2019-12-16
Il pasticcio Bari camuffato da banca del Sud
Cdm nella notte per varare una ricapitalizzazione (camuffata da Banca del Sud) da 1 miliardo dell'istituto pugliese. Ma una norma era pronta già a giugno: avrebbe consentito di migliorare i conti con i crediti d'imposta. Però l'iter si è bloccato nella notifica all'Ue.Mentre questa edizione va in stampa non è ancora iniziato il Consiglio dei ministri straordinario per ricapitalizzare la Popolare di Bari. All'ordine del giorno appariva un bizzarro «Misure urgenti per la realizzazione di una banca di investimento». Intanto emerge come il decreto che avrebbe consentito un forte miglioramento dell'istituto in giugno sia stato bloccato in sede di notifica all'Ue. Poco più di 4 anni dopo quella drammatica domenica del 22 novembre 2015, quando i risparmiatori di Banca Etruria, Banca Marche, Casse di Risparmio di Ferrara e Chieti, pur vedendo salvati i propri depositi, videro azzerato il valore delle loro obbligazioni subordinate, il governo è nuovamente alle prese con una banca in difficoltà. Mentre questa edizione della Verità va in stampa il governo è riunito per varare un decreto, il cui contenuto dovrebbe prevedere un apporto di capitale nella Banca Popolare di Bari a carico del Mediocredito Centrale (controllato al 100% da Invitalia, di proprietà del Tesoro) e un intervento a carico del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), come accaduto con Carige. La cifra complessiva non dovrebbe discostarsi dal miliardo. All'ordine del giorno del cdm, però, compare un solo, bizzarro punto: «Misure urgenti per la realizzazione di una banca di investimento». In pratica, la ricapitalizzazione viene camuffata sotto la genesi di una sedicente Banca del Sud. Comunque la si chiami, la decisione dell'esecutivo muterà il destino di 70.000 soci che negli anni hanno apportato capitale per circa 1 miliardo, oltre a quello di circa 285 milioni di obbligazioni subordinate con scadenza tra il 2020 e il 2025. Non dovrebbero esserci dubbi sulla sorte dei depositanti, anche oltre i 100.000 euro, perché è difficile credere che questo governo voglia essere il primo dell'eurozona a sperimentare gli effetti del bail in sui correntisti. Tale pericolo dovrebbe essere anche scongiurato dal fatto che la banca non si trova, almeno stando agli ultimi dati ufficiali di giugno, in condizione di dissesto ma, a causa delle enormi perdite accumulate tra 2018 e 2019, ha visto scendere il capitale regolamentare sotto i limiti di vigilanza. Duro Matteo Salvini: «Il premier alle 15 di venerdì dice che le banche italiane sono sicure. Cinque ore dopo, Bankitalia commissaria la Popolare di Bari con 1 miliardo di debiti. Ditemi se possiamo avere un premier che è ignorante o bugiardo, o entrambe». Quale che sarà l'esito del cdm, restano sul tavolo dubbi e perplessità di varia natura.1 Cosa ne è stato del cosiddetto decreto salva Popolare di Bari? Cioè dell'articolo 44-bis del decreto legge 30 aprile 2019, convertito nella legge 58 del 28 giugno? Con quel decreto si disponeva che le attività per imposte anticipate, detenute da banche aventi sede nelle regioni meridionali che avessero perfezionato un'operazione di aggregazione mediante fusione, conferimento, eccetera, si sarebbero trasformate in crediti di imposta con il conseguente beneficio sul patrimonio netto di vigilanza. Quelle attività di cui si parla sono iscritte dalle banche in bilancio in conseguenza del fatto che una perdita di conto economico genera un beneficio futuro, quando saranno conseguiti utili e quindi sarà possibile dedurre le perdite pregresse. Quella partita valeva per la banca un beneficio sul patrimonio netto di circa 350 milioni. Un contributo fondamentale per rinforzare la banca, che si era ridotto a poco più di 400 milioni. Quell'articolo condizionava la misura al fatto che la banca beneficiaria non fosse in stato di dissesto o insolvenza.Inoltre, il comma 7 precisava che «l'efficacia delle disposizioni del presente articolo è subordinata [...] alla preventiva comunicazione ovvero, se necessaria, all'autorizzazione della Commissione europea…».Per mesi si sono inseguite voci su una grande aggregazione di banche del Sud (con la banca barese a fare da pivot) al fine di conseguire i benefici della norma qui citata. Poi il silenzio, interrottosi solo alcuni giorni fa, quando se ne è ricominciato a parlare ma solo per apprendere che addirittura la norma non è stata nemmeno notificata a Bruxelles per timore di una bocciatura da parte della commissaria Margrethe Vestager. Come è possibile che una norma annunciata come risolutrice dei problema della banca si sia «persa» nelle nebbie bruxellesi, nelle sabbie romane o nel lungomare barese? C'entra forse qualcosa il fatto che la stessa Popolare di Bari avesse annunciato, all'indomani della sentenza del tribunale Ue che annullava la decisione della Commissione relativa al caso Tercas, un risarcimento danni ipotizzato in oltre 500 milioni, perché «nel momento in cui è venuta fuori la storia è andato via un miliardo di raccolta», così come dichiarò pubblicamente a marzo scorso il presidente Marco Jacobini? Come è possibile che il decreto non sia stato nemmeno notificato, essendo questo un obbligo previsto dallo stesso decreto? C'è stata una bocciatura e nessuno lo sa? Si è ripetuto il calvario di quei lunghi mesi del 2015, quando il faro della Vestager sulla vicenda Tercas, finita come sappiamo, portò il governo Renzi a temporeggiare, per poi adottare il decreto di novembre adeguandosi al diktat Ue?2 Connesso strettamente a questo tema c'è quello del rispetto delle condizioni di mercato. In linea di principio, la Ue non vieta l'intervento pubblico, di fronte al quale è neutrale. Purché avvenga a condizioni alle quali un investitore privato sarebbe ugualmente intervenuto. È il principio applicato nel caso della banca tedesca NordLb, ricapitalizzata dai Länder proprietari della banca. Il mancato rispetto di questo principio condiziona l'intervento pubblico al sacrificio degli obbligazionisti. Nessuno in giro per il mondo, nemmeno il Financial Times, ha creduto a questa finzione giuridica usata per la banca tedesca. Ci auguriamo, come già auspicato su queste colonne, valga anche per l'intervento pubblico nella banca barese.