Crescono anche i ricavi. L’ad Matteo Del Fante: «L’ingresso nel gruppo delle tlc creerà nuove sinergie». Nessuna chiusura su Iliad.
Crescono anche i ricavi. L’ad Matteo Del Fante: «L’ingresso nel gruppo delle tlc creerà nuove sinergie». Nessuna chiusura su Iliad.Poste Italiane chiude l’anno con gli utili più alti di sempre e punta su Tim per una «partnership industriale». L’andamento dei tassi determina il boom dei profitti di Bancoposta consentendo al gruppo di raggiungere con due anni di anticipo gli obiettivi del piano industriale. L’utile dell’esercizio è stato di a 2,01 miliardi con la previsione di arrivare a 2,1 miliardi per il 2025. Ai massimi di sempre anche i ricavi: 12,6 miliardi (+5%) di cui circa la metà (6,4 miliardi) dai servizi finanziari. Corrono anche l’attività postale e i servizi Postepay, ma è decisiva - come per i conti record delle banche - la pioggia di utili caduta sugli intermediari grazie agli elevati margini d’interesse prima che la Bce iniziasse a ridurre il costo del denaro: per Poste il solo margine d’interesse nel 2024 valeva 2,5 miliardi, in crescita di oltre il 13%. Nonostante i tassi abbiano preso la strada di un graduale, ma costante, calo, il gruppo guidato da Matteo Del Fante anche per il 2025 conferma una traiettoria di crescita con utile netto atteso a 2,1 miliardi di euro. Numeri che hanno consentito a Del Fante di impegnarsi «a rivedere al rialzo la politica dei dividendi» con con una cedola pari al 70% degli utili che si traduce in oltre 7,5 miliardi di da distribuire ai soci nel periodo 2024-2028, rispetto all’obiettivo originario di 6,5 miliardi. Tutto ciò dopo un dividendo 2024 pari a 1,08 euro, in crescita del 35%. Complessivamente i soci incasseranno a giugno 1,4 miliardi. Decisamente soddisfatta la Borsa con il titolo in crescita del 2,71% a 14,9 euro.Ovviamente il tema Tim ha preso grande spazio nella conference call dopo l’acquisto del 10% del gruppo telefonico messo in vendita da Cdp.Gli investitori s’interrogano sul futuro del gruppo telefonico fra l’ingresso di Poste nel capitale e ipotesi di consolidamento europeo nel segno del Piano Draghi con l’interesse manifestato dai francesi di Iliad. Sullo sfondo il destino del 24% in mano a Vivendi che in passato è stato oggetto di attenzioni da parte del fondo Cvc. Dossier politico rispetto al quale Poste prende le distanze. «Voglio essere preciso: noi sosteniamo il processo di consolidamento che si è già avviato. Non lo vogliamo ostacolare, non lo stiamo frenando» ha detto Del Fante. «Come potrà svolgersi questo processo è ancora prematuro parlarne». Alla domanda sulla possibilità di acquistare ulteriori quote di Tim, Del Fante ha chiarito che «ci sono molti rumor, ma nulla da aggiungere». Nei giorni scorsi si erano diffuse indiscrezioni sulla possibilità da parte di Poste di comprare altre azioni per bilanciare il peso di Vivendi che ha più volte manifestato l’intenzione di uscire.
Giulia Buongiorno (Ansa)
La proposta è rimandata per supplementi di indagine. Giulia Bongiorno: «Scriverla bene».
«C’era un accordo politico importante, alla Camera c’è stato un voto unanime su questa legge, i massimi vertici dei gruppi parlamentari si erano stretti la mano e ciò ora significa che stringersi la mano con questa destra non vale niente perché all’ultimo momento si può tornare indietro, smentendo addirittura un voto unanime del parlamento. E hanno deciso di farlo proprio oggi, il 25 novembre (giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ndr)». È uscito dalla commissione Giustizia del Senato sbraitando che la destra ha stracciato l’accordo sul ddl stupro, il senatore di Italia viva Ivan Scalfarotto.
Nel riquadro la produttrice Giulia Maria Belluco (iStock)
La produttrice di «C14» Giulia Maria Belluco spiega: «Ci abbiamo messo cinque anni per scrivere la sceneggiatura. Le riprese saranno girate l’anno prossimo tra Veneto e Alto Adige». Si cercano ancora due attori internazionali...
Nasce in Veneto un film, C14, sulla Sacra Sindone, la più importante reliquia della cristianità, la cui storia è trapunta di dispute per verificarne scientificamente l’autenticità. Una nota ricerca britannica del 1988 con il radiocarbonio-14 la datò tra il 1260 e il 1390, negando che sia il sudario che ha avvolto il volto di Cristo. Analisi successive, tuttavia, hanno confutato tale risultato, come quelle del professor Giulio Fanti, dell’università di Padova, consulente della sceneggiatura, intervistato dalla Verità il 14 novembre 2024. La produttrice del film è Giulia Maria Belluco, 35 anni, nata a Treviso. Vive a Bassano del Grappa (Vicenza) ed è titolare della EriadorFilm. «L’ho acquisita nel 2023» spiega «con l’obiettivo di portarla sul mercato internazionale attraverso collaborazioni con Paramount, Discovery, Magnolia, Hallmark con le quali abbiamo fatto co-produzioni e produzioni esecutive qui in Italia. Una delle più viste è quella sulla famiglia Stallone, girata tra Puglia e Lazio».
Pier Paolo Pasolini (Getty Images)
Oggi il discusso evento sui lati conservatori del grande scrittore. La sinistra grida alla lesa maestà, eppure ha avallato per anni ricostruzioni farlocche sulla sua morte, al fine di portare avanti astruse piste politiche. E il vero vilipendio è proprio questo.
Il convegno su Pier Paolo Pasolini organizzato da Fondazione Alleanza Nazionale e dal Secolo d’Italia che si terrà oggi pomeriggio a Roma, il cui fine - come da titolo: «Pasolini conservatore» - è quello di dibattere (con il contributo di numerosi relatori tra cui il critico letterario Andrea Di Consoli, certamente non vicino alla destra politica) gli aspetti dell’opera e del pensiero pasoliniani che appaiono in conflitto con la sua area ideologica di appartenenza, quella comunista, è vissuto dalla sinistra italiana letteralmente come un sacrilegio. Nonostante dai curatori dell’evento sia già stato chiarito in tutte le maniere possibili che scopo del convegno è unicamente promuovere una discussione, senza nessuna volontà di «annettere» PPP - operazione che non avrebbe d’altronde senso alcuno - al pantheon culturale della destra, a sinistra si è addirittura giunti a gridare alla «profanazione», come fatto ieri, a botte di gramscianesimo mal digerito, dal professor Sergio Labate sul quotidiano Domani.
Gaia Zazzaretti prima e dopo il vaccino (iStock)
L’ex karateka Gaia lo sente in tv e sceglie di porgere il braccio. Poi, la malattia neurologica. Ma la virostar nega il nesso.
È vero che non se ne può più di «burionate». Ma come si può passare sotto silenzio gli ultimi post della virostar più famosa d’Italia, mentre continua a disinformare e contemporaneamente ridicolizzare persone danneggiate dal vaccino anti Covid chiamandoli #sorciscemi, senza alcun rispetto anche del diritto, di tutti noi, a essere informati correttamente su questioni che riguardano la salute, specie da chi dovrebbe avere, come lui, il dovere di dare informazioni corrette?






