Firenze sfida Milano. Nella seconda capitale della moda, l'export vale 5 miliardi
- Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine, alla chiusura della manifestazione: «Restiamo ottimisti e prendiamo le misure con il realismo». Intanto l'export del made in Italy cresce del +3,3%
- Dal color block presentato da MSGM al «supereroe metropolitano» di Marco De Vincenzo. Un viaggio tra le nuove proposte della prossima stagione.
- Paul & Shark presenta il giubbotto che protegge l'ecosistema marino. La giacca è realizzata con fili di poliestere riciclato. Ma non solo. Ogni singola componente del capo, dalla zip, all'imbottitura interna, al tessuto di rivestimento, è realizzata con materiale da riciclo.
- Luisaviaroma, leader nel settore degli ecommerce di lusso, festeggia i 20 anni della boutique con una sfilata d'eccezione.
Lo speciale comprende tre articoli e gallery fotografiche.
Pitti Uomo si conferma crocevia globale delle tendenze, delle novità e dei lanci di nuovi progetti della moda maschile e del suo lifestyle.
Bene e in crescita alcuni importanti mercati come Francia, Turchia, Hong Kong, Belgio e Russia, in leggera flessione i numeri di Cina, Germania, Spagna, Giappone, e quelli dei compratori italiani.In totale superati 30.000 visitatori e oltre 18.500 i buyer arrivati a Firenze da 100 paesi esteri, per un'edizione all'insegna della grande energia dell'ottimismo, in un anno non facile per il commercio internazionale.
«Abbiamo registrato una grande effervescenza in Fortezza da Basso e in città – dice Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine – e questo è il primo evidente segnale dello spirito di un'intera industria che si rappresenta a Pitti Uomo e che crede nel futuro, muovendosi in sintonia con i grandi cambiamenti della comunicazione, del consumo e della distribuzione, investendo in ricerca, materiali e nuove tecnologie». E continua. «Se vediamo le cose dall'alto, questo è un anno difficile, lo sanno tutti: i principali indicatori dell'andamento del commercio internazionale indicano rallentamenti quasi ovunque, fenomeno che si verifica immancabilmente quando c'è una forte frenata dell'economia globale, a cominciare da paesi chiave come Cina e Germania. Tutto ciò si riverbera in modi e misure non uniformi sui singoli settori e i singoli mercati, ma è certo che i consumi di moda in Europa sono molto poco dinamici, ci vogliono stimoli forti per scuotere compratori e consumatori. Ma è vero anche che la distribuzione sta cambiando tanto sotto i nostri occhi: oggi un compratore di una grande piattaforma online pesa quanto decine di boutique specializzate anni fa. Quindi restiamo ottimisti e prendiamo le misure con realismo». E ora la moda dedicata all'abbigliamento maschile si è spostata a Milano e qui, a dare i numeri, è la Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi.
Moda made in Italy nel mondo? Un export da 53 miliardi, + 3,3%. Per sapere dove va, quali sono i maggiori mercati e da dove parte l'export italiano: La moda italiana nel mondo – Italian fashion in the world, realizzata dalla Camera di commercio e Promos Italia, l'agenzia per l'internazionalizzazione del sistema camerale italiano su dati Istat.
I maggiori esportatori italiani? Milano +9,8%, Firenze +7,6% e Vicenza -1,1%. Milano protagonista della moda italiana con 7,2 miliardi di euro, un settimo circa del totale nazionale. È seguita da Firenze (11,1% del totale) e da Vicenza (8,4%). Vengono poi Treviso, Prato, Reggio Emilia, Bologna, Verona, Biella, Como, Piacenza e Bergamo. Le crescite maggiori in un anno a Piacenza (+33,4%), Milano (+9,8%) e Venezia (+8,4%).
Lombardia protagonista della moda con 13,7 miliardi di export, +5,5%, rappresenta più di un quarto del totale italiano. Oltre a Milano, leader in Italia, tra i primi 20 posti ci sono anche Como 10°, Bergamo 12°, Varese 14° e Mantova 18°. In forte crescita Pavia (+48,1%) e Lodi (+41,5%). La Lombardia esporta soprattutto articoli di abbigliamento per 4,8 miliardi (+4,7%), borse e pelletteria per 2,3 miliardi (+14,9%). Tra le province, oltre a Milano, medaglia d'oro per articoli di abbigliamento, per biancheria per la casa, tappeti, passamanerie e pellicce, si distinguono Mantova prima per maglieria, Como seconda per tessuti, Bergamo e Brescia quarta e quinta per filati, Bergamo seconda per biancheria per la casa, tappeti e passamanerie.
