Al Pontificio istituto per la famiglia il cardinal Reina sostituisce Paglia
Dopo appena 24 ore dal suo insediamento, tra le prima decisioni di papa Leone XIV viene registrata la nomina a «Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Teologico “Giovanni Paolo II” per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia l’Eminentissimo Cardinale Baldassare Reina, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma e Gran Cancelliere della Pontificia Università Lateranense». Si tratta di un ritorno a una prassi ordinaria, almeno fino al 2016 quando papa Francesco, invece, agendo in deroga agli statuti allora vigenti, nominò Gran Cancelliere dell’Istituto fondato da papa Wojtyla nel 1981 monsignor Vincenzo Paglia. Che non era vicario di Roma, mentre fino ad allora l’istituto, che Giovanni Paolo II volle con forza per esaltare il suo magistero sui temi bioetici e etici, i gran cancellieri erano stati i cardinali Ugo Poletti, Camillo Ruini e Agostino Vallini, tutti cardinali vicari per la diocesi di Roma.
Peraltro la nomina di monsignor Paglia, che da ieri quindi non è più gran cancelliere, fu in qualche modo a premessa di un radicale ripensamento dell’Istituto voluto da papa Francesco, con un codazzo di polemiche mai veramente sopite. Papa Francesco nel 2017 con un motu proprio cambiava anche nome all’Istituto, con l’obiettivo particolare di rendere più ampio l’approccio di studi includendo le scienze umane. In realtà da molti studiosi veniva lamentato l’orientamento di rifondazione vera e propria dell’Istituto, un processo legato al cosiddetto «nuovo paradigma» della teologia morale espresso nella esortazione Amoris laetitia, frutto del doppio sinodo sulla famiglia 2014 e 2015 e per cui 4 cardinali scrissero al Papa i loro famosi dubia.
Fino alla riforma del 2017 l’Istituto era anche accademicamente e istituzionalmente legato in modo formale alla Pontificia Università Lateranense, dopo è stato reso più autonomo. Il gran cancelliere della Università Lateranense, conosciuta come l’Università del Papa, è per statuto il vicario del Papa per la diocesi di Roma, ecco perché la prassi era sempre stata che il vicario di Roma fosse anche gran cancelliere dell’Istituto Giovanni Paolo II. Con la nomina di ieri quindi papa Leone XIV non modifica alcuno statuto, ma torna alla prassi consolidata e in qualche modo riafferma anche il legame tra la Lateranense e l’Istituto.
La vicenda dell’Istituto Giovanni Paolo II è stata uno dei capitoli più divisivi del pontificato di Francesco, con la polemica scoppiata dopo la revisione degli statuti e la definizione del nuovo assetto accademico, culminato con l’approvazione dei nuovi statuti nel luglio del 2019. Questo vero e proprio travaglio è stato guidato da monsignor Paglia. Nel 2019 ci fu conseguente l’allontanamento di alcuni professori come don Livio Melina, già vice preside dell’Istituto nel 2002 e preside dal 2006 fino alla sostituzione con Pierangelo Sequeri, e padre José Noriega, insegnante di teologia morale speciale e responsabile editoriale delle pubblicazioni dell’Istituto.
Il 1° agosto 2019 il professor Melina venne ricevuto in udienza privata dal Papa emerito Benedetto XVI, con una foto che fece il giro del mondo. Un segno eloquente non solo di vicinanza a Melina, ma anche nei confronti del centro studi progettato e voluto da Giovanni Paolo II nel 1981 in collaborazione con Carlo Caffarra. La modalità di quella «ristrutturazione» dell’Istituto è una di quelle ferite che bruciano e su cui ieri papa Leone XIV ha versato almeno un po’ di quel balsamo dell’unità che è il programma del suo pontificato.





