2020-09-30
Pochi download, notifiche sbagliate. Tutti i fiaschi delle Immuni europee
L'app danese a volte non avvisa i congiunti di chi s'è infettato (accade anche in Germania). Quella norvegese è stata bocciata dal Garante per la privacy. In Francia è scaricata di rado e in Uk la usano per false delazioni.Proprio mentre ogni giorno ci viene ripetuto con martellante insistenza di scaricare Immuni, un po' in tutto il continente le app di contact tracing si stanno rivelando un flop colossale. Paradossalmente, le criticità maggiori stanno emergendo nei Paesi scandinavi, comunemente considerati più efficienti. Partiamo dalla Danimarca. Una settimana fa, l'ex assessore alle Politiche giovanili e all'istruzione della capitale danese, Pia Allerslev, è risultata positiva al Covid. Nonostante avesse correttamente installato l'applicazione Smittestop (letteralmente «stop all'infezione», ndr), i parenti della Allerslev non hanno ricevuto alcuna notifica. «È preoccupante che l'app non funzioni, noi proviamo a essere responsabili e limitare la diffusione del coronavirus», ha dichiarato la donna, «ho ricevuto molte richieste da persone nella mia cerchia ristretta che non hanno ricevuto alcuna notifica». Teoricamente, grazie al bluetooth, l'app presente sullo smartphone dovrebbe avvisare ogni qualvolta si entri a contatto con un soggetto positivo per almeno 15 minuti e a meno di 1,5 metri di distanza. E invece nulla. Ma quello che ha interessato Pia Allerslev non è l'unico caso, come ammettono gli stessi funzionari del ministero della Salute danese. «Abbiamo verificato che in alcune circostanze, specie quando due telefoni cellulari sono vicini per un lungo periodo di tempo, per esempio quando due persone vivono insieme, può succedere che i contatti stretti non ricevano la notifica per una possibile infezione», ha ammesso Lene Ærbo, responsabile tecnico per Smittestop al ministero. Ora gli esperti sono al lavoro per risolvere il problema tecnico, ma l'aspetto più preoccupante è rappresentato dal fatto che nessuno può dire quando si sia originato il difetto. Tanto per dare un'idea dei numeri in gioco, dal 18 giugno - giorno del lancio - l'applicazione è stata scaricata 1,4 milioni di volte (su un totale di 5,8 milioni di abitanti), e ha notificato 2.266 possibili contagi. Quanti ne manchino all'appello, nessuno può dirlo.Le cose vanno perfino peggio sull'altra sponda del Mare del Nord. L'app norvegese per il tracciamento dei contatti, infatti, è stata bloccata a giugno, appena due mesi dopo il lancio. Solo nelle prime 24 ore, era stata installata da oltre un milione di norvegesi, pari a quinto della popolazione totale del Paese. Stavolta però, a differenza del caso danese, non si è trattato di questioni di natura tecnica. Lo scorso 15 giugno, l'Autorità locale per la protezione dei dati ha notificato all'istituto nazionale di sanità pubblica un divieto temporaneo al trattamento dei dati personali da parte dell'app. Secondo il Garante norvegese, l'agenzia per la salute è tenuta a dimostrare la necessità di utilizzare l'app di contact tracing, prima di pretendere che essa venga utilizzata diffusamente. «Non ne vediamo l'utilità», ha affermato laconico il direttore generale dell'Autorità Bjørn Erik Thon, «è una misura altamente invasiva anche in queste circostanze speciali, nelle quali la nostra società sta combattendo una pandemia». Nel mirino, in particolare, l'impossibilità per gli utenti di scegliere che i dati forniti per il tracciamento dei contatti vengano utilizzati per l'analisi e la ricerca. Questo perché a differenza delle altre Immuni, Smittestop si basa sul Gps anziché sul bluetooth, raccogliendo perciò dati precisi sulla posizione delle persone che la utilizzano. Lunedì il ministro della Salute norvegese, Bent Høie, ha dichiarato l'intenzione di tornare sul progetto, promettendo che la nuova applicazione sarà meno invasiva nei confronti della privacy dei suoi concittadini. Prima che la nuova versione veda la luce, però, ci vorranno almeno 8 settimane. Nel frattempo, il governo di Oslo ha investito nell'inutile progetto di Smittestop la bellezza di 40 milioni di corone norvegesi, pari a 3,6 milioni di euro.Tira una brutta aria anche in Francia, dove un rapporto pubblicato a metà settembre da un comitato nazionale incaricato di valutarne l'efficacia, ha sonoramente bocciato l'applicazione transalpina StopCovid. Pochi download (2,4 milioni su 67 milioni di abitanti), pochissime notifiche: nelle prime tre settimane dal lancio, avvenuto i primi di giugno, erano state appena 14, mentre al 20 agosto erano ferme a 72. Critiche contro il governo per non averne incentivato l'uso tra la popolazione, ma anche per la scelta tecnica di non adottare la piattaforma di Apple e Google. Non ci sono solo le app a creare grattacapi ai governi europei. Più in generale, è la gestione del contact tracing che appare quantomai ardua. Come riporta Tagesschau, sembrerebbe che le autorità sanitarie tedesche non stiano contattando tutti i contatti stretti dei cittadini risultati positivi al test. Multe per i falsi delatori nel Regno Unito, dove si è deciso di introdurre una sanzione di 1.000 sterline (1.090 euro) a chiunque fornisca segnalazioni volutamente errate di contatti stretti, obbligando così qualcun altro - magari per vendetta personale - a mettersi in quarantena senza motivo. Succede anche questo ai tempi del coronavirus.