Paul & Shark presenta il giubbotto che protegge l'ecosistema marino

È presente in 73 paesi con oltre 209 punti vendita monomarca e flagship stores nelle località più esclusive dello shopping mondiale, Via Montenapoleone a Milano, Rue du Faubourg St. Honoré a Parigi, Regent street a Londra, Madison Avenue a New York e Nanjing Road a Shanghai. Paul & Shark, marchio lifestyle made in Italy fondato nel 1976, prodotto e distribuito da Dama spa, basa il suo successo su ricerca, innovazione e sostenibilità. E l'attenzione ai problemi del pianeta è costante. Con l'aumento del riscaldamento globale, la questione della sostenibilità ambientale e della responsabilità aziendale acquisisce sempre più importanza. La ricerca di materiali innovativi dal punto di vista ecologico e di processi produttivi a basso impatto ambientale è fondamentale per centrare l'obiettivo della salvaguardia dell'ambiente.
Paul & Shark non si tira indietro in questa sfida e al Pitti ha presentato Save the sea, che rispetta i requisiti fissati dal Global Recycle Standard (GRS), unendo qualità ad un'identità sostenibile. Save the sea è l'ambizioso progetto del marchio per l'impiego di plastica post-consumo nella realizzazione di una giacca totalmente ecosostenibile. L'elevato know-how tecnologico nello sviluppo di processi di realizzazione di fili di poliestere riciclato ha permesso per ogni singola componente del capo, dalla zip, all'imbottitura interna, al tessuto di rivestimento, di essere realizzati con materiale da riciclo. Oltre a dare nuova vita al materiale da riciclo, il processo produttivo consente una riduzione di consumo di energia, emissioni di CO2 ed acqua centrando l'obiettivo di produrre un capo del tutto sostenibile. All'interno dei capi spalla Paul & Shark è presente Emw shield, una tasca realizzata con tessuto in acciaio in fibra e resina metallica che permette di schermare il corpo dalle onde elettromagnetiche proteggendo dall'elettrosmog.
Moda: figlio di Rocco Siffredi debutta da modello a PittiIn prima fila c'erano papà Rocco Siffredi e mamma Rosa Caracciolo. Emozionati a vedere il loro pargolo, Leonardo Tano, 19 anni che studia ingegneria, sfilare sulla passerella di MSGM il marchio disegnato da Massimo Giorgetti e che al Pitti ha festeggiato i dieci anni di attività.
Per Leonardo è stato un debutto ma se l'è cavata benissimo: bella la giacca che indossava sul corpo nudo con pantaloni a righe da cui usciva l'intimo. Una collezione, in generale che ha portato alla ribalta giovinezza, desiderio, colore, energia, amore.
«Sono trascorsi dieci anni da quando ho lanciato MSGM e per me questo è solo l'inizio. Questa collezione è l'essenza del nostro dna, un manifesto per il nostro futuro», ha detto Giorgetti. Ha sfilato al Nelson Mandela Forum, dove al centro dell'enorme spazio era proiettata una piscina. La vita, by-the-water: estati d'animo su una spiaggia, a bordo di una piscina, nei luoghi della mente: un inno alla positività.
«Lo sportswear non è finito però c'è voglia di classico anche tra i giovani». Il tailoring MSGM si abbina a capi in tono, pantaloni sartoriali turchesi o short hot pink, in look rigorosamente color-block. Disegni naïf, graffiti e scarabocchi, come quelli abbozzati distrattamente in un pomeriggio d'estate, sono stampati su giacche formali in lino o su hoodie dal fit rilassato. Il focus è sull'attitude: il doppiopetto gessato, dalla forma boxy, si abbina a camicie e short con stampe bandana. Giacche denim, short e camicie sono laserati a ricreare l'effetto della luce riflessa nell'acqua, come un nuovo tie-dye MSGM.
Marco de Vincenzo, debutta con la sua prima collezione uomo.
«Avevo in mente un uomo reale, che alterna moderazione ed eccessi, rigore e kryptonite. Un supereroe quotidiano». Eccolo. Scintille di luce, effetti ottici e materici: il suo è un guardaroba di base dove tutto ha movimento e tridimensionalità. Tulle plissettato e accoppiato con un fresco di lana, vinile traforato, bouclé spalmati e macramè laccati, applicazioni in termoadesivo glitterato. Marco de Vincenzo ama modellare la materia da zero. «Per me è questo il senso dell'immaginazione: manipolare, plasmare, trasformare suggestioni in visioni tattili. La piccola pianta in mano dentro un vaso che brilla come simbolo di protezione e di rinascita, racconta il legame che l'uomo ha con la terra».





