2021-12-28
I positivi calano senza le serrate. Meno casi pure in Belgio e Polonia
L’andamento è slegato dalle chiusure. Solo l’Italia chiede il pass per uffici e fabbrica.Tra i tanti luoghi comuni «pompati» dai media mainstream che non reggono alla prova dei numeri, quello del «lockdown per i non vaccinati» che avrebbe consentito (condizionale più che d’obbligo) a nazioni coma Germania e Polonia di abbassare la curva dei contagi è uno dei più clamorosi. Un solo luogo comune, anzi, viene smentito due volte contemporaneamente: innanzitutto perché, come vedremo analizzando i numeri, le curve in queste nazioni erano già in calo prima che scattassero le restrizioni per i non vaccinati; in secondo luogo perché di tutto si può parlare tranne che di «lockdown» per i non vaccinati, considerato che la regola del green pass rafforzato, ovvero il cosiddetto super green pass, che si rilascia solo a guariti e vaccinati ma non a chi ha un tampone negativo, è in vigore anche in Italia. Il 2 dicembre scorso, ricordiamolo, Angela Merkel ha introdotto in Germania le restrizioni per i non vaccinati, estendendo su tutto il territorio la regola del green pass rafforzato, già adottata da diverse regioni, per entrare in ristoranti, musei, cinema e negozi e per partecipare a eventi culturali. Non solo: i non vaccinati non possono incontrare più di due persone per volta. «La cultura e il tempo libero a livello nazionale», ha detto quel giorno la Merkel, «saranno aperti solo a coloro che sono stati vaccinati o guariti». Nessuna restrizione è imposta per poter lavorare, al contrario dell’Italia. Le restrizioni per i non vaccinati, inoltre, sono applicate nei Länder dove la situazione epidemiologica è particolarmente critica. Nelle ultime ore, col calo della curva dei contagi in Germania, molti opinionisti anche italiani stanno glorificando le virtù del «lockdown per i non vaccinati» voluto dalla Merkel. Peccato che detto calo della curva sia iniziato ben prima del 2 dicembre, e quindi molto prima che le nuove misure potessero avere un qualunque effetto. Il 24 novembre in Germania si sono registrati ben 79.051 nuovi casi di infezione; il giorno dopo erano 65.584; il giorno dopo ancora 58.082, e via così, sempre in discesa, fino ai 10.172 dell’altro ieri, 26 dicembre. Curiosità: in questo lasso di tempo si sono registrati due picchi di contagi, 93.087 il 7 dicembre e 103.018 il 9 dicembre, quindi in pieno (cosiddetto) lockdown per i no vax. Due picchi in controtendenza con l’andamento della curva che, come chiunque può verificare, era già in calo da prima del 2 dicembre. Passiamo alla Polonia: dal 15 dicembre, il governo di Varsavia ha introdotto restrizioni per i non vaccinati per quel che riguarda alberghi, teatri, cinema, teatri dell’opera e sale da concerto, biblioteche, musei e gallerie d’arte, stadi, parchi di divertimento, discoteche, palestre, bar e ristoranti. Il meccanismo è semplice: la capienza è ridotta al 30%, ma da questo numero vengono esclusi i vaccinati. La curva è in calo, ma lo è da ben prima delle restrizioni: il picco di 29.076 casi, raggiunto il 1 dicembre, non è mai stato più raggiunto, mentre il 26 dicembre si sono registrati appena 6.253 casi. In Francia, è stata decisa l’introduzione dal 15 gennaio, previo consenso del parlamento del super green pass, valido solo per guariti e vaccinati, come in Italia, ma non necessario per lavorare. Intanto la curva sale costantemente, con 104.611 casi il giorno di Natale, ma circa 27.600 il 26 dicembre. Paradossale quanto accade in Belgio: il governo ha disposto da domenica scorsa, 26 dicembre, la chiusura di mercatini di Natale, villaggi invernali, spettacoli e congressi al chiuso, teatri e cinema saranno chiusi. Proteste a go go: la curva dei contagi è in costante calo, dai 47,836 casi dello scorso 29 novembre si è passati ai 5.478 del 26 dicembre.