2021-05-29
È la scienza, prima di Pillon, a dire che donne e uomini sono diversi
Per aver affermato che le scelte di vita di maschi e femmine sono condizionate (anche) dalla biologia, il senatore è stato crocifisso dai soliti censori. Ma gli ormoni non sono un'opinione.«È naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione per materie legate all'accudimento, come per esempio ostetricia. Ovviamente ognuno è libero, e ci sono le sacrosante eccezioni, ma è naturale che le ragazze siano portate verso alcune professioni e i ragazzi verso altre»: è il post scritto dal senatore Simone Pillon e che ha scatenato le furiose e scomposte ire del mondo ideologico targato «gender». Non mi interessa l'opportunità politica o meno di questo intervento, trattandosi di valutazioni assolutamente personali e, pertanto, passibili di letture diverse; ma ciò chedovrebbe interessare chiunque è se le affermazioni di quel post in ordine alla differente «propensione» di scelte di vita fra maschio e femmina abbiano o meno una base scientifica e, quindi, siano o meno ancorate a dati oggettivi che scavalcano le opinioni personali, peraltro certamente legittime. Dunque, una volta di più, ci viene data l'occasione di affrontare il grande tema del rapporto fra «natura» e «cultura», che sta alla base del dibattito fra «identità sessuata» e «identità di genere». I dati di «natura», cioè la biologia, sono fatti dimostrati e dimostrabili, non opinabili, e estremamente rigorosi. Fino alla settima settimana di vita gestazionale, l'apparato gonadico primordiale è bipotenziale (maschile/femminile); a quell'epoca la presenza del cromosoma Y fa sentire la propria influenza attraverso la stimolazione ormonale androgenica, che plasma detto apparato in senso maschile (organi sessuali interni ed esterni propri del maschio). Per contro, l'assenza dell'Y dà spazio all'azione di un'altra famiglia di ormoni, chiamati estrogeni, che influenzeranno la differenziazione sessuale in senso femminile (organi sessuali interni ed esterni propri della femmina). Tutto ciò sta a dire che il patrimonio genetico (cromosomi sessuali) correla il patrimonio ormonale (androgeni/ estrogeni) e che il vettore ormonale svolge una fondamentale attività modellante su organi ed apparati del nostro corpo. È proprio in riferimento alla sostanziale differenza che corre fra maschio e femmina che, oggi sempre più, si afferma il concetto di «medicina di genere», in relazione al fatto che l'intero organismo di genere femminile ha caratteristiche specifiche, sue proprie, rispetto al genere maschile. Inutile dire che biologicamente non esiste un altro genere, ma possono esistere condizioni patologiche a carico dello sviluppo sessuale con basi genetiche, cromosomiche, ormonali, fenotipiche. L'assetto ormonale, dunque, non è un'insignificante postilla nella strutturazione della nostra persona. Anzi, ne rappresenta un elemento sostanziale. Così arriviamo al punto centrale che ci siamo proposti di chiarire. Fermo restando che nel corpo umano tutto è armonicamente correlato e, dunque, tutto è importante, in ordine al comportamento sociale fra gli ormoni che se la giocano alla grande ci sono androgeni, estrogeni, prolattina, ossitocina. I primi costituiscono il patrimonio tipico maschile (pur essendo presenti in modesta quantità anche nella femmina), gli altri sono il corredo proprio del sesso femminile (essendo comunque presenti anche nel maschio a dosaggi molto bassi). Gli androgeni condizionano un atteggiamento comportamentale con caratteri di forza, aggressività, violenza, meccanicità, ricerca di rapide soluzioni e soddisfazioni; estrogeni, prolattina e ossitocina rappresentano il correlato ormonale di condotte di delicatezza, tenerezza, spiccata relazionalità, accudimento (in particolare della prole), maggiore capacità di sopportazione, con la ricerca di soddisfazioni appaganti a lungo termine. Perfino la condotta del rapporto sessuale vede in attività due kit ormonali differenti fra maschio e femmina: nel maschio domina il testosterone (ricerca di soddisfazione intensa e rapida), nella femmina l'ossitocina, che richiede (o richiederebbe) maggiore attenzione all'aspetto emotivo/affettivo, di carattere - appunto - accudente. Un interessante esperimento è stato condotto su numerose specie animali: trattando con ossitocina una femmina che non ha partorito e non ha prole, si provoca in essa un atteggiamento accudente nei confronti di piccoli non suoi, al punto di stimolare la produzione di prolattina per l'allattamento! In sintesi, la «propensione» ad atteggiamenti accudenti è legata strutturalmente anche all'assetto ormonale e non si può negare che la capacità di accudire, aiutare, servire, empatizzare con note davvero oblative non è patrimonio esclusivo delle femmine, ma è certamente molto, molto più frequente e caratteristico in loro, rispetto ai maschi. Questa strutturazione, quindi, gioca certamente un ruolo non secondario nelle scelte di vita, anche lavorative, di ognuno di noi e costituisce un terreno di fondo da cui non si deve né si può prescindere. Ovviamente, entreranno in gioco, poi, numerose altre variabili legate alla educazione, formazione, ambiente sociale e culturale del soggetto, maschio e femmina, nel contesto di quella strutturale differenza complementare che caratterizza uomo/donna. Chiosa finale: le vignette con le quali si è voluto deridere l'intervento del senatore Pillon sono l'ennesima prova che quando non si hanno argomenti intelligenti sul merito, si passa alla strategia del becero e offensivo attacco personale. Come diceva un mio saggio professore universitario: «Una mente secca non può che produrre sciocchezze». Senatore Pillon, mi consenta un consiglio amichevole: «Non ragioniam di lor, ma guarda e passa»!
«It – Welcome to Derry» (Sky)
Lo scrittore elogia il prequel dei film It, in arrivo su Sky il 27 ottobre. Ambientata nel 1962, la serie dei fratelli Muschietti esplora le origini del terrore a Derry, tra paranoia, paura collettiva e l’ombra del pagliaccio Bob Gray.
Keir Starmer ed Emmanuel Macron (Getty Images)