2019-04-10
Piloti pagati ma senza contributi. Così Ryanair elude il fisco italiano
Assunti da società irlandesi. L'ispettorato del lavoro multa per 9 milioni la compagnia. Già il 6 marzo scorso l'Inl aveva trovato indizi e prove di gravi violazioni. L'accusa, respinta dal vettore, è che nell'anno 2014 siano state violate le regole previdenziali e assicurative commettendo un atto illecito nei confronti di 600 lavoratori.Al centro del mirino della Direzione centrale vigilanza dell'Ispettorato nazionale del lavoro c'è Ryanair, accusata di mancato versamento di contributi e sempre accusata di concorrenza sleale. Già il 6 marzo scorso l'Inl aveva trovato indizi e prove di gravi violazioni da parte della società irlandese; l'accusa, respinta dal vettore, è che nell'anno 2014 siano state violate le regole previdenziali e assicurative commettendo un atto illecito nei confronti di 600 lavoratori, piloti e assistenti di volo. Da Bari a Bergamo, da Pisa a Brindisi, Catania, Cagliari, Lamezia, ma anche a Palermo, Alghero, Trapani, Pescara e Roma, l'ammontare della cifra contestata è di poco superiore a 9,228 milioni di euro. Il meccanismo sarebbe quello di far assumere le persone da società interinali irlandesi che in Italia figurano come vettori aerei seppure non siano autorizzate da Enac ad operare e neppure abbiano una flotta di proprietà oppure in gestione. In questo modo negli stipendi si potevano pagare cifre sotto la definizione di «indennità di volo» sulle quali non vengono versati contributi. Vero è che la circolare Inps n.48 del 2 aprile 2014 stabiliva le modalità operative del dl145/2013, che per il 2014 fissava l'esclusione delle indennità di volo dalla base imponibile ai fini contributivi, mantenendone però il 50% valido sulla determinazione della base pensionabile. Un guaio respinto dal numero uno di Ryanair, Michael O'Leary, che annuncia ricorso appellandosi alle norme internazionali, ma la spiegazione finora non ha convinto i funzionari dell'Inl che trovano dipendenti italiani lavoranti in Italia ma con i contratti irlandesi, che per esempio non prevedono la tredicesima, sulla quale in Italia non venivano pertanto pagati i contributi e neppure il trattamento di fine rapporto al Fondo tesoreria Inps. In pratica la legge irlandese dice una cosa, quella comunitaria il contrario, cioè che a un lavoratore devono essere pagati i contributi nel suo Paese di residenza (legge 883/2004, Coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale). Il sospetto dell'Inl, che continua a indagare, è che il meccanismo sia utilizzato con decine di società fornitrici di Ryanair e anche da altri vettori esteri che operano in Italia.I consumatori però stanno con O'Learly temendo che il vettore riduca o lasci talune destinazioni del nostro territorio, soprattutto dopo il tentativo di creare una legge anti Ryanair presentata nel gennaio scorso dall'M5s, che aveva proprio lo scopo di rivedere i processi con i quali la compagnia opera in Italia, dal comarketing ai contratti di lavoro. Stando ai dati Enac sul trasporto aereo nazionale la posizione del vettore irlandese nel mercato italiano è dominante: le sette compagnie aeree nazionali nel 2018 hanno trasportato un totale di 28,5 milioni di passeggeri, la sola Ryanair ne ha visti volare sui suoi aerei quasi 38 milioni. Spaventoso il confronto con Alitalia, ferma a 21.987.000. Sempre stando a Enac, le altre compagnie italiane hanno trasportato: Air Italy 1.943.000, Blue Panorama 1.552.000, Neos 1.246.000, Air Dolomiti 1.077.000, Ernest Airlines 611.000, Mistral Air 93.000. Tutte cifre in lieve rialzo sugli anni precendenti, mentre i vettori esteri in Italia hanno registrato aumenti notevoli. Più 4% per Ryanair, +12% Easyjet (18,48 milioni di passeggeri) e +36% per Volotea (3,131 milioni). Le leggi si rispettano, ma pare ovvio che oltre all'incapacità di risanare Alitalia, nello Stivale ci sia sistema fiscale che opprime il trasporto aereo più di quanto non faccia già con altri settori. Un sistema che va evidentemente cambiato oppure applicato a tutti, ma sapendo in partenza che queste compagnie se ne andranno dove portare gente in volo è più remunerativo. Se siamo stati colonizzati è, del resto, soltanto colpa nostra.