustione interna, contribuisca a evitare sanzioni, sviluppi condizioni favorevoli, e intensifichi gli sforzi per la realizzazione di infrastrutture al fine di rendere competitiva l’industria automobilistica europea, raggiungendo nel contempo la decarbonizzazione del settore dei trasporti, contribuendo così all’obiettivo dell’Ue di neutralità climatica entro il 2050».La battagli sul tema si promette aspra perché, nello stesso giorno in cui si annuncia la pubblicazione del position paper del Ppe, il vicecancelliere tedesco, il verde Robert Habeck, pur ribadendo la centralità dell’industria automobilistica in Germania, («Una pietra miliare» la definisce), promette in completo contrasto che «non ci saranno ritocchi' agli obiettivi di CO2 per il parco auto». Non solo, perché non si discute neanche dell’opportunità di «mettere in discussione l’importo delle multe» previste per le aziende automobilistiche. Unica cessione prevista dagli ambientalisti tedeschi, così come da quelli spagnoli (come ha spiegato il neo commissario europeo al green Teresa Ribera in audizione), è quella di «rendere più flessibile il raggiungimento degli obiettivi» facendo riferimento dunque alle strategie adottate da ogni Paese, aprendo dunque alla neutralità tecnologica. «A prescindere dalle dichiarazioni affannose di esponenti di governi in crisi qua e là per l’Europa» risponde l’eurodeputato di Forza Italia (Ppe) Massimiliano Salini contattato da La Verità per commentare la posizione tedesca, «quella del position paper è la posizione chiarissima del principale gruppo europeo, la famiglia dei popolari, seguita in questo caso anche da altre famiglie. Posso confermare infatti che i conservatori hanno fortemente sostenuto questa posizione». Da tempo infatti anche Ecr porta avanti la linea della revisione degli standard imposti per il green in questi anni. «Con buona pace dei colleghi del Pd, la crisi del settore automotive affonda le proprie radici proprio nella scelta folle di una transizione green mono-tecnologica che ha portato a scelte industriali sbagliate, di cui oggi rischiano di pagare il conto salatissimo decine di migliaia di lavoratori» ha detto il capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza. «La soluzione sta nel rilanciare la competitività, rivedere target irraggiungibili, rinviare le multe e aprire finalmente alla vera neutralità tecnologica e a tutti i carburanti che possono contribuire a diminuire le emissioni inquinanti senza distruggere le filiere industriali collegate al motore endotermico. È questo l’impegno europeo del governo Meloni e di Fdi. La sinistra italiana ed europea, che con Frans Timmermans e la sua ideologia anti industriale ha causato questi danni, abbia almeno il buon gusto di risparmiarci prediche e appelli penosi».