
Imbarazzo sui giovani leghisti. Oggi arriveranno Viktor Orbán e altri alleati in Europa.Questa mattina, alle ore 10, prenderà il via il tradizionale raduno leghista di Pontida, per un’edizione dal sapore più internazionale del solito. Il valore simbolico dell’evento è alto, con il partito che si schiera in difesa del suo segretario, Matteo Salvini, a poche settimane dalla sentenza di primo grado del processo che lo vede accusato di sequestro aggravato di persona. Ieri, invece, è andato in scena il raduno dei giovani del sabato, intitolato «La forza delle radici» e organizzato dal segretario federale della Lega Giovani, l’onorevole Luca Toccalini. A catalizzare l’attenzione della stampa, però, è stata l’esternazione colorita di alcuni giovani leghisti contro il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. «Tajani, Tajani, Tajani, vaff...», ha intonato un gruppo, per poi srotolare uno striscione con su scritto: «Ius Scholae in vista, Tajani scafista?». A mettere una toppa ci ha pensato lo stesso Salvini, che subito ha dichiarato: «Chiedo scusa a nome loro. Ogni alleato è un amico». Dal palco, poi, non è mancata la ramanzina. «Non stiamo giocando», ha spiegato il leader leghista ai suoi giovani, intervenendo dopo il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, e ricordando anche Nicola Pieruccini, segretario provinciale della Lega di Carrara mancato nei giorni scorsi. «Gli avversari non sono in maggioranza, sono fuori», ha continuato. «Antonio Tajani per me è un amico e un alleato. Giorgia Meloni è un’amica e un’alleata. Io non il rischio il carcere perché qualcuno ha voglia di giocare. Se qualcuno ha voglia di giocare, il mondo è grande». «Avere abbracciato i ragazzi che si sono fatti dieci ore di macchina per arrivare dalla Campania, dalla Puglia, da Roma e dalla Sicilia», ha anche aggiunto, «per me è un orgoglio, e se qualcuno non l’ha capito fuori dalle palle». «Non è un reato difendere i confini», si legge sullo sfondo del palco ufficiale, collocato nel solito pratone. Non solo uno slogan, ma il senso che i militanti hanno voluto dare al ritrovo di quest’anno: giù le mani dal nostro segretario. A sostegno del vicepremier e ministro dei Trasporti, sul palco di Pontida ci saranno anche diversi leader internazionali, alleati nel gruppo dei Patriots for Europe, a partire dal premier ungherese Viktor Orbán e l’olandese Geert Wilders, capo del Partito per la Libertà e prima forza politica nei Paesi Bassi. Presenti anche il portoghese Andrè Ventura, leader del partito sovranista Chega, e lo spagnolo Josè Antonio Fuster, il portavoce di Vox (passato in Ue dai Conservatori ai Patrioti). Marine Le Pen, ospite d’eccezione della scorsa edizione, invierà un video messaggio insieme al suo vice Jordan Bardella, mentre un filmato è atteso anche dall’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro. Gli altri ospiti stranieri previsti sono Ondej Knotek, capo delegazione europea di Ano (Repubblica Ceca), Petr Macinka, leader di Motoristè sob (Repubblica Ceca) e Marlene Swazek, vicepresidente del Fpo, partito uscito vincitore dalle ultime elezioni in Austria.Oltre agli ospiti esterni, come da tradizione sono attesi a Pontida tutti i ministri e governatori del Carroccio, mentre a infoltire il pratone è previsto l’arrivo di oltre 200 pullman da tutta Italia. Tra i motivi di celebrazione, in casa leghista, c’è l’approvazione dell’autonomia differenziata, storico cavallo di battaglia del Carroccio. E il primo a sorridere è senza dubbio Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali e principale artefice della legge, il quale al Corriere di Bergamo ha annunciato che «questa sarà la legislatura dell’autonomia differenziata e la prossima sarà quella del federalismo».
Mattia Furlani (Ansa)
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